Impossibile non riconoscere il profilo della lanterna della Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, opera che più impegnò Francesco Borromini nella sua progettazione! Vediamo insieme la storia e la descrizione architettonica.

 

Il Palazzo della Sapienza: la più antica università di Roma

La chiesa si trova all’interno del Palazzo della Sapienza, la più antica università di Roma: nel 1497 papa Alessandro VI Borgia diede infatti inizio alla costruzione dell’edificio che avrebbe ospitato le differenti schole dell’università romana, riunendo così in un’unica sede lo Studium Urbis, denominato anche “Sapienza”.

In seguito furono vari i pontefici che si dedicarono al suo ampliamento e abbellimento: Leone X Medici fece aggiungere un braccio all’edificio; dopo il Sacco di Roma del 1527, Pio IV Medici incaricò dei lavori Pirro Ligorio e il suo progetto fu poi completato da Giacomo della Porta, che pose l’ingresso verso piazza Navona.

 

Borromini alla Sapienza

Spetterà poi nel Seicento proprio a Francesco Borromini realizzare nel cortile la Chiesa dedicata a Sant’Ivo, patrono degli avvocati. I lavori iniziarono nel 1632 su incarico di papa Urbano VIII Barberini e l’edificio venne inaugurato da papa Alessandro VII Chigi nel 1660. La principale difficoltà per l’artista fu quella di dover realizzare una chiesa potendo usufruire del solo lato breve del cortile e quindi di uno spazio veramente ridotto. Borromini scelse di sviluppare il suo progetto verso l’alto, con lo slancio della cupola che con la sua luminosità inondante, suggerisce perfettamente l’idea di un’altezza irraggiungibile!

 

 

La complessa pianta di Sant’Ivo alla Sapienza

La pianta scelta per la chiesa fu mistilinea, esagonale e determinata dall’intersezione di due triangoli equilateri che si compenetrano andando a disegnare una stella a sei punte. Il perimetro interno della chiesa si presenta quindi con una sequenza continua di pilastri giganteschi che salgono verso l’alto: non c’è trabeazione, la cupola infatti si imposta direttamente sulle pareti, andando a disegnare nuovamente la forma delle stella.

Via via che si sale in altezza, i contrasti tra le varie parti si affievoliscono e vengono ad arrestarsi sotto la lanterna, nella pura dimensione del circolo, in un’esecuzione straordinaria. Il bianco candore delle pareti fa sembrare l’interno della chiesa ben più grande e soprattutto molto luminoso.

 

 

La cupola di Sant’Ivo alla Sapienza

Ma è forse all’esterno che Borromini raggiunse il suo apice. La cupola infatti è costituita da ben quattro parti differenti: prima un alto tamburo esagonale su cui si imposta una piramide a gradoni divisa da costoloni simili a contrafforti, poi la lanterna con doppie colonne e rientranze concave ed infine la celebre spirale, culminante in una corona fiammata, sopra la quale, nella leggerezza del ferro battuto, ci sono una tiara, un globo, la colomba dei Pamphilj con il ramoscello d’olivo in bocca e la croce (realizzata durante il pontificato di papa Innocenzo X).

 

Cupola Sant'Ivo alla Sapienza

Cupola

 

La simbologia adottata da Borromini per la realizzazione di questa chiesa ha molto da raccontare: vi aspettiamo alla nostra prossima visita guidata per scoprire tutti i suoi segreti!