Gioiello storico-artistico della Tuscia, la villa-palazzo di Bassano Romano fu ceduta allo Stato Italiano dalla famiglia Odescalchi di Bracciano nel 2003 e da quel momento ha incantato il visitatore per le sue meravigliose decorazioni interne.
Un po’ di storia sulla villa: proprietari e artisti
Tutto ebbe inizio nel XVII secolo quando la proprietà degli Anguillara passò al marchese Vincenzo Giustiniani, responsabile di un grandioso programma edilizio, che trasformò il castello in un sontuoso palazzo con un parco dotato di un casino di caccia e comunicante col piano nobile dell’edificio tramite un viadotto con ponte levatoio.
All’interno della villa sono presenti mirabili decorazioni realizzate da Antonio Tempesta, Francesco Albani e dal Domenichino, che resero la residenza una sofisticata meta internazionale in cui furono ospitati importanti personaggi come Giacomo II Stuart.
Già il cortile presenta un ricco programma decorativo con la serie di fantastiche scene di trionfi ed allegorie del Tempesta. Degno di nota è un piccolo teatro dal doppio ordine di palchetti in legno aggettanti sulla platea e senza divisori che poteva ospitare fino a 200 spettatori.
Il piano nobile
Salendo al piano nobile si è accolti dalla suggestiva loggia decorata a grottesche e dalle sale affrescate dai principali artisti dell’epoca. Tra questi meritano una particolare menzione gli affreschi della volta nella Sala di Amore e Psiche di Bernardo Castello; la Stanza del Parnaso, studiolo di Vincenzo Giustiniani, per cui fu scelto come tema delle decorazioni realizzate da Antonio Tempesta la passione per le arti del committente; la Sala della Felicità Eterna la cui volta fu affrescata da Paolo Guidotti con una fanciulla nuda seduta su un globo o ancora il Camerino del Paradiso e la Sala della Primavera i cui affreschi sono da attribuire a seguaci degli Zuccari.
Il camerino di Diana del Domenichino
In un crescendo di meraviglia si arriva al Camerino di Diana dipinto dal Domenichino nell’estate del 1609, ispirandosi ad alcune composizioni della Galleria Farnese a Roma, dove aveva lavorato sotto la direzione di Annibale Carracci. Qui tutto però è un riferimento alla grandiosità dell’antico e alla grande passione del marchese per la caccia, rappresentata da quattro putti che giocano con un corno e un cane, chiaro riferimento alla dea Diana o alle citazioni colte del passato.
La galleria dipinta da Francesco Albani
Impossibile non restare incantati dalla Galleria dipinta nello stesso anno da Francesco Albani con la Caduta di Fetonte dal carro, tratta dalle Metamorfosi di Ovidio. Albani interpreta in maniera moderna le pareti, rinunciando a ripartirle come di consuetudine nel gusto Rinascimentale, preferendo ricorrere all’artificio dei finti arazzi ed inserendo la balaustra dipinta sul soffitto per rendere la rappresentazione più verosimile.
Dalla bellezza di Villa Giustiniani Odescalchi fu sedotto anche Federico Fellini che la scelse come set per La dolce vita: non resta quindi che venire a visitarla insieme a noi! Consulta il programma mensile per vedere quando è prevista la prossima visita guidata.