Tra i luoghi più suggestivi e fotografati di Roma, merita una particolare menzione Ponte Sant’Angelo, uno dei ponti più belli e importanti della città.

 

Da Ponte Elio a Ponte Sant’Angelo

La sua storia inizia con l’imperatore Adriano, colui che dotò l’Urbe di un collegamento diretto tra il nuovo mausoleo qui eretto (divenuto poi Castel Sant’Angelo) e il cuore pulsante della città antica, grazie al celebre – ma scomparso – Ponte Elio.

 

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Ricostruzione

 

Divenuto Ponte San Pietro nel Medioevo perché conduceva i pellegrini alla Tomba dell’Apostolo, deve la sua attuale denominazione di Ponte Sant’Angelo in base alle vicende del Castello, al quale è naturalmente collegato. Stando alla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, Gregorio Magno, alla testa di una solenne processione penitenziale per implorare la cessazione della pestilenza che ammorbava la città, proprio in prossimità del Ponte, apparve sopra il Castello l’Arcangelo Michele nell’atto di riporre la spada nel fodero, segno della fine del flagello!

Tra i personaggi più celebri che attraversarono il Ponte, merita una particolare menzione un Dante Alighieri in visita alla Città Eterna durante il Giubileo del 1300, particolarmente colpito dall’ordinato traffico della moltitudine di pellegrini che in quei giorni si ritrovava a passare sull’unico ponte che univa San Pietro al resto della città:  

Come i Roman per l’essercito molto,
l’anno del giubileo, su per lo ponte
hanno a passar la gente modo colto,
che da l’un lato tutti hanno la fronte
verso ‘l castello e vanno a Santo Pietro,
da l’altra sponda vanno verso il monte. (Inf. XVIII, 28-33) 

 

Dal Sacco di Roma a Gian Lorenzo Bernini

Più volte rifatto durante il corso dei secoli, dopo il tragico Sacco di Roma del 1527 da parte dei Lanzichenecchi di Carlo V, nel 1535 papa Clemente VII fece collocare all’ingresso del ponte le statue dei santi Pietro e Paolo del Lorenzetto e di Paolo Romano, a cui furono successivamente aggiunte altre statue che raffiguravano i quattro evangelisti e i patriarchi Adamo, Noè, Abramo e Mosè.

 

 

L’aspetto del ponte cambiò nuovamente il secolo successivo quando, nel 1669, papa Clemente IX fece realizzare un nuovo parapetto, affidando l’incarico a Gian Lorenzo Bernini. E fu in questa occasione che alle due statue di testa (le uniche rimaste della precedente decorazione), vennero aggiunte le dieci statue di Angeli con gli strumenti della Passione: due realizzate dalle sapienti mani del maestro, otto dai suoi allievi.

Questa decorazione trasformò di fatto il ponte da semplice collegamento in un vero e proprio percorso di contemplazione: la scenografica parata degli Angeli librati nel cielo di Roma sul fondale del fiume e della Cupola di San Pietro, che con estrema grazia mostrano ai passanti gli strumenti della Passione di Gesù, diviene infatti una monumentale via Crucis di grande suggestione!

 

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Le statue sul Ponte: Pietro, Paolo e gli Angeli

All’ingresso del Ponte le epigrafi sulle statue dei Santi Pietro e Paolo ammoniscono che da qui vi sarà perdono per gli umili e giusta paga per i superbi. Poi sono gli Angeli a guidare l’elevazione della mente e del cuore, ognuno con un detto della Sacra Scrittura appropriato al Mistero che rappresenta. L’Angelo con la colonna è posto di fronte all’Angelo col flagello, i due strumenti usati dai soldati per punire Gesù dopo il processo in cui Pilato lo condannò a morte. L’Angelo con la corona di spine ricorda il secondo supplizio di Gesù, quella corona posta sulla testa per schernirlo, mentre il suo volto insanguinato è ricordato dall’Angelo il velo, quello usato dalla Veronica per pulirlo.

 

 

Il quinto Angelo reca i chiodi utilizzati per la crocifissione e, di fronte, si trova l’Angelo con la veste di Gesù e i dadi usati dai soldati per spartirsela a sorte. Segue poi l’Angelo con la croce, mentre la condanna di Pilato è recata dall’Angelo con il titolo INRI.

 

 

L’Angelo con la spugna imbevuta di aceto rammenta gli ultimi atroci istanti di Gesù e l’Angelo con la lancia il colpo inferto al costato dal centurione per essere certi della sua morte.

 

 

Si noti inoltre la genialità del Bernini che decise di far scolpire sotto i piedi di tutti gli Angeli delle nuvole che li sorreggono: gli angeli sono così posti, volutamente, più in alto dei passanti così che, guardandoli dal basso, appaiono loro sullo sfondo del cielo sorretti da una nuvola!

 

I due Angeli del Bernini

Il Bernini scolpì di propria mano solo due sculture, l’Angelo con la corona di spine e l’Angelo con il titolo INRI, ma Clemente IX non volle che opere così belle fossero esposte alle intemperie: furono per questo collocate nella Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, dove possiamo ancora oggi ammirarle, e per il Ponte furono realizzate due copie da Paolo Naldini e Giulio Cartari.

 

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Così, nell’antico percorso del pellegrinaggio penitenziale alla tomba di Pietro, il Ponte divenne per opera del Bernini la via lungo la quale gli Angeli offrivano la propria scorta ai fedeli, sotto l’abbraccio rassicurante della statua dell’Arcangelo che, ieri come oggi, domina con le sue ali spiegate l’intera città dalla terrazza del Castello.