Situato nei pressi delle antiche mura che un tempo circondavano il Celio, uno dei mitici sette colli su cui venne fondata Roma, e a pochi passi dalla Domus Aurea di Nerone, Palazzo Brancaccio è l’ultima residenza nobiliare ad essere sorta nel cuore della città.

 

La storia di Palazzo Brancaccio

Costruito per volere del principe di origine napoletane Salvatore Brancaccio e di sua moglie Mary Elizabeth Field, il palazzo è anche un tipico esempio del “classicismo barocco” che tanto di moda fu alla fine dell’Ottocento. Furono infatti gli architetti Gaetano Koch e Luca Carmini a portare avanti il progetto di questa residenza, che si estendeva sull’area precedentemente occupata dalle vigne dei Gesuiti, dove sorgeva anche la Chiesa di Santa Maria della Purificazione. Passeggiando su via Merulana, non si può fare a meno di notare la sua imponente facciata, caratterizzata da tre ingressi, fiancheggiati da colonne che sorreggono un loggiato al piano superiore.

 

 

 

I giardini di Palazzo Brancaccio

Varcato l’ingresso di via Merulana un grande vestibolo funge da collegamento con il giardino retrostante: sebbene oggi resti solo una piccola parte, fino ai lavori di restauro del Novecento, doveva essere un vero e proprio parco, contenente al suo interno anche i resti archeologici della grande cisterna delle Sette Sale, appartenuta alle terme di Traiano, costruite all’inizio del II secolo d.C. Oggi all’interno del giardino è ancora possibile ammirare, collocato a ridosso del muro di contenimento, un delizioso ninfeo, opera di inizio Novecento dell’architetto Francesco Gai – che qui aveva anche il suo studio – che tramite cinque nicchie ha riproposto l’effetto di una grotta naturale, circondata da acqua e piante, da cui emergono statue raffiguranti Ercole e David, oltre ad un bel fregio in tema marino. Sempre nel giardino si trova un’altra opera di Gai, la Casina di Caccia, delicatamente decorata e luogo intimo in cui i proprietari amavano ritirarsi.

 

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Il Teatro Brancaccio e le sale interne del Palazzo

Sempre ad inizio Novecento, durante i primi lavori di restauro avvenuti nel palazzo, al piano inferiore venne realizzato dall’architetto Andrea Sacconi un teatro, il Brancaccio, ancora oggi funzionante, nonostante per 40 anni sia stato usato come cinema.  Le sale sono arredate di volta in volta con preziosi arazzi, mobilio originale dell’800, raffinati stucchi, dipinti, candelabri di Burano, grandi specchi come una piccola reggia di Versailles e molto altro ancora!

 

 

Il Palazzo come set cinematografico

Una interessante curiosità è l’uso dei preziosi saloni interni, con le loro forme sinuose e lussuose, divenuti nel corso degli anni perfette location non solo per ricevimenti ma anche per film e spettacoli televisivi. Tra le pellicole più note girate al suo interno possiamo ricordare “Vacanze Romane” di William Wyler del 1953 con protagonisti Audrey Hepburn e Gregory Peck  e più recentemente, “La Grande Bellezza” del 2013 di Paolo Sorrentino con Toni Servillo.