La origini del complesso

Tra i luoghi più antichi e suggestivi di Roma, merita una particolare menzione il complesso del Santo Spirito Sassia le cui origini sembrano risalire già al 727 d.C., quando Ina, re dei Sassoni, istituì la Schola Saxonum – da cui appunto il nome – per dare ospitalità ai propri conterranei che giungevano a Roma in pellegrinaggio per pregare sulla tomba dell’Apostolo Pietro.

Il complesso sorse dove in epoca romana, vi erano gli Horti di Agrippina, una lussuosa villa imperiale con ampi e sontuosi giardini che dal Gianicolo si estendevano lungo la riva destra del Tevere. Ed effettivamente in alcuni ambienti sottostanti l’antico Ospedale sono ancora oggi visibili resti di pareti in opera reticolata, pavimenti a mosaico, sculture e affreschi.

 

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L’ospedale nel medioevo e con Sisto IV

Il Santo Spirito in Sassia, considerato proprio per la sua antica fondazione uno dei più antichi ospedali d’Europa, sorse a sostegno dei poveri, dei malati e degli infanti abbandonati, come testimonia ancor oggi la Ruota degli Esposti posta all’esterno dell’edificio. 

 

 

Nel XII secolo papa Innocenzo III affidò al cavaliere templare Guy di Montpellier, fondatore dell’Ordine Ospitaliero del Santo Spirito, il compito di gestire l’Ospedale e all’architetto Marchionne d’Arezzo quello di costruirlo.

 

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Nei secoli successivi il complesso fu segnato da un triste destino: incendi e saccheggi ne causarono infatti la rovina.

Fu solo nel Quattrocento che un papa tornò ad occuparsi dell’Ospedale, occupandosi del suo recupero e parliamo di Sisto IV della Rovere. Il pontefice si avvalse della collaborazione dell’architetto Baccio Pontelli, che andò ad inserire nel nuovo progetto due edifici per i religiosi al servizio dell’Istituto, uno per i frati e uno per le suore, entrambi realizzati intorno ad un elegante chiostro, divenendo così il primo esempio di architettura civile rinascimentale a Roma.

 

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Le Corsie Sistine

L’Ospedale, che in seguito prese il nome di Corsie Sistine, fu impreziosito da un ciclo di affreschi commissionati dallo stesso pontefice e realizzati da artisti di scuola umbro-laziale e da discepoli di Melozzo da Forlì, del Ghirlandaio, del Pinturicchio e di Antoniazzo Romano. Le 60 scene si snodano lungo l’intero perimetro della sala occupando una superficie di circa 1.200 metri quadri. Il ciclo che origina sulla parete orientale dell’edificio, consiste nella sequenza di riquadri raffiguranti le origini dell’ospedale Innocenziano oltre alle gesta di Sisto IV, dalla nascita alla morte.

Al centro delle Corsie, vi è un alto tiburio sormontato da una torre ottagonale decorata da nicchie con statue di Santi e Profeti e un elegante ciborio attribuito ad Andrea Palladio, unica opera superstite a Roma del celebre architetto rinascimentale, impreziosito ulteriormente dalla pala d’altare che raffigura Giacobbe opera di Carlo Maratta e data quindi al XVI secolo.

 

 

Ad Andrea Bregno è invece attribuito l’antico portale d’ingresso in marmo detto “del Paradiso” poiché dietro di esso si aprivano le due immense corsie Sistine. Nella seconda metà del Novecento la Corsie Sistine furono divise in due sezioni denominate rispettivamente “Sala Lancisi” e “Sala Baglivi”, in memoria degli illustri medici Giovanni Maria Lancisi e Giorgio Baglivi, entrambi vissuti tra la metà del Seicento e l’inizio del Settecento.

 

Il Palazzo del Commendatore

Fu invece papa Pio V, verso la seconda metà del Cinquecento, ad ampliare l’Ospedale con la costruzione del Palazzo del Commendatore opera dell’architetto Nanni di Baccio Bigio (nato Giovanni Lippi). Costruito attorno ad un elegante cortile quadrangolare, è ornato oggi da una fontana donata da Alessandro VII e da un orologio ottocentesco a sei ore, voluto dal commendatore Ludovico Gazzoli.

 

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L’edificio ospita al suo interno l’antica Spezieria, dove possiamo immaginare furono condotte numerose ricerche farmaceutiche andando anche a triturare le diverse erbe medicamentose, di cui oggi sono testimoni le collezioni di antichi vasi e mortai. Sull’elegante loggiato del palazzo, si affaccia il Salone del Commendatore, magnificamente decorato da affreschi che narrano la storia dell’antico Ospedale.

 

La Biblioteca Lancisiana

In epoca più moderna, e cioè nei primi anni del Settecento, sotto il pontificato di Clemente XI fu inoltre fondata la Biblioteca Lancisiana per volere di Giovanni Maria Lancisi, medico e archiatra pontificio, per l’utilità dei giovani medici tirocinanti dell’Ospedale Santo Spirito. 

 

 

Il Museo di Storia dell’Arte Sanitaria

Ulteriori ampliamenti si ebbero prima per volere di papa Alessandro VII con l’edificazione della Sala ospedaliera Alessandrina, oggi sede del Museo di Storia dell’Arte Sanitaria e poi con Benedetto XIV che fece costruire un terzo braccio, denominato Corsia Benedettina, demolito però all’inizio del XX secolo, per la realizzazione dei muraglioni del Tevere e di di Ponte Vittorio.

Il prospetto orientale del complesso venne infine ricostruito su modello dell’antico ospedale sistino e sul versante del lungotevere in Sassia vennero aggiunti altri edifici, sede dei moderni reparti dell’attuale Ospedale del Santo Spirito.

Insomma, è veramente un edificio straordinario, tutto da scoprire: controlla il programma mensile per vedere quando è prevista la prossima visita guidata!