La comunità ebraica è presente a Roma sin dalle sue origini e si può considerare uno dei pilastri della storia e della tradizione cittadina. Basti pensare che molti racconti e piatti tipici locali sono in realtà di derivazione giudaica, come ad esempio lo squisito carciofo alla Giudia, intramontabile prelibatezza considerata ormai romanesca! Ma non solo.
La città ancora oggi racconta, tramite alcuni suoi luoghi simbolo, le vicende di questa numerosa comunità che nei secoli purtroppo visse momenti di terribile persecuzione ed intolleranza, ma che per fortuna può anche annoverare momenti di aggregazione ed integrazione.
La comunità ebraica in epoca romana
Seguiamo allora alcune tracce della Roma ebraica, iniziando proprio dalle origini. Per l’epoca romana non abbiamo purtroppo tracce di sinagoghe in città – a differenza della zona di Ostia Antica – sebbene ne conosciamo l’esistenza tramite alcune iscrizioni, provenienti soprattutto da contesti funebri. Sono infatti i cimiteri ebraici a darci le maggiori informazioni sulla comunità ebraica del tempo: tra le principali catacombe ebraiche menzioniamo quella di Vigna Ranadanini, che si estende tra la via Appia Antica e la via Appia Pignatelli.
Quando le catacombe, intorno al IV – V secolo caddero in disuso, agli ebrei fu concesso di essere sepolti nel cimitero nei pressi di Porta Portese, sostituito poi nel XVII secolo e fino al 1849 – quando entrò in funzione il cimitero ebraico del Verano – da quello alle pendici dell’Aventino, dove oggi sorge il Roseto Comunale, che ricorda nella forma dei vialetti che separano le aiuole una Menorah, il candelabro a sette bracci.
Gli Ebrei a Roma nel Medioevo
La maggior parte degli ebrei romani vivevano almeno fino al Medioevo nella zona di Trastevere, dove è possibile riconoscere una sinagoga in vicolo dell’Atleta, detto in antico “vicolo delle Palme”: una suggestiva palazzina presenta una facciata arcuata su cui sono incisi dei caratteri ebraici. Questa era solo una delle numerose “Scholae” che sorsero dopo la caduta dell’impero in tutta la città: non erano solo centri religiosi dove si studiavano le Scritture, ma veri centri culturali, dotati di fornitissime biblioteche e frequentati da uomini coltissimi, che acquisirono una grande rinomanza.
1555: l’istituzione del Ghetto
In seguito la maggior parte della comunità ebraica si spostò a vivere sull’altra sponda del Tevere, in quella zona che prese poi il nome di ghetto, quando nel 1555 venne racchiusa dentro il serraglio (un vero e proprio mura di cinta) per volere di papa Paolo IV Carafa. Ed è proprio in questo angolo di Roma, nel Rione Sant’Angelo, che ancora oggi troviamo le più importanti tracce della comunità ebraica, articolate tutto intorno all’imponente Sinagoga (Tempio Maggiore), la più grande d’Europa, edificata tra 1901 e 1904.
E’ qui che la storia antica si mescola con quella più recente, come ci indicano le targhe affisse accanto al Portico d’Ottavia, ricordando il terribile rastrellamento e la deportazione nei campi nazisti del 16 Ottobre 1943.
Per fortuna oggi il ghetto si caratterizza soprattutto per la vivacità dei suoi ristoranti che propongono un’ottima cucina giudaico-romanesca, piena di sapori antichi ma sempre attuali! Scopri con noi il ghetto di Roma nella nostra prossima visita guidata!