Ha finalmente riaperto al pubblico, dopo una lunga fase di restauri, uno degli edifici più straordinari di Villa Torlonia: la Serra Moresca, progettata e costruita tra 1839 e 1840 dall’architetto veneto Giuseppe Jappelli.
Il complesso della Serra Moresca
Il complesso, seppur costituito da tre differenti strutture – Serra, Grotta e Torre Moresca – deve essere visto come un insieme di edifici pensati e costruiti uno in relazione all’altro, con un progetto unitario che guarda, soprattutto, alle pittoresche progettazioni dei giardini all’inglese. E non a caso l’architetto Japelli, proprio prima di essere chiamato a Roma dal Principe Alessandro Torlonia, aveva lavorato a Padova e provincia nelle straordinarie Ville Treves e Saonara, inserendo appunto gran parte degli elementi tipici dei giardini all’inglese: grotta, rovina gotica, mausoleo romano, tempio, eremo e padiglione turco. E molti di questi elementi, anche se non tutti, si ritrovano anche nella villa sulla Nomentana: il campo dei tornei, la capanna svizzera, il lago, la grotta e gli edifici moreschi.
Divenne subito celebre in città perché costituì un esempio unico e raro per la Roma della prima metà dell’Ottocento, anche se qualche piccolo riscontro si può trovare negli eleganti giardini progettati nel secolo precedente da Francesco Bettini a Villa Doria Pamphilj o da Antonio Asprucci a Villa Borghese.
La Serra, costruita intorno al 1840, venne modificata già nel 1905 quando il retro venne sopraelevato per poter accogliere l’abitazione prima del giardiniere e poi, nel 1920, del personale addetto al pollaio che nel frattempo era stato realizzato all’interno della fatiscente Grotta!
Perché “Serra Moresca”?
Il nome di Serra Moresca deriva invece dalle particolari decorazioni di gusto arabeggiante, che gli valgono l’appellativo di “l’Alhambra” di Roma, eseguite dal pittore Giacomo Caneva riprendendo modelli decorativi contenuti nel libro di James Canavah Murphy, The Arabian Antiquities of Spain del 1816.
L’ingresso, con arco moresco rientrante, è sormontato da un frontone dipinto di un fondo blu con stelle dorate e da una complessa struttura in ghisa e vetri, che forse nascondeva una iscrizione dedicatoria al principe Alessandro e a sua moglie Teresa: Scenda la benedizione di Dio sul Principe Alessandro Torlonia potente in Dio.
Per creare un effetto scenografico, Jappelli aveva creato, lungo una parete della sala, un pannello mobile che nascondeva un vano arcuato destinato ad ospitare l’orchestra che però, nel 1905, già non esisteva più.
La Torre Moresca
Alle spalle della Serra, vi è la Torre Moresca, anch’essa ispirata a modelli architettonici e decorativi del mondo arabo. Una grande scala elicoidale immette in tre piccoli ambienti scalati su tre piani: uno stanzino, una cucina e una piccola e raffinatissima sala da pranzo. Di forma esagonale, con ricchissime decorazioni moresche, la sala ha le pareti lavorate con stucchi risplendenti d’oro e d’argento su fondi cremisi e blu oltremare, mentre le finestre sono fiancheggiate da colonne ornate di arabeschi di colore argento e blu cobalto. Al centro della sala campeggiava un grande divano circolare che all’occorrenza veniva alzato con un argano meccanico, per lasciare il posto ad una tavola che saliva tutta imbandita dalle cucine! All’esterno – ancora oggi visibile – vi è una piccola scala di ferro che, in origine, portava ad una loggia soprastante.
La Grotta
Tra i due edifici l’architetto Jappelli aveva realizzato una Grotta artificiale, una delle attrazioni più singolari della Villa, sulla falsariga di quella già creata nel giardino di Saonara, chiamata L’antro dei Templari. Anche qui, come nella villa padovana – e come tra l’altro si usava nei giardini paesaggistici d’oltralpe – proprio al di sopra della Grotta furono posizionate finte rovine di un Castello Medievale e di una Torre, perfettamente conservatesi fino ad oggi.
All’ingresso della grotta campeggia la scritta “Nymphae Loci” e cioè “il luogo della Ninfa”, mentre all’interno si trovano due due piccoli laghetti artificiali riforniti da piccole cascatelle d’acqua. Purtroppo non è stato possibile ripristinare le passerelle che in passato, a mezza altezza, giravano nella grotta, di cui restano però visibili evidenti segni nelle murature: l’edificio infatti fu in parte demolito già nel 1908 perché ritenuto pericolante.
E’ forse quindi possibile perdersi una visita guidata alla Serra Moresca? Certo che no! Controlla il programma mensile per vedere quando è prevista la prossima visita: ti aspettiamo!