Lungo via del Teatro Marcello, si trova la piccola ma interessante Basilica di San Nicola in Carcere. Scopriamo insieme la sua interessante storia e consulta il programma mensile per vedere quando è prevista la prossima visita guidata!

 

I templi nel Foro Olitorio: Speranza, Giunone Sospita, Giano, Pietà

Lungo via del Teatro Marcello e all’interno di quella che un tempo era l’area dell’importante Foro Olitorio, vennero edificati in età repubblicana quattro templi dedicati alla Speranza, a Giunone Sospita, a Giano e alla Pietà che furono poi distrutti nel I secolo a.C. per consentire la costruzione dell’imponente Teatro di Marcello. Tre templi però furono subito ricostruiti poco più avanti (ad eccezione del tempio della Pietà per il quale non c’era lo spazio sufficiente e non fu più ricostruito), dove ancora oggi possiamo ammirare i loro resti, finendo poi per essere in gran parte inglobati nella Basilica di San Nicola in Carcere.

 

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La Basilica di San Nicola in Carcere: storia e origine

L’edificio, costruito nel 1128 (come ricorda l’iscrizione presente in facciata), fu dedicato a san Nicola poiché nell’area viveva la comunità greca a lui particolarmente devota e ricevette l’appellativo di “in carcere” da una prigione qui presente proprio in epoca medioevale. La basilica fu quasi interamente riedificata ed arricchita nel 1599 per mano dell’architetto Giacomo della Porta; venne poi ulteriormente restaurata e decorata durante il pontificato di papa Pio IX nel 1865 ed infine liberata nel 1932 dai fabbricati che le si erano addossati durante il corso dei secoli, così da mettere in luce i resti degli antichi templi romani circostanti.

 

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Le opere d’arte della Basilica

L’edificio all’interno rispetta ampiamente i canoni architettonici utilizzati per la costruzione delle antiche chiese romane con tre navate divise da 14 colonne, diverse per materiale e per dimensioni, tutte provenienti da antichi templi, esprimendo una straordinaria armonia. Non mancano i grandi capolavori artistici come la Trinità ed Angeli del Guercino, la Madonna con Bambino di Antonio Romano e l’Ascensione di Lorenzo Costa o ancora le interessanti memorie antiche, come per esempio una lunga iscrizione del 1088 con l’elenco dei doni fatti alla basilica al tempo di papa Urbano II.

 

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Gli importanti sotterranei della Basilica

Scendendo nei suoi sotterranei è invece possibile ammirare ciò che resta degli edifici antichi: i podi dei tre templi romani, i due stretti vicoli che li separavano e alcune piccole celle a volta interpretate come botteghe di cambiavalute, ipotesi alquanto verosimile tenendo conto della destinazione commerciale della zona del Foro Olitorio, prossima anche al Foro Boario.

 

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La Festa di San Nicola

In occasione della festa di San Nicola, il 6 Dicembre, in questa basilica venivano donati ai fedeli i cosiddetti pani di San Nicola, che il Belli prese ad esempio nel suo sonetto “Le gabbelle nove” del 1833 per sottolineare la tirchieria dei fornai:

Bbasta, o ccorpa der forno, o dde la mola,
er fatto sta cche la paggnotta ar forno
sce la danno ppiú ppiccola oggiggiorno
de cuelle de San Biascio e Ssan Nicola.