C’era una volta tanto tempo fa… Fermi tutti! Ma che noiaaaa!!! Questa è la mia storia e io non sono certo un tipo da favoletta noiosa o da cantilena. Mi presento signore e signori, anzi bambine e bambini, sono Raffaello Sanzio, di mestiere pittore e anche un po’ architetto.
Io sono il “divin pittore”
Come avrete capito non sono un tipo qualunque ed è per questo che tutti da più di 500 anni mi chiamano Raffaello il “divino”… Voi direte: CINQUECENTOANNI??? Come è possibile! Ebbene vi svelo un segreto: l’arte, quella vera, e il genio, quello vero, rendono immortali! Sì lo so, forse sono un po’ superbo, ma che volete farci, sin da bambino ho sempre ricevuto lodi e complimenti per i miei lavori.
Eh sì, perché ho iniziato a disegnare che ero alto più o meno come un soldo di cacio, grazie al mio papà Giovanni, che era proprio un bravo artista e lavorava per il Duca Federico, signore di Urbino, la mia città di nascita. Purtroppo persi i miei genitori molto presto e così decisi di non perdere tempo e di darmi da fare per diventare il più bravo artista del mondo!
Cominciai dunque a lavorare per alcuni importanti pittori, come un signore di nome Pietro detto il Perugino, al tempo il migliore in circolazione. Mi insegnò molto, sapete, e in quel periodo mi divertii anche tanto perché ero giovane, allegro e pieno di voglia di fare! Conobbi un sacco di persone tra cui quello che potremmo considerare un buon amico, pittore anche lui, di nome Bernardino, che però essendo piccolino di statura tutti chiamavano Pinturicchio.
La mia vita tra Perugia e Firenze
Grazie ai miei maestri lavorai sia a Perugia che a Firenze: wow ragazzi un sogno! Firenze era la città dei grandi artisti, lì sì che avrei imparato tantissimo… C’era infatti una bottega di pittori proprio vicino alla piazza principale della città, dove spesso mi piaceva trascorrere del tempo insieme ad altri ragazzi come me, tutti innamorati dell’arte!
Certo non lo nego, tra questi c’era anche un giovane che mi è sempre stato profondamente antipatico: burbero, scontroso, avido… figurarsi mai un sorriso, mai una parola buona. Però devo ammetterlo: non ho mai ammirato nessuno come lui e forse in cuor mio l’ho sempre invidiato. Nessuno sapeva plasmare la pietra come lui! E non solo… anche con i pennelli non se la cavava affatto male… e va bene sapeva pure fare l’architetto… scriveva anche qualche poesiola di tanto in tanto… però era proprio odioso!!! Ah dimenticavo si chiamava Buonarroti, Michelangelo Buonarroti.
La mia vita a Roma
Tornando a me, ad un certo punto ho capito che per diventare il migliore dovevo andare a Roma, sì Roma, la Roma dei secoli antichi, la capitale dell’Impero, l’invincibile e oggi la sede della Chiesa e dei papi! Sapete sin da piccolo ho sempre amato la storia e in generale mi hanno sempre affascinato le opere antiche. Finalmente avrei potuto passeggiare ore e ore e vedere i vecchi monumenti di Roma: il Colosseo, il Pantheon, la Piramide!!!
Comunque amici miei arrivo a Roma e lì non ce n’è per nessuno!!! Grazie al mio compaesano Donato Bramante, architetto del papa, ricevo subito un lavoretto di quelli niente male: dipingere le stanze in Vaticano dove abita il papa in persona… che colpaccio, vero?
In generale furono anni frenetici, pieni di lavoro, tanto che ben presto dovetti assumere dei collaboratori per farmi dare una mano. Tutti volevano una mia opera, ricchi signori, cardinali, nobili dame, chiese e conventi… A un certo punto non sapevo più a chi dare i resti!
Volete sapere una mia giornata tipo? La mattina sveglia presto per fare il giro dei cantieri, poi passare nelle mie botteghe, subito dopo a pranzo con qualche importante personaggio e poi di nuovo a lavoro fino a sera. Per fortuna avevo una bella casa proprio vicino San Pietro!
Il mio grande amore
Va bene, a voi lo posso confidare, tanto non è un segreto per nessuno: la mia vita non è solo lavoro, ho sempre avuto un debole per le belle ragazze e per il divertimento con gli amici. Anche se da un po’ di tempo credo di essermi innamorato sul serio, sapete quella storia delle farfalle nello stomaco? Lei si chiama Margherita ed è la figlia del fornaio di Trastevere, per questo io la chiamo affettuosamente Fornarina. È così bella, talmente bella, che spesso le chiedo di posare come modella per i miei quadri. La mia vita è sempre stata al top!
La mia morte
Purtroppo però una brutta malattia mi ha colpito all’improvviso e così a soli 37 anni finisce la mia vita… se mi dispiace? Beh un po’ certo. Chissà cosa avrei potuto ancora fare. Però so di aver vissuto una vita piena e di aver avuto un funerale bellissimo: sono stato persino sepolto nel Pantheon con una scritta che tutte le volte che la leggo mi fa piangere: “Qui giace Raffaello. Da lui, quando visse, la natura temette d’essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire.” Bella vero? Ne vado proprio fiero!
E poi alla fine ecco… Sono passati 500 anni, ma ancora tutti nel mondo si ricordano di me: basta pronunciare il mio nome, “Raffaello”, e nella mente di ciascuno si apre un’immagine di bellezza!