Tra le più straordinarie tombe della Roma antica, il Sepolcro degli Scipioni assume un ruolo di assoluta rilevanza ed è ancora più avvolto nel mistero, perché visitabile solo tramite aperture straordinarie! A pochi metri di distanza da Porta San Sebastiano e dal circuito delle Mura Aureliane, ecco che un piccolo cancello nasconde ai passanti un vero e proprio gioiello della Roma repubblicana: il sepolcro degli Scipioni.

 

La storia del sepolcro

Costruito dalla potente famiglia degli Scipioni all’inizio del III secolo a.C., fu ricavato scavando direttamente nel tufo per ospitare le spoglie del capostipite Lucio Cornelio Scipione Barbato, rimanendo in uso anche per i suoi discendenti. La scoperta, come spesso avviene a Roma, fu del tutto casuale: nel 1870 infatti i fratelli Sassi, proprietari della vigna soprastante, iniziarono a scavare nel terreno, con lo scopo di reperire quanti più oggetti preziosi possibile! Parte di questo immenso patrimonio costituito da sarcofagi e altri importanti manufatti è andato purtroppo perduto, ma alcuni reperti fortunatamente si possono oggi ammirare ai Musei Vaticani, come per esempio il bel sarcofago di Scipione BarbatoPer far meglio comprendere ai visitatori la monumentalità dell’area, alcune di queste opere – come proprio il suddetto sarcofago – sono stati riposizionati in loco come copie.

 

Sepolcro degli Scipioni_sarcofago_lasinodoro

 

Chi erano gli Scipioni?

Facevano parte della Gens Cornelia e molti loro membri ricoprirono fin dal IV secolo a.C. importanti incarichi pubblici. Sappiamo per esempio che il suo capostipite, Lucio Cornelio Scipione Barbato, fu console nel 298 a.C., mentre almeno altri due esponenti della famiglia furono potenti uomini politici e militari: Scipione Africano vinse Annibale nella Seconda Guerra Punica e Scipione Emiliano concluse trionfalmente la Terza Guerra Punica con la distruzione di Cartagine. Molte furono però anche le figure femminili di rilievo nella storia di Roma appartenenti agli Scipioni: prima fra tutte Cornelia, figlia dell’Africano e madre dei famosi tribuni della plebe Tiberio e Caio Gracco. E’ chiaro che per una così importante famiglia, il monumento funerario a loro dedicato non poteva che essere monumentale!

 

L’area del sepolcro: tutti gli edifici

Il grande sepolcro aveva una pianta pressoché quadrata e si articolava al suo interno in ben sei gallerie scavate interamente nel tufo; la facciata invece aveva nella parte superiore un prospetto architettonico scandito da semicolonne, mentre il podio era decorato da affreschi figurati, di cui si conservano alcuni tratti.

 

 

Su questa facciata, come ricordato da Livio, dovevano esserci inoltre tre statue, tradizionalmente identificate con quelle di Scipione l’Africano, Scipione l’Asiatico e del poeta Ennio, che aveva celebrato le glorie della famiglia, finendo quasi con il farne parte. Un sepolcro che continuò a crescere con la lunga vita della famiglia e che per questo continuò ad essere modificato, ampliato ed impreziosito come dimostrano le ultime sepolture qui rinvenute, datate ormai all’inizio del I secolo d.C. Scopri qui quando visitare il Sepolcro insieme a noi!