Accanto a Galleria Sciarra, tra Via del Corso e la Fontana di Trevi, in un intricato groviglio di stradine e piazzette, si nasconde spesso alla vista dei passanti, il piccolo Oratorio del Crocifisso, un luogo semplice e sobrio all’esterno, che però custodisce al suo interno tutta la sua preziosità! Appena varcato l’ingresso infatti, si resta meravigliati dalla ricchezza delle decorazioni: affreschi impreziosiscono tutte le pareti insieme a stucchi dorati, il soffitto ligneo del XIX secolo è un capolavoro tutto da ammirare così come e lo straordinario pavimento marmoreo policromo!
Il Crocifisso ligneo e l’incendio
L’oratorio non è grandissimo – si tratta infatti di una grande aula rettangolare a navata unica – ma semplicemente osservando le sue decorazioni, si capisce subito l’importanza di cui godette nel corso dei secoli, divenendo infatti un luogo di grande prestigio e venerazione! Il suo stesso nome indica il motivo esatto della sua costruzione: agli inizi del Cinquecento un tremendo incendio divampò nella vicina Chiesa di San Marcello al Corso, dove era custodito un Crocifisso ligneo quattrocentesco, che rimase illeso dalle fiamme. Il popolo gridò subito al miracolo e cominciò a tributargli un particolare culto. La devozione crebbe ancor di più quando lo stesso crocifisso, portato in processione per le strade della città, fu l’artefice – secondo la tradizione – della fine dell’epidemia di peste! Da quel momento la croce fu protagonista di una solenne processione che da San Marcello la conduceva sino in Vaticano nel giorno del Giovedì Santo.
Sempre in onore del Crocifisso, fu poi istituita la Confraternita del Santissimo Sacramento, committente dell’erezione del piccolo oratorio a metà del Cinquecento, grazie anche alle cospicue donazione della famiglia Farnese, il cui stemma si può trovare in più parti dell’edificio. Sebbene il miracoloso crocifisso fu poi posto nella vicina Chiesa di San Marcello al Corso, l’Oratorio rimase comunque un luogo importantissimo di culto e devozione.
Gli affreschi del Pomarancio e gli altri
Le sue pitture parietali, infatti, raccontano per immagini l’intera Storia della Vera Croce, mentre quelle poste in controfacciata la Storia della Confraternita del Santissimo Sacramento. Il ciclo pittorico fu ideato dallo scultore e letterato Tommaso de’ Cavalieri, amico di Michelangelo, ispirandosi al testo medievale di Jacopo da Voragine, sulla storia del ritrovamento della Croce di Gesù da parte di Sant’Elena (madre dell’imperatore Costantino) e delle sacre rappresentazioni organizzate dalle confraternite per venerarla. All’impresa pittorica parteciparono numerosi artisti tra i quali figurano per importanza Niccolò Circignani, a tutti noto come Pomarancio, Cesare Nebbia, Cristoforo Roncalli ed altri artisti manieristi molto influenti al tempo.
I riquadri in cui sono divise le differenti scene sono impreziosite da finzioni prospettiche con rappresentazioni di re, principesse, cavalieri e paggi, rispecchiando il gusto teatrale dell’epoca. Sono presenti ovviamente allegorie delle Virtù, Sibille, Angeli, Profeti ed Evangelisti in un continuo rimando simbolico tra racconti biblici e storie legate alla tradizione della Chiesa.
L’Oratorio Musicale Romano
L’edificio è anche sede dell’Oratorio Musicale Romano, centro di elaborazione di musica sacra, nota in tutto il mondo. Per conoscere tutti i segreti ed ammirare dal vivo i tesori artistici di questo straordinario luogo, ti aspettiamo alla nostra visita guidata: controlla il programma mensile per vedere quando è la prossima occasione!