Situata nel quartiere Flaminio, costituisce oggi una straordinaria sede del vicino Museo Etrusco di Villa Giulia in cui sono esposti reperti etrusco-italici provenienti dal Latium Vetus e dall’Umbria.
La storia della Villa
La sua storia inizia intorno al 1550 quando la famiglia Cesi – in seguito alla morte di Giulio III – acquistò un terreno in questa parte della città per edificare una villa che il celebre viaggiatore Michel de Montaigne, proprio in quegli stessi anni, definì come una delle più belle di Roma, celebrata poi anche nelle meravigliose incisioni di Giovanni Francesco Venturini (fine 1500) e Giuseppe Vasi (metà 1700).
Nel 1702 la villa, ormai in decadenza, fu acquistata dalla famiglia Sinibaldi che la restaurarono per farne la personale residenza di campagna fino a quando il 28 febbraio del 1800 venne venduta al principe Stanislao Poniatowski che incaricò l’architetto Giuseppe Valadier di rimodellare la villa secondo il contemporaneo gusto neoclassico.
L’arrivo del principe Poniatowski e del Valadier
L’architetto decise però di conservare alcune situazioni precedenti: l’ampia terrazza prospiciente la facciata, la cordonata d’accesso e – al livello inferiore – due grandi archi (già della Villa Cesi) che ora incorniciano la veduta prospettica da via Flaminia e un piccolo giardino all’italiana.
L’intervento di maggior pregio è certamente il più ampio giardino di stampo mitteleuropeo che fiancheggia l’edificio, voluto dal principe stesso a imitazione del Parco Lazienki a Varsavia, residenza estiva del fratello! Il giardino Poniatowski, formato da terrazze a gradoni, era ornato da sculture antiche e si presentava chiuso nella parte superiore, verso il colle, da un pergolato detto loggia delle delizie.
Le decorazioni interne
Di particolare raffinatezza è la decorazione degli ambienti di rappresentanza della villa che i restauri hanno restituito all’originario aspetto e tra le più suggestive vi sono certamente la Sala dell’Ercole Farnese, la Sala Indiana con affreschi ottocenteschi dai temi esotici e la Sala delle Colonne doriche con affreschi neoclassici di paesaggi egiziani e il colonnato in prospettiva.
Ma chi era il principe Poniatowski?
Nato a Varsavia nel 1754, era il nipote dell’ultimo re di Polonia Stanislao Augusto Poniatowski e per molto tempo fu ritenuto il suo erede al trono, distinguendosi tra la nobiltà polacca per il suo amore per le arti e la cultura. In seguito all’abdicazione dello zio nel 1795, si trasferì a Roma dove acquistò una serie di possedimenti terrieri nella zona del Lago di Albano e di San Felice Circeo, e in città la villa extraurbana e il palazzo di Via della Croce.
Ed è qui che trovò rifugio una giovane donna di nome Cassandra Luci, sfuggendo all’anziano marito dopo l’ennesimo litigio. Tra i due ben presto nacque l’amore, nonostante la differenza d’età (lei era più giovane di una ventina d’anni) e di classe sociale; ribattezzata Caterina in onore dell’imperatrice russa, diede al principe ben cinque figli.
La Villa in epoca moderna
Negli anni seguenti, la costruzione è interessata da numerose compravendite – dal generale Sykes al pittore Domenico Carelli e al nobile inglese Francesco Moore Esmeade – e subì gravi danni in seguito agli scontri della Repubblica Romana nel 1849 tra garibaldini e francesi. Nel 1871 la villa fu acquistata dalla famiglia Riganti, che edificò una conceria nell’area del giardino, in cui è attualmente ospitata la Biblioteca.
Divenne infine proprietà dello Stato Italiano nel 1989 al termine di un lungo iter di esproprio per accogliere l’ampliamento del vicino Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Controlla nel programma mensile quando potrai visitare la straordinaria Villa Poniatowski insieme a noi!