Se il patrimonio artistico di Roma è così famoso in tutto il mondo, è anche certamente grazie alle straordinarie fontane presenti in quasi tutte le principali piazze del centro storico. Ma sparse qua e là per la città, vi è un gruppo di fontanelle assai curiose e divertenti, legate direttamente al rione in cui furono costruite. Quali? Le Fontanelle Rionali! Opere relativamente recenti, risalgono infatti al 1920, anno in cui l’artista Pietro Lombardi fu incaricato della loro realizzazione. Ma quali sono e dove si trovano?
La Fontana delle Tiare
Iniziamo dalla più “sacra”, la Fontana delle Tiare. Posta a lato del Colonnato di San Pietro, appena superata Porta Angelica. Presenta tre grandi tiare papali sormontate da una quarta e disposte in modo da formare una piramide, con tra di esse le chiavi di San Pietro e lo stemma del Rione Borgo.
La Fontana delle Palle di Cannone
Sempre in zona, è possibile ammirare la Fontana delle Palle del Cannone (in via di Porta Castello) e dal nome capiamo subito che il riferimento è ovviamente al vicino Castel Sant’Angelo, dalla cui terrazza si sparava effettivamente con i cannoni. Ecco quindi che la fontana è caratterizzata da una bella piramide di palle di cannone, proprio come quelle usate in passato!
La Fontana del Timone
Nel Rione Ripa, vi è la Fontana del Timoneposta sul Lungotevere Ripa, verso Porta Portese, in ricordo dell’antico porto che qui si trovava fino alla fine del 1800 quando iniziarono i lavori per la realizzazione dei muraglioni lungo il fiume e i porti cittadini furono soppressi.
La Fontana della Botte
Nel rione di Trastevere, in via della Cisterna, si trova la Fontana della Botte: è posta nel cuore del rione, proprio alle spalle di piazza san Callisto. E ieri come oggi Trastevere è luogo di locali e ristoranti. Ecco quindi che la fontanella già nel nome porta il chiaro riferimento alla botte che veniva usata per trasportare il vino dei Castelli, con a lato due misure di vino da 1 litro!
La Fontana dei Monti
Nel rione più antico della città invece, Monti – e precisamente in via di San Vito – c’è la Fontana dei Monti, così chiamata perché realizzata proprio pensando ai tre colli su cui si estende questo importante quartiere romano: l’Esquilino, il Viminale e il Celio.
La Fontana delle Anfore
Tra le più riconoscibili, vi è certamente la fontanella di Testaccio, la Fontana delle Anfore che tutti ricordiamo posta sul Lungotevere, ma che da poco è stata spostata in piazza Testaccio, nella sua collocazione originaria. Era questa infatti, in passato, la zona che costituiva il centro commerciale e di traffico mercantile più importante di tutta Roma. E le anfore, soprattutto in epoca romana, costituivano il recipiente più diffuso ed utilizzato per il trasporto dell’olio, stipato poi nei magazzini. E se si rompevano, le anfore venivano ammassate tutte insieme: ecco come si è formato il famoso Monte dei Cocci!
La Fontana della Pigna
Raggiungendo il centro storico della città invece, si trovano le altre tre fontanelle. La prima è la Fontana della Pigna situata in piazza San Marco, accanto a piazza Venezia davanti alla Basilica di San Marco. Riproduce la monumentale pigna oggi nel cortile dei Musei Vaticani, che diventò il simbolo del rione: sembra che in origine la gigantesca pigna in bronzo si trovasse nelle Terme di Agrippa, poste nell’area tra il Pantheon e Largo di Torre Argentina.
La Fontana degli Artisti
In via Margutta, si trova la seconda opera, la Fontana degli Artisti: come lascia facilmente intuire il nome, sono qui rappresentate tavolozze, compassi e tutti gli altri attrezzi del mestiere, sormontati da un secchio pieno di pennelli e con due mascheroni posti sui cavalletti, uno allegro, l’altro triste a rappresentare proprio il destino e l’animo dell’artista!
La Fontana dei Libri
La terza è la Fontana dei Libri ed è posta in via degli Staderari, vicino alla Chiesa di Sant’Eustachio. La fontanella presenta al centro una testa di cervo con una croce tra le corna (in ricordo del miracolo dell’apparizione del Cristo al soldato romano Eustachio) e a lato delle coppie di libri antichi, simbolo invece dell’Università di Sant’Ivo alla Sapienza, alla cui parete è proprio addossata.
Niente male il Lombardi, vero? Con la sua fantasia ed originalità ha saputo imprimere per sempre nella pietra, attraverso i simboli, la storia secolare dei rioni più importanti della città!
grazie x farci riscoprire le meraviglie senza fine di questa città.
brave.
la prima cosa che farò appena emergenza coronavirus finirà sarà una bellissima Passeggiata con voi.dovunque.tanto.roma è uno.spettacolo a cielo aperto
Grazie di cuore! Non vediamo l’ora di tornare a passeggiare nei vicoli straordinari della nostra amata Roma!