Un piccolo gioiello poco noto tutto da scoprire: la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma!
La storia della Galleria
Da non confondere con La Galleria Nazionale (ex GNAM), la piccola ma preziosa Galleria Comunale d’Arte Moderna, sorge dal 1995 all’interno dell’ex convento delle carmelitane scalze a San Giuseppe Capo le Case, lungo la centralissima via Francesco Crispi, alle spalle di piazza di Spagna.
Voluta e gestita dal Comune di Roma all’indomani dell’Unità d’Italia, prende in realtà forma solo nel 1925, sebbene alterne vicende porteranno spesso negli anni successivi alla sua chiusura.
Le opere della Galleria d’Arte Moderna
La sua collezione vuole raccontare il rapporto che gli artisti del XX secolo hanno avuto con la Città Eterna. Una serie di opere, sia di autori più noti (Giorgio De Chirico, Giacomo Balla, Mauro Sironi, Giacomo Manzù) che di protagonisti di nicchia, accompagnano il visitatore alla scoperta di diverse angolazioni della città: il filo conduttore è infatti il legame che c’è tra Roma e il Moderno, a volte in conflitto, ma spesso davvero fruttuoso e unico. La particolarità del Museo è quella di apparire quasi come una galleria privata, intima, dove è privilegiato il rapporto diretto e la lettura a “tu per tu”, chiave fondamentale per poter interpretare e comprendere l’arte dei nostri giorni.
Le sculture nel Chiostro dell’ex convento
Nel chiostro dell’ex convento è possibile ammirare la collezione di sculture che ripercorre in maniera plastica la storia delle trasformazioni, non solo artistiche, ma anche sociali e culturali, della città così come del Paese.
Le opere del Novecento: Balla, De Chirico, Sironi e…
Si passa così al primo settore in cui sono esposte le opere dei primi venti anni del Novecento, dalla giunta del sindaco Ernesto Nathan fino alla Prima Guerra Mondiale; per poi giungere alla sezione che ospita gli anni dal primo dopoguerra fino al 1945, caratterizzati dalla convivenza, spesso non facile, tra modernità e tradizione, tra liberalità e acceso nazionalismo.
L’ultima parte è dedicata invece al secondo dopoguerra, agli anni del boom economico fino alle contestazioni, anche artistiche, del 1968.
Da non perdere è poi la sezione della Grafica, in cui sono esposte le opere degli artisti che hanno omaggiato la città con le loro vedute, sempre in chiave contemporanea, risaltandone di volta in volta la miseria come la nobiltà.
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