Il complesso del Laterano, oltre alla Basilica e al Battistero, comprende anche l’imponente Palazzo Apostolico, residenza ufficiale dei sommi pontefici dalla prima metà del IV secolo d.C. fino al trasferimento ad Avignone, deciso da Clemente V nel 1309.
Il primo palazzo: il Patriarchio
Il Patriarchio – nome antico dell’edificio – contava allora 1.200 anni circa ed occupava quasi tutta l’area che dalla Scala Santa va all’Università Lateranense e dall’Ospedale di San Giovanni a gran parte della piazza antistante. La residenza lateranense, al rientro dei papi a Roma avvenuto con Gregorio XI nel 1377, non era più agibile per cui il pontefice scelse di alloggiare nel Palazzo Apostolico che iniziava ad essere costruito sul colle Vaticano.
Il primo palazzo, destinato a residenza del vescovo, era nato nel IV secolo d.C. all’epoca dell’imperatore Costantino, con la cattedrale e cioè la Basilica Salvatoris (poi dedicata a San Giovanni) e il Battistero. Nel corso del Medioevo l’edificio fu notevolmente ingrandito divenendo una vera e propria cittadella fortificata, di cui oggi restano visibili solo tre sezioni: la Cappella di San Lorenzo in Palatio o Sancta Sanctorum, la Scala Santa e il Triclinio di Leone III.
Come mai? Perché Sisto V Peretti tra il 1586 e il 1589 incaricò Domenico Fontana di effettuare una generale ricostruzione dell’intero Palazzo da destinarsi a residenza estiva dei pontefici. L’architetto demolì quindi il precedente edificio, il Patriarchio, salvando solo alcune sezioni che oggi sono tutte riunite in un unico complesso (anche se in origine si trovavano invece in punti differenti).
La Cappella di San Lorenzo o Sancta Sanctorum
Al suo posto originario è solo la Cappella di San Lorenzo, cappella privata dei pontefici realizzata nell’VIII secolo all’epoca di papa Stefano III che dal secolo successivo iniziò a chiamarsi Sancta Sanctorum per le numerose reliquie che vi si conservano. Il suo aspetto attuale, di carattere gotico, risale a papa Niccolò III, che dopo il terremoto del 1277 la fece restaurare e ornare con un prezioso ciclo di affreschi.
Ciò che di più antico e celebre si conserva nel Sancta Sanctorum è l’immagine del SS. Salvatore detta anche Acheropìta (non dipinta da mano d’uomo). Posta sulla parete dietro l’altare, è dipinta su legno e rappresenta il Salvatore seduto in trono con la mano destra benedicente e con il rotolo del Vangelo nella sinistra.
La Scala Santa o Scalae Pilati
Domenico Fontana decise di porre come nuovo accesso alla cappella lo scalone d’onore del Patriarchio, noto come Scala Santa o Scalae Pilati. Entrambi i nomi di questa scala di marmo si collegano a ciò che racconta la tradizione e cioè che la scala sarebbe quella che si trovava nel pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, portata a Roma nel 326 d.C. Una reliquia, perché Gesù l’avrebbe percorsa il Venerdì Santo, bagnandola col proprio sangue, motivo per il quale è ancora oggi percorsa in ginocchio dai fedeli.
Si racconta inoltre che il trasferimento della Scala Santa sia stato effettuato in una sola notte, nel 1589, e che i gradini siano stati trasportati ad uno ad uno, in processione, divenendo quindi un reliquiario monumentale.
Il Triclinio Leoniano
All’esterno infine, rivolta su piazza di Porta San Giovanni, trovò posto l’ultima sopravvivenza del Patriarchio, il Triclinio Leoniano, una sontuosa sala per banchetti in origine impreziosita da numerosi mosaici. Quello attuale, rimaneggiato nel 1743 dalla sistemazione di Ferdinando Fuga, ritrae al centro Cristo tra gli Apostoli, a sinistra la consegna delle chiavi a san Silvestro ed il Labaro a Costantino, mentre sulla destra San Pietro dà la stola a Leone III e le insegne a Carlo Magno. Fu proprio in questa sala che il papa accolse colui che avrebbe di lì a breve incoronato imperatore nella Basilica di San Pietro (natale dell’800).
Il Palazzo Lateranense
L’attuale Palazzo Lateranense invece, realizzato da Domenico Fontana in forme più severe tipiche del periodo della Controriforma, ebbe nei secoli usi assai diversi. Fu adibito ad ospedale, a ospizio, ad archivio dello Stato Pontificio e nel 1838 a sede del Museo Gregoriano, istituito da Gregorio XVI. Nel 1960 papa Giovanni XXIII fece trasferire il museo in Vaticano, destinando il palazzo a sede del Vicariato, dopo importanti lavori di restauro e riadattamento terminati nel 1967.
L’appartamento papale era costituito da dieci sale e una cappella in cui gli affreschi rappresentano le imprese del pontificato di Sisto V, mentre nelle sale si riconoscono episodi della Storia di Roma imperiale e cristiana ed episodi del Vecchio e Nuovo Testamento.
Obelisco Lateranense
All’esterno, in piazza di San Giovanni in Laterano, svetta in tutta la sua imponenza l’obelisco realizzato all’epoca dei faraoni Tutmosis III e Tutmosis IV e portato a Roma per volere dell’imperatore Costanzo II nel 357 d.C. per innalzarlo nel Circo Massimo. Ritrovato in tre pezzi nel 1587, insieme all’obelisco Flaminio, fu qui collocato dal Fontana sempre su richiesta sempre di papa Sisto V e vanta ben due primati: è l’obelisco più antico di Roma e il più alto del mondo, misurando ben 32,18 metri di altezza!
Curiosità. Nella Sala della Conciliazione furono firmati l’11 febbraio del 1929 i Patti Lateranensi tra la Santa Sede e lo Stato Italiano; da allora il palazzo è parte integrante dello Stato della Città del Vaticano.