Santa Maria Maggiore è una delle quattro basiliche papali di Roma, l’unica a presentare ancora oggi la sua struttura originaria – sebbene molto restaurata nel corso dei secoli – voluta da papa Liberio e dal ricco benefattore Giovanni nella metà del IV secolo d.C.

 

La leggendaria nevicata

Si narra che la Vergine sia apparsa in sogno ai due uomini chiedendo la costruzione di una sua chiesa sul colle Esquilino, indicando l’esatto punto con un evento molto speciale. La notte del 5 Agosto del 358 d.C. infatti una straordinaria nevicata ricoprì il luogo dove ancora oggi sorge il tempio mariano. Leggenda a parte, è indubbio che la basilica liberiana, come spesso viene chiamata, sia un vero e proprio scrigno di tesori, che raccontano secoli e secoli di profonda devozione, unita al genio artistico di grandi personaggi, come Filippo Rusuti, Jacopo Torriti, Giuliano e Antonio da Sangallo, Gian Lorenzo Bernini – qui sepolto – Ferdinando Fuga, Giuseppe Valadier e molti altri ancora.

 

La Basilica all’esterno

All’esterno, un grande piazzale accoglie il visitatore che si trova davanti la maestosa e bianca facciata, che da sola racconta la lunga storia della basilica: edificata in tutta la sua maestosità da Ferdinando Fuga nel 1741, incastona all’interno i mosaici del XIII secolo, appartenuti all’antica facciata. Realizzati da Filippo Rusuti, rappresentano la nascita della Basilica con Maria Santissima, apparsa in sogno a Papa Liberio e al patrizio romano Giovanni, che ispira il luogo in cui erigere il suo tempio. 

 

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La Basilica all’interno

All’interno, tra i numerosi capolavori, citiamo i mosaici della navata centrale e dell’arco trionfale risalenti al V secolo d.C., realizzati durante il pontificato di Sisto III (432-440) e quelli dell’abside la cui esecuzione fu affidata a Jacopo Torriti per ordine di Papa Niccolò IV (1288-1292); e ancora il pavimento cosmatesco del 1288 e il soffitto cassettonato in legno dorato del XV secolo.

 

 

I capolavori e la “Salus Populi Romani”

Ovviamente non si può non citare il famoso presepe opera di Arnolfo di Cambio del XIII secolo, che venne trasportato da Domenico Fontana nella Cappella Sistina, commissionata da papa Sisto V Peretti verso la fine del XVI secolo, per ridare vigore alla venerazione della Vergine, dopo la Riforma Luterana e la conclusione del Concilio di Trento. La cappella presenta affreschi raffiguranti antenati di Cristo, storie della Vergine e della vita di Gesù realizzati da un nutrito gruppo di pittori manieristi. Vi è poi la Cappella Paolina, voluta da Paolo V Borghese e commissionata a Flaminio Ponzio, al cui centro si trova la preziosa immagine della Madonna Salus Populi Romani, che secondo la tradizione fu dipinta dallo stesso San Luca, patrono di pittori e artisti.

 

 

La “Sacra Culla”, il Museo Storico e l’Area Archeologica

Di notevole interesse anche la reliquia della “Sacra Culla – dove secondo la tradizione sarebbe stato deposto Gesù Bambino – e il Museo Storico aperto nel 2001 dove sono esposti gli oggetti più preziosi appartenenti alla Basilica, chiamata anche “Betlemme d’Occidente”. Da qui inoltre è possibile accedere all’area archeologica sotterranea, ove è possibile scoprire interessanti ambienti di una casa datata tra il I e il IV secolo d.C.; un raro calendario ad affresco con scene di lavori agricoli della fine del II secolo d. C.; ed alcune testimonianze della Basilica Paleocristiana fondata da papa Sisto III alla metà del V secolo.

 

 

 

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