Quanto è bella Roma con i suoi gloriosi monumenti, le sue imponenti chiese, gli straordinari musei e il fascino senza tempo delle sue strade! Ma come è noto, sotto i nostri piedi, vi è una grande quantità di luoghi unici che con alcune aperture straordinarie (come quelle che organizziamo noi: scopri quando ammirarli dal vivo con le visite guidate nel programma mensile) possono essere visitati dai più!

Si tratta di veri e propri tesori archeologici, spesso venuti alla luce in modo del tutto casuale e aperti al pubblico per poter essere al meglio goduti! Noi ne abbiamo selezionati cinque che crediamo debbano assolutamente essere visitati almeno una volta nella vita. E non esageriamo!

 

Mitreo dell’Ara Massima di Ercole

Questo suggestivo luogo si trova proprio a pochi metri dal Circo Massimo e dalla Bocca della Verità e vi si accede attraverso una ripida scala all’interno dell’ex pastificio Pantanella. Da subito ciò che appare ai nostri occhi è davvero sorprendente: infatti un’enorme costruzione in mattoni del II secolo, forse un centro direzionale legato ai giochi circensi, ancora in parte ben conservato, che ospita un piccolo mitreo.

 

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Si tratta di un luogo di culto dedicato agli adepti di Mitra, giovane dio di origine frigia, molto in voga a Roma e nel resto dell’impero proprio a partire dal II secolo. Le stanze che si susseguono erano il luogo in cui piccoli gruppi di soli uomini si riunivano per compiere il rituale in onore di Mitra: al centro del culto vi era infatti l’uccisione del toro cosmico che con il suo sangue e il suo sperma riportava nel mondo l’ordine e la fertilità, garantendo ai fedeli una buona vita ed una buona morte. Data la ristrettezza del posto non è verosimile che qui avvenissero dei veri e propri sacrifici cruenti e quindi è più probabile che per il banchetto si usassero altri alimenti, come il pane e forse il vino. Questa e molte altre sono le similitudini con il contemporaneo culto cristiano, che nel IV secolo prenderà il definitivo sopravvento, facendo così terminare tra le altre anche la religione mitriaca. E a noi oggi resta il fascino di questo luogo sotterraneo così come di molti altri mitrei sparsi nella città!

 

Ipogeo di via Livenza

Un luogo assolutamente unico nel suo genere è il piccolo ipogeo che si trova in via Livenza, nei pressi di piazza Fiume, a pochi metri dalle Mura Aureliane e dalla via Salaria. Qui infatti, a molti metri di profondità, è stato trovato durante gli scavi di fondazione di un moderno palazzo, un luogo che ancora desta in studiosi e appassionati mille domande.

 

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Si tratta di una camera, di cui oggi resta visibile solo una parte, che presenta una particolare vasca per l’acqua, collegata anche ad un sistema di canali idrici, decorata tutto intorno da particolari pitture ad affresco e mosaici policromi. Purtroppo non è ancora possibile stabilire la funzione di una vasca così stretta e profonda, posta a molti metri di profondità né tanto meno identificare con certezza le immagini raffigurate nella stanza, un vero e proprio rompicapo! Da un lato sembrano raffigurate la dea della caccia Diana – con tanto di arco e frecce – insieme a cervi e ad una ninfa, mentre nella piccola porzione conservata di mosaico sembra possibile riconoscere la figure di un uomo – forse Pietro – mentre battezza sulle rive di un fiume un altro uomo inginocchiato. Dunque due iconografie davvero diverse che richiamano religioni differenti che forse per un periodo, intorno al IV secolo, hanno convissuto tra loro e che adornavano quello che dai più recenti studi sembra essere un ninfeo sotterraneo di straordinario splendore.

 

Il Colombario di Pomponio Hylas

Nel parco degli Scipioni, affianco a Porta Latina, sorge un piccolo gioiello funerario dell’antica Roma. Il colombario è infatti un luogo di sepoltura databile tra il I secolo a.C. e il I d.C. e presenta al suo interno piccole nicchie contenenti ancora alcuni resti di olle cinerarie.

 

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L’interno del colombario

 

L’interno è delicatamente affrescato con scene tratte dal mito e dal rituale funebre romano, tutte con un forte carattere simbolico: alcune sembrano alludere ai diversi destini dell’anima nell’aldilà; altre sono incentrate sulla figura di Orfeo, cantore e musico insuperabile, fondatore di culti e misteri. Con la sua raffigurazione sembra si sia voluto additare la via e il mezzo per raggiungere l’immortalità e quindi la felicità ultraterrena. Tra i vari nomi dei personaggi qui presenti, emerge quello di Pomponio Hylas, un liberto, che qui si fece seppellire insieme ad altri, testimoniando così l’importanza e la ricchezza che questi ex schiavi potevano raggiungere una volta affrancati.

 

Ninfeo degli Annibaldi

In via degli Annibaldi, nella zona dove un tempo si estendeva la grandiosa Domus Aurea di Nerone, è possibile, scendendo una ripida scala, raggiungere quello che un tempo doveva essere un lussuoso ninfeo, appartenuto forse ad una ricca domus di epoca repubblicana, distrutta poi dalle costruzioni neroniane.

 

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Il ninfeo è tutto completamente ricoperto di conchiglie e pietre pomici che creano un suggestivo gioco decorativo, insieme a delle nicchie sulle pareti, che ne movimentano il prospetto con un gioco di pieni e di vuoti. Doveva dunque essere una fontana davvero spettacolare, un vero e proprio inno al lusso della classe dirigente dell’antica Roma.

 

Insula di San Paolo alla Regola

Concludiamo la nostra classifica con un luogo davvero eccezionale. Si tratta delle stanze ritrovate nei pressi della Chiesa di San Paolo alla Regola, a pochi metri dal fiume Tevere, ormai sepolti sotto molti metri di terra.

 

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San Paolo alla Regola

 

Appena ritrovati questi ambienti furono associati ad un’insula, una casa di abitazione comune dell’antica Roma e interpretati come il luogo in cui, nel I secolo d.C., visse per un periodo l’apostolo Paolo. Indagini più recenti hanno invece portato a ritenere che questi ambienti, per la loro forma e per la zona in cui sorgono, fossero più verosimilmente dei magazzini, gli Horrea in cui venivano custodite le merci appena giunte a Roma o in partenza dal non lontano Porto Tiberino. Gli stravolgimenti che subì questo luogo sono davvero numerosi, tanto che al di sopra vi si è innestato nei secoli successivi un ulteriore edificio, Palazzo Specchi.