Sebbene nell’antica Roma il potere fosse saldamente in mano agli uomini e la società era basata sul patriarcato, non sono mancante donne in grado di destreggiarsi in questo mondo maschile, emergendo a tal punto da divenire immortali, nel bene o nel male. Qui un approfondimento sulle Donne più potenti dell’Antica Roma! E tra queste, meritano certamente una particolare menzione tre importanti donne legate alla figura del primo imperatore di Roma, Ottaviano.

 

Ottavia Minore

La prima è sicuramente la sorella, Ottavia Minore, a cui il Principe fu sempre legato da profondo affetto. Nata a Nola nel 69 a.C. venne data in sposa a soli 15 anni a Gaio Claudio Marcello Minore, con cui ebbe tre figli, tra cui Marco Claudio Marcello, giovane di bell’aspetto e di grande talento che fu pupillo dello zio Augusto ma che morì prematuramente, gettando nello sconforto più totale la madre, che da quel momento vestì sempre gli abiti del lutto.

Rimasta vedova, venne data in sposa a Marco Antonio per suggellare la ritrovata armonia con Ottaviano: nonostante la profonda devozione che Ottavia ebbe verso il nuovo marito e l’accudimento amorevole che rivolse non solo ai suoi figli ma anche a quelli del precedente matrimonio del marito, non riuscì ad evitare l’inevitabile.

 

 

Marco Antonio infatti, intrecciò una passionale relazione amorosa con Cleopatra che lo portò a divenire nemico di Roma e alla tragica morte. Questa donna piena di fascino e virtù, molto amata dai Romani, morì nell’11 a.C. e il fratello le tributò i più alti onori, pronunciando egli stesso l’orazione funebre, mentre il suo feretro trovò posto nella tomba di famiglia, il mausoleo di Augusto, accanto alle spoglie del suo amato figlio Marcello. Il suo ricordo oggi resta vivo nel Portico d’Ottavia, accanto non a caso proprio al Teatro di Marcello.

 

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Teatro di Marcello

 

 

Giulia Maggiore

L’altra donna di Augusto fu sicuramente la sua unica figlia Giulia Maggiore, avuta dal suo matrimonio con Scribonia e nata lo stesso giorno in cui i due divorziarono per permettere così ad Ottaviano di sposare tre mesi dopo Livia Drusilla. Ottaviano ottenne la piena potestà della bambina, che fu sottratta alla madre e crebbe in modo assai severo, dedicandosi non solo allo studio ma anche alla lavorazione della lana, come le antiche matrone. Il controllo che il padre aveva su di lei era tale che le era consentito parlare solo con pochissime persone scelte accuratamente e sin da piccola fu abitata alla vita pubblica. Nonostante la rigida educazione, il padre l’amava molto e soleva ripetere “che aveva due figlie dilette di cui occuparsi: la Repubblica e Giulia”. A soli 15 anni fu data in sposa al cugino Marcello, designato successore di Ottaviano, ma il matrimonio durò molto poco a causa della morte prematura di quest’ultimo. Fu così che Giulia, la cui bellezza era quasi leggendaria, fu nuovamente data in sposa all’amico e collaboratore del padre, Agrippa, di molti anni più anziano.

 

 

Non fu un matrimonio felice, sebbene coronato dalla nascita di cinque figli: sembra infatti che da subito Giulia, dal carattere indomito e indipendente, intrecciò diverse relazioni amorose, sebbene non venne mai meno al ruolo di moglie devota, seguendo il marito nelle sue varie campagne militari.

 

Tiberio

Tiberio

Rimasta nuovamente vedova, fu fatta sposare nuovamente con il fratellastro Tiberio, figlio di Livia Drusilla e del precedente marito. Questa unione suggellava la scelta di Tiberio come successore di Ottaviano… ma mai matrimonio fu più nefasto! Tiberio non aveva grande considerazione della moglie Giulia non fu da meno considerando il marito inadatto ad ogni ruolo. Nel 2 a.C. Giulia venne arrestata per adulterio e tradimento. Augusto le fece recapitare una lettera a nome di Tiberio in cui il loro matrimonio veniva dichiarato nullo. L’imperatore stesso affermò in pubblico che Giulia era colpevole di aver complottato contro la sua stessa vita e per questo fu condannata all’esilio nell’isola di Ventotene prima e a Reggio Calabria poi. Con la morte di Augusto le già dure condizioni di prigionia della donna peggiorarono notevolmente: fu fatta rinchiudere in una stanza senza alcun contatto umano, cosa che la portò di lì a breve alla morte. Ma anche da morta non poté avere pace perché Augusto maledì Giulia anche nel suo testamento, vietandole la sepoltura all’interno del Mausoleo di Augusto.

 

 

Livia Drusilla

Terza moglie di Ottaviano, ottenne il titolo di Augusta, divenendo la prima imperatrice di Roma. Astuta e intelligente, desiderava arrivare al potere: divorziò dal marito per sposare il potente Ottaviano, fondendo così le due più influenti famiglie dell’epoca, la Giulia e la Claudia. Un matrimonio lungo e pieno di amore (che però non arrivò a generare un proprio erede), grazie al quale Livia divenne un vero esempio di virtù femminile, perché visse modestamente accanto al marito, consigliandolo però nelle sue scelte politiche.

 

 

Molti gli onori a lei tributati. Le fu infatti riconosciuto un ruolo sociale straordinario per l’epoca: godeva del diritto di ricevere statue a sua immagine, di agire in giustizia autonomamente senza bisogno dell’intervento di un tutore e disponeva della protezione della sacrosantitas, per cui chiunque le avesse arrecato danno, anche solo verbalmente, avrebbe potuto intercorrere nella pena capitale! Molte però le parole feroci e poco gradevoli a lei rivolte dagli scrittori antichi: “Augusto, dunque, si ammalò e morì. Livia fu oggetto di qualche sospetto riguardo la sua morte”, e non a caso forse, visto che riuscì a far salire al potere, come successore, proprio il figlio Tiberio!

 

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