Uno dei luoghi più suggestivi di Roma, si trova sul Gianicolo ed è indubbiamente il complesso di San Pietro in Montorio (chiesa e Tempietto del Bramante), non solo perché offre uno straordinario panorama sull’intera città, ma anche per la forte spiritualità che emana.

 

San Pietro e i Gianicolo

Secondo la tradizione infatti, il complesso sorge nel luogo in cui l’Apostolo Pietro fu crocifisso sulla croce capovolta a testa in giù. Fu quindi qui che nel medioevo i monaci celestini decisero di edificare una piccola chiesa che passò poi nel XII secolo ai benedettini e nel Quattrocento, per volere di papa Sisto IV della Rovere, ai francescani. I frati, a seguito della definitiva acquisizione e conseguentemente al diffondersi della notizia che la chiesa contenesse la memoria del martirio di San Pietro, provvidero a far abbattere il vecchio edificio.

 

San Pietro in Montorio: la storia della Chiesa

La nuova chiesa, realizzata dall’architetto Baccio Pontelli, fu eretta inizialmente con i proventi offerti dal re di Francia Luigi XI e successivamente, da quelli dei reali di Spagna Ferdinando d’Aragona ed Isabella di Castiglia, venendo infine consacrata il 6 Giugno del 1500.

La chiesa è dotata di una raffinata ed elegante facciata a timpano, a due ordini con rosone gotico centrale ed è preceduta da una doppia rampa di scale che conduce al portale ligneo d’ingresso. L’interno, a navata unica e abside poligonale, è scandito da tre campate: le prime due coperte da volte a crociera, con altrettante cappelle semicircolari; la terza con volta a vela, fiancheggiata da due nicchioni che ripropongono l’andamento di un transetto.

 

 

Arte in San Pietro in Montorio: Vasari, Sebastiano del Piombo e Bernini

Un luogo così importante per la cristianità non poteva che custodire al suo interno preziose opere d’arte e tra le più celebri vi sono la Flagellazione e la Trasfigurazione di Sebastiano del Piombo e la serie di affreschi realizzati in ben due cappelle da Giorgio Vasari. Degna di nota poi a livello architettonico è la Cappella Raimondi, la seconda sulla sinistra, disegnata da Gian Lorenzo Bernini intorno al 1640.

 

San_Pietro_in_Montorio_Cappella_Raimondi_lasinodoro

 

Il “ricordo” di Beatrice Cenci

Sotto l’altare maggiore, non ricordata da alcuna lapide come avveniva per tutti i condannati a morte, fu sepolta nel 1599 Beatrice Cenci, la cui testa fu posta all’interno di in un’apposita teca fino al 1789. Si racconta che in seguito un soldato francese di nome Jean Maccuse, abbia profanato la teca e dopo essersi divertito a prendere a calci la disgraziata testa della povera Beatrice, se ne sia andato con la reliquia in tasca! Il soldato però sembra sia stato colpito da una terribile maledizione: da quel momento, non ebbe infatti più pace!

 

La Trasfigurazione di Raffaello

La chiesa perse poi anche un’importante opera d’arte, la Trasfigurazione di Raffaello, qui posta nel 1523. Il cardinale Giulio de’ Medici aveva commissionato l’opera per donarla alla Cattedrale di Narbonne in Francia, di cui era titolare, ma l’opera non arrivò mai a destinazione. Raffaello morì e la tela fu in seguito terminata da Giulio Romano; rimasta a Roma, fu donata alla Chiesa di San Pietro in Montorio, dove rimase sino al 1797, anno in cui Napoleone la fece trasferire a Parigi. Il capolavoro di Raffaello tornò però a Roma nel 1816, venendo esposta nella Pinacoteca Vaticana, dove ancora oggi è possibile ammirarla.

 

Trasfigurazione-Raffaello_lasinodoro

 

Il Gianicolo e la Repubblica Romana

Le tristi vicende della chiesa non finiscono però qui. Nel 1849, quando il Gianicolo fu teatro dei violenti combattimenti a difesa della Repubblica Romana, la chiesa finì sotto i bombardamenti che ne danneggiarono l’abside ed il tetto, distruggendo invece completamente il campanile del Quattrocento che però fu poi interamente ricostruito.