La Basilica di Santa Prassede è un piccolo gioiello nascosto, non distante dalla grandiosa Basilica di Santa Maria Maggiore, che custodisce gelosamente al suo interno alcuni mosaici molto antichi, dall’immenso valore artistico.
Santa Prassede: le origini
La basilica fu infatti fondata nel IX secolo da papa Pasquale I e venne dedicata a santa Prassede, sorella di Pudenziana, entrambe figlie del senatore romano Pudente, discepolo di San Paolo. Un’antica leggenda narra che Prassede e Pudenziana sarebbero state uccise perché dedite a dare sepoltura ai martiri delle persecuzioni di Antonino Pio nei pozzi situati nel vasto terreno di proprietà del padre. E proprio al centro del pavimento cosmatesco della navata centrale, un disco di porfido, ricopre il pozzo nel quale la santa sembra abbia raccolto i resti ed il sangue dei martiri: si parla di diverse migliaia e proprio per questo la chiesa è una delle più venerate di Roma!
I mosaici di Santa Prassede
Ma ciò che sicuramente cattura immediatamente l’attenzione, sono gli straordinari mosaici presenti nella Basilica, che rivestono completamene il catino e l’arco absidale, insieme a quelli nella Cappella di San Zenone, per la quale la basilica è detta appunto “il giardino del Paradiso”. Abili artisti bizantini decorarono la chiesa di mosaici dorati, rendendola di fatto un vero e proprio gioiello tutto da leggere e scoprire. Un insieme di mosaici che non ha eguali nel medioevo romano per fantasia cromatica, complessità e ricchezza di simboli: la Gerusalemme Celeste alla quale giungono gli eletti; Cristo contornato da Angeli e Santi oltre ai complicati temi dell’Apocalisse.
La Cappella di San Zenone: il giardino del Paradiso
Entrando nella Cappella di San Zenone, colpirà prima di tutto percepire pienamente l’affetto con cui Pasquale I fece edificare un mausoleo molto prezioso per l’amata madre Teodora. Una piccola cappella in cui però la presenza immensa dell’oro abbaglia e stordisce per la sua lucentezza, mentre raffinate figure prendono forma grazie a precise tessere di mosaico che vanno a disegnare il Cristo, la Madonna, Santa Prassede e ovviamente l’episcopa Teodora, ritratta con il nimbo quadrato dei viventi.
Nella volta sembrano volteggiare sopra le nostre teste quattro eleganti figure angeliche che sorreggono una ghirlanda, intorno alle spalle e al capo del Salvatore. Un ambiente pieno di incanti, che diviene forse la più straordinaria cappella decorata a mosaici che si possa ammirare a Roma… il giardino del paradiso appunto! Consulta il nostro programma mensile per vedere quando ci sarà la prossima visita guidata alla Basilica di Santa Prassede.