Come in molte capitali europee, anche i muri di Roma hanno cominciato a colorarsi e già si contano più di 350 opere di street art! Roma quindi non è più una città da visitare solo per il glorioso passato, ma anche per queste “nuove” opere d’arte. E uno dei quartieri più celebri è certamente Tor Marancia: scopriamolo insieme. 

 

L’idea e il progetto di Street Art

Il progetto sicuramente più riuscito, inaugurato nella primavera 2015, è quello realizzato a Tor Marancia da 999Contemporary e finanziato da Fondazione Roma e dal Campidoglio, con il patrocinato dall’VIII Municipio. E’ qui che 22 street artist hanno trasformato le facciate del Lotto 1 della borgata a pochi passi dalla Garbatella, in un vero museo a cielo aperto. Consulta il programma mensile per vedere quando è prevista la prossima visita guidata a Tor Marcancia!

 

Tor Marancia: la nascita di una borgata

Tor Marancia fu costruita nel 1933 per accogliere coloro che persero le proprie abitazioni a causa delle demolizioni che interessarono in quegli anni il centro cittadino. Nacque così la borgata di Tor Marancia così chiamata per la presenza dell’antica torre medievale oggi scomparsa (quella che ancora oggi si vede è infatti la torre di San Tommaso).

 

 

Si guadagnò molto presto il soprannome Shanghai secondo alcuni per l’alta densità abitativa secondo altri per la frequenza degli allagamenti dovuti al fatto che questa zona prima era tutta palude e la città cinese è quella più a rischio alluvioni al mondo!

 

tor-marancia_shanghai_lasinodoro

 

La situazione abitativa di Tor Marancia era quindi difficile e precaria tanto che nel 1948 si preferì abbattere quanto realizzato in precedenza e dare incarico all’ATER (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale) di costruire un piccolo nuovo nucleo di case popolari divenute oggi protagoniste cittadine grazie ai loro murales!

 

I murales più celebri

Ogni facciata presenta opere differenti, alcune raccontano episodi legati proprio al luogo in cui sono stati dipinti. Ad esempio, Lek & Sowat con il loro Veni, Vidi, Vinci dall’apparente errore di ortografia (vinci anziché vici) vogliono richiamare l’attenzione sulla vicenda di un residente nella palazzina che ospita il murales. Paralizzato per un incidente, veniva portato su e giù da casa in braccio dal fratello. Grazie alla raccolta fondi, è stato possibile dotare la palazzina di un ascensore! Altre opere invece affrontano temi sociali molto importanti come per esempio Jaz con Il Peso della Storia in cui sceglie di raccontare il peso che l’artista italo-argentino avverte su se stesso per l’allontanamento dalle proprie radici causato dalle migrazioni, trasformato in due lottatori con volti mitologici. Non mancano ovviamente i grandi nomi come Diamond con Hic Sunt Adamantes; Seth con Il bambino redentore e ancora Jerico con Distanza Uomo Natura. Non più visibile oggi è invece il murale di Matteo BasileOrdine disordine“, che aveva avuto fin da ideazione un personalissimo carattere temporaneo.