Come garantire sicurezza alla città di Roma durante il corso dei secoli? Con la costruzione di un possente sistema difensivo ovviamente. Scopriamolo insieme!

 

La storia delle Mura Cittadine

Roma è sempre stata protetta da possenti mura, fin dall’antichità: le mura del mitico fondatore Romolo, le Mura Serviane realizzate (secondo tradizione) dal re Servio Tullio note a livello archeologico per la fase della Repubblica e le Mura Aureliane innalzate nel III secolo d.C. di epoca imperiale. Queste di fatto furono più volte restaurate durante il corso dei secoli, ampliate e allungate, in modo da proteggere anche la città governata dai pontefici (Mura Leonine, Vaticane e Gianicolensi) fino alla celebre breccia di Porta Pia, quando cioè il 20 Settembre 1870 Roma fu annessa al Regno d’Italia.

 

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E se Roma è sempre stata protetta da possenti mura, queste presentavano certamente lungo il percorso numerose porte d’accesso, più o meno monumentali.

 

Le mura più possenti di epoca romana

Tra le più possenti e longeve meritano una particolare menzione Porta Appia (oggi San Sebastiano), Porta Latina, Porta Asinaria (accanto a Porta San Giovanni), Porta Labicana (oggi Porta Maggiore), Porta Ostiense (oggi San Paolo) e Porta Flaminia (oggi Porta del Popolo).

 

 

Tutte di epoca imperiale, aperte direttamente nel tracciato delle Mura Aureliane, ma rimaste in uso anche nei secoli successivi, proprio per la loro importanza. Si trovavano infatti tutte lungo le più importanti direttrici o vie consolari – come per esempio l’Appia Antica, la Labicana, l’Ostiense e la Flaminia – in uso non solo in epoca romana ma anche nel Medioevo e Rinascimento. Sappiamo per esempio che Porta San Sebastiano il 5 aprile 1536, in occasione dell’ingresso a Roma dell’imperatore Carlo V, fu bardata a festa da Antonio da Sangallo e che sempre questa porta fu scelta nel 1571 per accogliere il corteo trionfale in onore di Marcantonio Colonna, vincitore della Battaglia di Lepanto.

 

Porte secondarie e Posterule

Vi erano però anche porte secondarie, utilizzate cioè come ingressi secondari come per esempio Porta Pinciana (da cui usciva Via Salaria vetus) o semplici posterula – un’angusta porta d’accesso ai camminamenti per le guardie di ronda –  come Porta Ardeatina.

 

Le porte delle Mura Vaticane

Quando poi nel IX secolo papa Leone IV fece erigere la cinta muraria a protezione del Colle Vaticano e della basilica di San Pietro dai saraceni che avevano saccheggiato la città nell’agosto dell’846, furono realizzate numerose nuove porte, oggi in gran parte murate come Porta Cavalleggeri o demolite come le scomparse Porta Angelica e Porta Castello.

 

Le porte delle Mura Gianicolensi

Nel 1643 papa Urbano VIII Barberini si dedicò invece di realizzare le Mura Gianicolensi come integrazione delle Leonine, andando di fatto a proteggere la porzione di Roma che si estendeva sul lato destro del Tevere, rimasta nei secoli precedenti sprovvista di sistema difensivo. E per l’occasione furono anche realizzate Porta Portese (che andò a sostituire la più antica Porta Portuense) e Porta San Pancrazio.

 

 

E per meglio comprendere la storia delle cinta murarie cittadine, consigliamo di visitare le due che in città sono state trasformate in altrettanti musei: Porta San Paolo e Porta San Sebastiano, ovviamente insieme a noi (controlla nel programma mensile quando)!