Fin dalla creazione della città, si capì l’importanza di dover proteggere l’Urbe dagli attacchi esterni. Concetto che in un certo senso corrispondeva anche con l’idea di segnare il suo confine e la sua espansione, come infatti fece già Romolo tracciando il famoso “pomerio” anche se in questo caso aveva forse ancora una carattere sacro piuttosto che militare e strategico.

 

Le Mura Serviane

Fu solo infatti intorno alla metà del VI secolo a.C. che Roma venne dotata di una vero e proprio sistema difensivo con la costruzione delle Mura Serviane (in rosso nella mappa) che nel nome ricordano il suo leggendario costruttore, il re Servio Tullio, e di cui oggi però non resta alcuna traccia. A livello archeologico però è ben noto il percorso di mura difensive realizzato nel IV secolo a.C. che andò a sostituire il precedente. Interamente realizzato con grossi blocchi di tufo, è possibile vedere qualche suo resto in più punti della città.  La lunghezza totale delle mura raggiungeva quasi gli 11 km, inglobando una superficie di circa 426 ettari; l’altezza complessiva si aggirava intorno ai 10 metri e lo spessore oltrepassava, talvolta, i 4 metri! Queste mura furono poi restaurate e rinforzate più volte durante i secoli, rimanendo di fatto in uso almeno fino al I secolo a.C.

 

 

Con il passaggio dalla Roma Repubblicana alla Roma Imperiale, l’Urbe iniziò ad ampliare i propri confini talmente tanto da non sentire più la necessità di dover proteggere la propria capitale con un nuovo sistema difensivo. Durante infatti il I e il II secolo d.C. Roma aveva ben superato i limiti imposti dal tracciato delle precedenti mura, avendo quindi ampliato notevolmente la propria superficie urbanizzata.

 

Le Mura Aureliane

Fu solo infatti durante il III secolo d.C. che si presentò, per la prima volta dopo moltissimo tempo, la necessità di dover nuovamente realizzare un sistema difensivo. La gravissima crisi economica e politica rese chiara infatti la debolezza dell’Impero e la possibilità che i barbari potessero spingersi fino alla capitale divenne più che plausibile. Fu così l’imperatore Aureliano decise di dotare Roma di una nuova e più energica fortificazione, dando il via alla costruzione della Mura Aureliane (in grigio nella mappa). Il nuovo percorso correva per almeno 19 km e la loro costruzione fu velocissima anche perché in più punti si scelse di inglobare edifici preesistenti come per esempio la Piramide Cestia, l’anfiteatro Castrense o ancora la dismessa Caserma dei Pretoriani. Furono queste poi le mura che rimasero in uso fino alla fine dell’impero e che ovviamente furono restaurate e rinforzate più volte fino almeno al VI secolo d.C. Cosa successe alle mura dopo l’Impero?

 

Le Mura Leonine e il Passetto di Borgo

Iniziarono ad essere nuovamente modificate, ridisegnate ed ingrandite dai pontefici. Importantissimi furono i lavori intrapresi da papa Leone IV nel IX secolo che videro la creazione del tracciato della Mura Leonine innalzate per proteggere l’area della Basilica di San Pietro, nuovo centro del potere cittadino, dalle scorrerie dei saraceni. Durante il pontificato di Niccolò III (intorno alla fine del 1200), fu poi creato il celebre il Passetto di Borgo: uno stretto e angusto corridoio ricavato all’interno delle mura nel tratto che collegava Castel Sant’Angelo al Palazzo Apostolico, nato ad uso dei pontefici in casi di estrema necessità!

 

 

Le Mura Vaticane

In epoca rinascimentale e barocca furono poi realizzate le Mura Vaticane, quelle che circondano ancora oggi lo Stato della Città del Vaticano. Edificate tra 1500 e 1600, si impegnarono nella loro costruzione numerosi pontefici (Paolo III, Pio IV, Pio V e Urbano VIII). Erette a difesa della Basilica di San Pietro e del Colle Vaticano, formavano un’unica fortificazione con le Mura Leonine e tra gli illustri progettisti vi fu anche Michelangelo che realizzò, nella loro parte settentrionale, la porzione del bastione del Belvedere.

 

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Le Mura Gianicolensi

L’ultimo ampliamento si ebbe intorno alla metà del 1600 quando papa Urbano VIII decise di realizzare le Mura Gianicolensi in modo da garantire migliore protezione alla zona di Trastevere, inaugurate poi dal successore, papa Innocenzo X.

 

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Le mura continuarono a proteggere la città anche nei secoli successivi fino a quando, in seguito agli eventi del Risorgimento, si arrivò alla formazione di un’Italia unita, libera ed indipendente: fu così che la città non sentì più il bisogno di mantenere in uso un poderoso sistema difensivo.