Tra le piccole chiese nascoste di Roma, vi è certamente la Chiesa di Santa Bibiana situata a pochi metri di distanza dal cosiddetto Tempio di Minerva Medica, nei pressi della Stazione Termini.

 

Le origini della Chiesa

La sua origine è molto antica, ma si pone ad onor del vero tra storia e leggenda. Secondo alcuni potrebbe essere infatti sorta nel 363 d.C. per volere della matrona Olimpina; secondo altri invece la chiesa fu costruita nel 468 d.C da papa Simplicio.

Le iscrizioni e le decorazioni della chiesa, come appaiono ancora oggi, sembrano però riferirsi alla prima ipotesi, legando quindi questo luogo alla casa in cui visse, subì il martirio e fu sepolta l’intera famiglia di Bibiana (il padre Flaviano, la madre Dafrosa e la sorella Demetria), all’epoca dell’imperatore Giuliano l’Apostata.

Sappiamo inoltre che la domus/chiesa sorse nell’area un tempo occupata dagli Horti Luciniani appartenuti nel III secolo d.C. a Galieno con giardini, terme e differenti padiglioni, in cui l’imperatore era solito soggiornare insieme all’amministrazione cittadina.

La chiesa dunque potrebbe essere stata edificata proprio utilizzando questi resti ed utilizzata inizialmente, già dalla famiglia di Bibiana, come domus ecclesia, edificio che poi potrebbe essere stato ampliato proprio da papa Simplicio nel secolo successivo.

 

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La Chiesa in epoca Medioevale

Notizie più certe si hanno per il periodo medievale. Sappiamo infatti che nel 1224 papa Onorio III fece erigere proprio di fronte alla chiesa un monastero femminile rimasto poi in uso fino al 1440, anno in cui papa Eugenio IV lo fece invece sopprimere sembra per cattiva condotta di alcune religiose! E proprio all’interno della chiesa è possibile ancora oggi scorgere le lastre tombali di alcune badesse.

 

Il trionfo del Barocco: Bernini, Ciampelli e Pietro da Cortona

Ma è con il Seicento e in occasione dell’imminente Giubileo che, tra 1624 e 1625, papa Urbano VIII Barberini incaricò Gian Lorenzo Bernini di restaurare la chiesa, che assunse così l’aspetto attuale. Si tratta della prima opera di architettura di cui si occupò il grande artista che decise di mantenere il più possibile il suo aspetto originario, proprio per non alterare i valori della prima cristianità.

 

 

L’interno fu poi impreziosito dagli interessanti cicli di affreschi realizzati da Agostino Ciampelli (cognato di Bernini) e Pietro da Cortona nella navata centrale con riquadri che raccontano vita e martirio di Santa Bibiana. Nonostante i rapporti poco cordiali, tra i due artisti vi fu un’indubbia collaborazione nell’eseguire l’intero ciclo di affreschi.

 

 

Ma è nell’altare maggiore che si può ammirare l’opera più straordinaria della chiesa, e cioè la prima opera pubblica a soggetto sacro realizzata da Gian Lorenzo Bernini, tra 1624 e 1625: la  statua di Santa Bibiana. Inserita in una nicchia marmorea rivestita di pietra di lavagna, risalta ancora di più la bianca figura della santa, ritratta come una fanciulla giovane e bella, con lo sguardo rivolto verso l’alto in una ottimistica accettazione del proprio destino, che si concluderà con la beatitudine eterna. E’ legata alla colonna del martirio in una posa marcata dal classico chiasmo: una gamba piegata, l’altra nascosta dal raffinato panneggio, che è una vera e propria sorpresa.

 

 

 

Dopo i tanti nudi dei gruppi borghesiani, Bernini realizza il suo piccolo grande capolavoro: la cintura, alta in vita, raccoglie le vesti con infinite pieghe che evidenziano i seni e le rotondità femminili. Ed è in questa scultura che Bernini rinnovò radicalmente le opere del genere: esaltò l’eroina facendole rivolgere gli occhi verso l’alto, in un momento di rapimento estatico, come poi ripeterà nelle più tarde Estasi di Santa Teresa d’Avila e della Beata Ludovica Albertoni. Ma non solo.

 

 

Rese la luce assoluta protagonista dell’opera: spiovendo da una piccola finestrella ricavata nella volta, la luce colpisce il volto della martire colta nel momento di ricevere la visione, come se Bernini volesse attribuire alla santa la capacità di narrare l’intera storia.

Curiosità. Proprio accanto all’ingresso e protetta da una grata in bronzo dorato (realizzata su disegno dello stesso Bernini), è esposta la colonna in marmo rosso antico a cui, secondo tradizione, Bibiana fu legata e flagellata con le piombate.

Non resta che partecipare alla nostra visita guidata per ammirare dal vivo questo immenso capolavoro artistico!