In piazza dell’Oro, proprio all’incrocio con l’elegante via Giulia, si innalza in tutta la sua imponenza l’importante Chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini, così chiamata perché, anticamente, sorgeva accanto al grande palazzo cinquecentesco che ospitava il Consolato Fiorentino. La chiesa fu infatti costruita per la numerosa comunità fiorentina che viveva in questa zona, supportata dal potere di due grandi papi toscani di casa Medici – Leone X e Clemente VII – divenendo chiesa nazionale.
Le vicende travagliate della costruzione
Fu proprio il primo papa Medici (Leone X) a indire un concorso per la costruzione dell’edificio: tra i concorrenti vi fu anche Raffaello, ma il progetto vincitore risultò essere quello di Jacopo Sansovino. I lavori iniziarono così nei primi anni del Cinquecento e si conclusero però solamente alla fine del secolo, perché molti furono i problemi riscontrati durante la sua costruzione, come ad esempio la realizzazione delle forti sostruzioni da edificare nelle sabbie del fiume. In effetti la chiesa venne completata dopo più di un secolo, vedendo qui impegnati, uno dopo l’altro, Antonio da Sangallo il Giovane, Giacomo Della Porta e Carlo Maderno. E’ a lui che si deve la realizzazione della caratteristica cupola (completata nel 1614) di forma allungata, simpaticamente soprannominata dei romani “il confetto succhiato”!
Le opere d’arte: Bernini, Algardi, Maderno e Borromini
Ma i suoi più grandi tesori sono le straordinarie opere d’arte custodite al suo interno, particolarmente ricco di affreschi, quadri e marmi pregiati.
Nelle dieci cappelle laterali per esempio, spiccano alcuni monumenti funebri realizzati dai maggiori scultori dell’età barocca: Bernini, Algardi, Carlo Maderno e Francesco Borromini, entrambi qui sepolti. Come si sa, il Borromini morì suicida nel 1667, gettandosi sulla spada che lo trafisse da parte a parte: la sepoltura in un luogo consacrato, però, non deve stupire perché l’artista, in fin di vita, accettò i Sacramenti e si pentì del gesto compiuto, dovuto alla grave malattia che da tempo lo affliggeva. Nonostante il pentimento, però, la tomba personalmente allestita nella cripta di San Carlo alle Quattro Fontane rimase vuota perché i Trinitari non permisero che nella loro chiesa vi fosse sepolto un suicida. Motivo per il quale venne poi sepolto proprio qui, anche se in maniera assai semplice.
Del Bernini invece sono i busti di Antonio Coppola e Antonio Cepparelli, patrizi fiorentini benefattori dell’Arciconfraternita e dell’Ospedale dei Fiorentini.
La Chiesa e San Filippo Neri
La chiesa è divenuta anche importante nella storia cittadina perché ebbe, tra 1564 e 1575, un importante rettore, San Filippo Neri, chiamato a gran voce dai Fiorentini, desiderosi di avere una figura carismatica a capo della loro nuova chiesa nazionale. Filippo però non gradiva molto questo ambiente, ritenuto troppo “nobile” e frequentemente tornava alla sua precedente Chiesa di San Girolamo della Carità.
Per ammirare dal vivo questo immenso capolavoro artistico, non resta che partecipare alla nostra visita guidata a via Giulia e alla Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini: scopri qui quando è in programma!