Nato nel 1475 da una famiglia benestante a Caprese, in provincia di Arezzo, fin dalla tenera età Michelangelo dimostra presto l’inclinazione per l’arte e, nonostante la contrarietà paterna, riesce ad entrare nella scuola del Ghirlandaio a Firenze. In seguito decide di aderire alla libera scuola di scultura e di copia dall’antico, voluta da Lorenzo de’ Medici, il quale ben presto nota la straordinaria abilità esecutiva del giovane artista.

 

 

Iniziano quindi le prime committenze, i primi lavori fino alla realizzazione nel 1498 della prima importante opera, la Pietà della Basilica di San Pietro, richiesta dal cardinale francese Jean Bilheres. Sarà però nuovamente Firenze a siglare la sua grandezza: qui lavorerà infatti tra gli altri al David e al Tondo Doni oggi agli Uffizi.

 

 

Michelangelo a Roma: dalla Cappella Sistina al Mosè

Sarà invece il grande papa mecenate Giulio II della Rovere a volere Michelangelo a Roma, alle sue dipendenze: è all’artista infatti che affida la costruzione del suo monumento funebre con il celebre Mosè in San Pietro in Vincoli – che lo terrà di fatto occupato fino alla morte dell’artista, divenendo noto come la  “tragedia sepolcrale” – ma soprattutto il rifacimento nel 1508 della volta della Cappella Sistina. Un lavoro di pittura che non entusiasma particolarmente Michelangelo,  ma che diventerà invece il suo più alto capolavoro! Michelangelo poi torna qualche anno a Firenze, ma la Cappella Sistina lo attende per consacrare la sua grandezza: nel 1534 gli verrà infatti richiesto di realizzare l’imponente e vorticoso Giudizio Universale.

 

 

Gli ultimi anni di vita

Gli ultimi anni di vita Michelangelo li trascorre sempre lavorando instancabilmente: la Pietà Rondanini del 1547 – rimasta però incompiuta – gli affreschi della Cappella Paolina in Vaticano, i lavori a Palazzo Farnese e in piazza del Campidoglio, il progetto della cupola per la Basilica di San Pietro, solo per i citare i più noti.

 

 

Michelangelo muore il 18 Febbraio del 1564 – all’età di 89 anni – nella sua casa romana vicino alla Colonna Traiana, lasciando un testamento, che secondo quanto riporta il Vasari, era composto di tre parole: “lasciava l’anima sua nelle mani di Dio, il suo corpo alla terra, e la roba a parenti più prossimi”.

Dopo la morte la città di Firenze reclama le spoglie del proprio illustre concittadino: il nipote del Buonarroti trafuga il corpo da Roma per farlo poi seppellire, dove ancora oggi lo vediamo, nella Chiesa di Santa Croce.

 

Uomo e artista

Si racconta che Michelangelo fosse irascibile, permaloso, continuamente insoddisfatto; maniacale, preciso e puntiglioso nelle esecuzioni; che benché ricco amasse in realtà vivere nell’austerità, spendendo con grande parsimonia e trascurandosi fino a limiti impensabili! Michelangelo è uno degli artisti che incarna quindi al meglio il mito di personalità geniale e versatile, capace di portare a termine imprese titaniche, nonostante le complesse vicende personali, le sofferenze e il tormento dovuto al difficile momento storico, fatto di sconvolgimenti politici, religiosi e culturali. Una fama che non si è affievolita con il passare dei secoli, restando, giustamente, più che mai viva fino ai giorni nostri!