Roma celebra il padre degli Impressionisti con la mostra Monet, nell’esposizione curata da Marianne Mathieu allestita al Complesso del Vittoriano.

 

La mostra al Vittoriano

Sono qui presenti circa 60 opere provenienti dal Musée Marmottan Monet, opere che l’artista conservava nella sua ultima dimora di Giverny e che il figlio Michel donò al museo.

Un grande lascito grazie al quale sarà possibile ammirare dal vivo alcuni dei primi lavori di Monet, come le celebri caricature del 1850, passando per i paesaggi rurali e urbani, i ritratti dei figli, le tele con gli amati fiori del suo giardino, fino alla modernissima resa dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese, e alle monumentali Ninfee. Così disse Monet:

Se sono diventato pittore forse lo devo ai fiori.”

 

Monet e la pittura en plein air

E non potevano quindi che essere tra i suoi soggetti preferiti. Una mostra intima, particolare, suggestiva, in grado di rivelare e presentare al grande pubblico non solo opere importanti a livello artistico ma anche e soprattutto tele che presentano l’uomo Claude Monet, colui che fece della pittura en plein air (a cielo aperto) un rituale necessario, senza mediazioni, quasi imprescindibile. E’ così che vengono realizzati i suoi quadri, dove la luce diviene protagonista assoluta: tutto muta e cambia durante le ore del giorno, in base agli agenti atmosferici e alle stagioni. La Luce dona colore, la Natura si manifesta nelle sue più svariate sfaccettature, la Vita prende forma, grazie a Monet, che con le sue pennellate decise e forti, rende tutto pieno di una nuova energia.

 

Claude-Monet-Londres-Le-Parlement-Reflets-sur-la-Tamise-1905_lasinodoro

 

Tutto ciò che appare dinnanzi a noi diviene soggetto ideale e perfetto da fissare eternamente sul quadro, proprio così come appare e come lo si percepisce, cogliendo quell’attimo che agli occhi degli Impressionisti rappresentava il momento ideale.

Lo scorso anno, in questo paese, ho spesso seguito Claude Monet in cerca di ‘impressioni’. Non era un pittore, in verità, ma un cacciatore. Andava, seguito dai bambini che portavano le sue tele, cinque o sei tele raffiguranti lo stesso motivo, in diverse ore del giorno e con diversi effetti di luce. Egli le riprendeva e le riponeva a turno, secondo i mutamenti del cielo. E il pittore, davanti al suo soggetto, restava in attesa del sole e delle ombre, fissando con poche pennellate il raggio che appariva o la nube che passava… E sprezzante del falso e dell’opportuno, li poggiava sulla tela con velocità.”

 

Claude-Monet-Vétheuil-dans-le-brouillard-1879_lasinodoro

 

 

E’ nelle parole dello scrittore Guy de Maupassant che si trova la descrizione perfetta dell’idea pittorica di questo straordinario gruppo di pittori, che in Monet vedevano certamente il punto di riferimento.