“… dovunque tu volga il guardo ne zampillano polle in sì varie maniere e con tale splendidezza di disegno, da non esservi luogo su tutta la terra che in tal genere non sia di gran lunga inferiore…”

 

Un luogo unico a pochi chilometri da Roma, ricco di natura, di acqua e di storia: è Tivoli, dove sorge Villa d’Este, patrimonio dell’umanità!

 

Villa d’Este: le origini

La sua storia ebbe inizio a metà del Cinquecento, quando la villa con i suoi celebri giardini venne edificata per sconfiggere la malinconia di un sogno mancato: il suo committente infatti, il cardinale Ippolito II d’Este figlio di Lucrezia Borgia , non era riuscito a salire al soglio pontificio e per dimenticare l’amara sconfitta, decise di riproporre qui il lusso e lo sfarzo non solo delle corti romane ma anche della sua amata Ferrara, dove era cresciuto.

 

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Uomo di grande cultura e delicata sensibilità artistica, affidò il progetto e la realizzazione a Pirro Ligorio e a Alberto Galvani. Tra i modelli a cui ci si ispirò, senza dubbio va menzionata la vicina Villa Adriana con la sua commistione tra spazi edificati e spazi verdi. La naturale conformazione del terreno, l’abbondanza d’acqua e l’amore per la cultura classica fecero il resto!

 

I giardini e le fontane

Ed ecco che davanti a noi si apre oggi uno sconfinato giardino all’italiana, realizzato su più terrazze collegate tra loro ed impreziosito da giochi d’acqua unici, alimentati direttamente dall’Aniene, tramite una complessa e articolata rete idrica. Tra le fontane più note possiamo ricordare quella dell’Ovato, per la sua particolare forma ad esedra ovale, chiamata anche la “Regina delle fontane” per la sua straordinaria bellezza. Collegata a questa tramite il viale delle Cento Fontane – dal numero degli zampilli che fuoriescono da tre canali d’acqua decorati con simboli araldici e mascheroni – vi è la Fontana della Rometta – dal nome di una statua della dea Roma – che rappresenta il fiume Tevere con le sue anse, i suoi affluenti, l’Isola Tiberina e alcuni dei simboli più noti dell’Urbe, come la Lupa e i due gemelli.

 

 

Vi è poi la Fontana dell’Organo, dotata di un sofisticato meccanismo idraulico che permetteva di riprodurre i suoni dell’organo e la più monumentale di tutte quella dedicata al dio Nettuno, realizzata nel Novecento inglobando la costruzione precedente opera di Gian Lorenzo Bernini, che molto lavorò qui nel Seicento.

 

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Fontana dell’Organo

 

Gli affreschi della Villa: Zuccari, Tempesta e gli altri

Oltre al giardino, merita sicuramente una visita l’edificio vero e proprio, il cui piano nobile venne decorato da un folto numero di artisti del tardo manierismo romano come Livio Agresti, Federico Zuccari, Antonio Tempesta e molti altri.

 

 

Nel Settecento la villa venne praticamente abbandonata e si ebbe una ripresa solo a metà dell’Ottocento quando grazie ai nuovi proprietari, tornò ad essere centro di un vivace circolo culturale. Da circa un secolo è proprietà dello Stato che l’ha trasformata in un luogo godibile da tutti coloro che vogliono immergersi nella meraviglia rinascimentale e sentirsi per un giorno dei veri nobili di un tempo! Controlla il programma mensile per vedere quando visitarla insieme!