Tra le chiese più monumentali e imponenti di Roma, vi è Sant’Andrea della Valle, sorta in quella che nel XVI secolo era chiamata piazza da Siena per la presenza di Palazzo Piccolomini, fatto costruire da papa Pio II, di origine senese appunto. Sulla piazza vi era anche una piccola chiesa dedicata a San Sebastiano, eretta, secondo la tradizione, dove era stato ritrovato il suo corpo martoriato.

 

La nascita della Chiesa tra 1500 e 1600

Nel 1582 Donna Costanza Piccolomini, duchessa di Amalfi, lasciò in eredità il palazzo ai Chierici Regolari Teatini per la costruzione di una chiesa da innalzare in onore a Sant’Andrea, patrono di Amalfi. I lavori per la sua costruzione, finanziati in larga parte dal cardinale Alessandro Peretti di Montalto – nipote di papa Sisto V – iniziarono nel 1591 su disegno di Gian Francesco Grimaldi e di Giacomo Della Porta. I lavori però si conclusero nel secolo successivo quando nel 1608 Carlo Maderno ampliò il transetto e innalzò la cupola che fu impreziosita dai capitelli che recano nelle colonnine binate un cherubino che forma con le ali una sorta di voluta, modellati dalle sapienti mani di Francesco Borromini. Una cupola particolarmente imponente quindi, inferiore per ampiezza e altezza solo a quelle di San Pietro e dei Ss. Pietro e Paolo all’Eur (scopri qui quali sono le 5 cupole più grandi di Roma); mentre nella seconda metà del Seicento Carlo Rainaldi si dedicò alla sontuosa facciata.

 

Sant Andrea della Valle_cupola_lasinodoro

 

I sontuosi interni

Se alla sua costruzione lavorarono un numero così elevato di importanti architetti, l’interno non poteva essere che ancor più stupefacente! Basterà per esempio alzare gli occhi per ammirare un vero e proprio capolavoro di illusionismo barocco, realizzato all’interno della cupola da Giovanni Lanfranco: l’affresco della Gloria celeste in cui sono presenti Sant’Andrea, la Vergine, il Cristo, santi, profeti, martiri, cherubini e angeli musici così descritti dal Bellori “la soavità del colore fa sentire la melodia celeste nel silenzio della pittura”. Il lavoro fu eseguito tra il 1621 ed il 1625, in concomitanza – e probabilmente in competizione – con gli affreschi del Domenichino nel transetto, dedicati al santo titolare della chiesa, in cui si riconosce anche l’Ecce Agnus Dei, e cioè San Giovanni Battista che indica ai futuri apostoli, Andrea e Giovanni, la figura di Cristo.

 

 

 

Straordinari sono poi i tre affreschi dell’abside che Mattia Preti realizzò nel 1650/1651 in cui manifesta tutta la sua impressionante abilità compositiva mista ad un sensibile effetto decorativo e dedicati a Sant’Andrea (Sant’Andrea issato sulla croce, La crocifissione del Santo e La sepoltura di Sant’Andrea).

 

Sant Andrea della Valle_abside_Mattia Preti_lasinodoro

 

 

La Cappella Barberini

La chiesa, a croce latina, presenta inoltre una vasta navata fiancheggiata da alte cappelle – quattro per lato – che sottolineano il ritmo verticale dell’edificio. Tra queste merita una particolare menzione la Cappella Barberini, nota anche come “Cappella della Tosca” perché qui è ambientata parte della trama dell’opera lirica di Puccini. Voluta dal cardinale Maffeo Barberini, divenuto poi papa Urbano VIII, fu impreziosita delle straordinarie esecuzioni di Domenico Cresti, detto il Passignano: tre tele ad olio (Visitazione, la pala d’altare con l’Assunta e la Presentazione al Tempio) e la serie di affreschi con i profeti e alcune scene della vita di Maria.

 

 

 

Curiosa è anche la seicentesca Cappella di Sant’Andrea Avellino assegnata alla venerazione del santo protettore della morte improvvisa. Tradizione vuole che per la sua beatificazione, il Lanfranco abbia dipinto in soli otto giorni la tela dell’altare, lasciandola però incompiuta, rappresentando il santo colpito da apoplessia durante la Messa del 10 novembre 1608.

 

Sant Andrea della Valle_Cappella di Sant’Andrea Avellino_lasinodoro

 

Insomma è un gioiello artistico tutto da scoprire e ammirare: non resta che partecipare alla nostra visita guidata per lasciarsi travolgere da tutta questa bellezza! Anche perché aprirà in via straordinaria, solo per il nostro gruppo, la seicentesca sagrestia, tra le più belle di Roma!