Tra i luoghi di culto più particolari in assoluto presenti a Roma, la Chiesa di San Giovanni Decollato occupa indubbiamente una posizione molto alta in classifica. Come mai? Per la sua particolare storia che la lega all’Arciconfraternita della Misericordia, un gruppo di laici devoti alla Nazione Fiorentina e a San Giovanni Battista, che avevano come compito principale quello di assistere, spiritualmente e materialmente, i condannati a morte.

 

La Nazione Fiorentina e la Chiesa di San Giovanni Decollato

Il sodalizio nasce nel 1488 e viene ufficialmente approvato da papa Innocenzo VIII, il quale concesse di costruire una nuova chiesa su quella preesistente denominata Santa Maria de Fovea (o della Fossa). Il complesso, un vero e proprio convento con chiesa, chiostro e oratorio, fu completato verso la metà del 1500, divenendo uno dei più significativi esempi della presenza del Manierismo toscano a Roma. Il tutto si è conservato sostanzialmente integro fino a oggi, salvo qualche restauro realizzato tra Settecento e Ottocento che però non ha apportato modifiche sostanziali. All’interno della Chiesa di San Giovanni Decollato si possono ammirare capolavori artistici di immenso valore, come per esempio la Natività del Battista di Jacopo Zucchi, l’Incredulità di San Tommaso e la Decollazione del Battista di Giorgio Vasari o ancora la Visitazione del Pomarancio.

 

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L’oratorio e il chiostro di San Giovanni Decollato

Ma è entrando nell’oratorio che si resterà senza parole. L’ambiente fu interamente decorato con un ciclo di affreschi che illustrano la vita di San Giovanni Battista, ad opera del gruppo di artisti manieristi fiorentini tra i più celebri dell’epoca, tra cui spiccano per importanza Jacopino del Conte, Francesco Salviati e Pirro Ligorio.

 

 

Altro gioiello assolutamente da non perdere è il vicino chiostro, fatto costruire nel 1600 ai tempi di papa Clemente VIII. Un luogo di pace assoluta in cui però sono ben visibili nei pavimenti i chiusini in marmo delle fosse comuni destinate ai condannati. Interessanti le iscrizioni qui poste: “Signore, quando verrai, non ci giudicare” perché (questo è sottinteso) noi siamo stati già giudicati.

 

L’attività dell’Arciconfraternita

L’Arciconfraternita infatti si occupava anche di dare sepoltura ai condannati a morte e di pregare per le loro anime. Grazie ai loro registri sappiamo che alla vigilia di un’esecuzione, sul far della sera, i confratelli uscivano dalla loro chiesa e si dirigevano verso le prigioni avvolti nei loro mantelli neri. Mentre i confratelli camminavano e recitavano preghiere, il suono di una campana annunciava al popolo che l’indomani un uomo sarebbe stato giustiziato. Nelle carceri i confratelli trascorrevano con il condannato la lunga veglia notturna. Dopo l’esecuzione i corpi dei giustiziati che si erano pentiti venivano sepolti nel loro chiostro, mentre le salme degli “eretici impenitenti” venivano gettate in fosse comuni presso il Muro Torto.

 

La Camera Storica

Nella “camera storica” dell’Arciconfraternita vi sono documenti e cimeli rarissimi come per esempio la condanna a morte, affissa ad una parete, di Giordano Bruno. Nei registri di San Giovanni Decollato invece si trovano elencate tutte le esecuzioni, le più celebri delle quali sono quelle dei membri della famiglia Cenci e dell’eretico Gian Luigi Pascale. E’ proprio però grazie a queste terribili pagine che rivive tutta un’umanità dolente, spesso dimenticata, anche perché ormai da tempo – e fortunatamente – la storia ha condannato processi, patiboli e roghi, soprattutto quelli ispirati dall’intolleranza politica e religiosa!

 

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