La storia dell’Urbe è quasi sempre raccontata dal punto di vista maschile, ma la donna romana ha più volte ricoperto un ruolo di fondamentale importanza, spesso dietro le quinte, ma anche vivendo da vera protagonista la propria epoca. Scopriamo insieme le donne più potenti dell’Antica Roma!

 

Il ruolo della donna durante la Repubblica

Nella Roma Repubblicana il ruolo della donna si è spesso esaurito nei doveri di figlia, moglie e madre, subalterna al marito,  fedele e silenziosa. La matrona ideale dell’epoca viveva infatti seguendo i dettami del mos maiorum, ciò che rappresentava cioè l’usanza o il costume degli antenati. Figura chiave in questo senso fu Cornelia, la madre dei Gracchi, Tiberio e Caio: donna forte e colta, che antepose famiglia e figli davanti a tutto, tanto che per seguire la loro educazione, si rifiutò perfino di sposare il re d’Egitto quando rimase vedova!

 

Musei Capitolini Tabularium Piedistallo di Cornelia Africani Gracchorum

 

Il ruolo della donna imperiale

Ma nel I secolo a.C. tutto ciò iniziò a cambiare: le donne infatti forti delle ricchezze che giungevano a Roma dall’Oriente e di una maggiore autonomia di cui iniziarono a godere (spesso gli uomini erano lontani, impegnati sui campi di battaglia), conquistarono lentamente alcune libertà fino ad allora impensabili. Le donne cominciarono così a leggere e scrivere, studiare, a prendere parte a potenti intrighi, a banchettare, divorziare, assistere agli spettacoli, fare sport e le più intrepide iniziarono a servirsi degli uomini come strumenti di puro piacere! In molti gridarono allo scandalo, soprattutto per la dissolutezza dei nuovi costumi e per una generale idea di confusione dei ruoli, ma le donne non si fermarono più, anzi! Qualche esempio?

 

Livia Drusilla (58 a.C. – 29 d.C.): la prima Augusta

Moglie di Ottaviano, ottenne il titolo di Augusta, divenendo la prima imperatrice di Roma. Astuta e intelligente, desiderava arrivare al potere: divorziò dal marito per sposare il potente Ottaviano, fondendo così le due più influenti famiglie dell’epoca, la Giulia e la Claudia. Un matrimonio lungo e pieno di amore (che però non arrivò a generare un proprio erede), grazie al quale Livia divenne un vero esempio di virtù femminile, perché visse modestamente accanto al marito, consigliandolo però nelle sue scelte politiche. Molti gli onori a lei tributati. Le fu infatti riconosciuto un ruolo sociale straordinario per l’epoca: godeva del diritto di ricevere statue a sua immagine, di agire in giustizia autonomamente senza bisogno dell’intervento di un tutore e disponeva della protezione della sacrosantitas, per cui chiunque le avesse arrecato danno, anche solo verbalmente, avrebbe potuto intercorrere nella pena capitale! Molte però le parole feroci e poco gradevoli a lei rivolte dagli scrittori antichi: “Augusto, dunque, si ammalò e morì. Livia fu oggetto di qualche sospetto riguardo la sua morte” (Cassio Dione 56, 30, 1-2), e non a caso forse, visto che riuscì a far salire al potere, come successore, proprio il figlio Tiberio

 

 

 

Giulia Maggiore (39 a.C. – 14 d.C.): la figlia trasgressiva

Unica figlia di Ottaviano, fu educata dal padre secondo i più rigorosi canoni della morale antica, ma rivelò ben presto un animo particolarmente trasgressivo. Era vivace, curiosa e piena di voglia di divertirsi, ma non poté vivere libera, poiché il padre la usò come pedina dei suoi giochi politici, dandola in sposa prima a 14 anni al cugino Marcello e poi a 18 anni ad Agrippa, ultraquarantenne. Sembra amasse frequentare feste, teatri, spettacoli, le ville dell’ozio, cosicché le malelingue iniziarono ad insinuare varie relazioni extraconiugali. Il padre la volle poi dare in sposa a Tiberio (sì, proprio il figlio di Livia), ma la relazione fu catastrofica. Alla soglia dei quarant’anni, iniziò ad indossare abiti trasparenti e si gettò a capofitto in festini particolari. Augusto non poté più fare finta di nulla e quindi ecco che denunciò la figlia in Senato come adultera: Giulia fu mandata in esilio a Ventotene prima e Reggio Calabria poi, dove anno dopo anno, iniziò a spegnersi sempre di più, fino alla morte. L’esilio di Giulia causò ad Augusto rimorso, vergogna e rancore per il resto della sua vita: “Vorrei essere senza moglie, o essere morto senza figli.” (Svetonio, Augustus, 65). 

 

 

 

Valeria Messalina (25 d.C. – 48 d.C.): la viziosa

Colta, bella e raffinata, non si fece però mancare qualche vizio e capriccio, tanto che diventò ben presto vittima delle chiacchiere dell’epoca: “meretrix augusta”, così la definirono i letterati latini, come per esempio Giovenale (Satira 6), tanto che ancora oggi il suo nome è sinonimo di lussuria. A soli 14 anni fu costretta dell’imperatore Caligola a sposare Claudio, un uomo più anziano di lei di quarant’anni, balbuziente, zoppo e al terzo matrimonio! Lei apparteneva ad una delle famiglie più potenti dell’epoca (Valerii Messalla) e l’unione fu di puro interesse, dato che soli due anni dopo diventò imperatrice: visse come in un sogno, adulata, servita e riverita e a vivacizzare ulteriormente le sue giornate arrivarono il potente liberto Narciso e Mnestere, il mimo bisex. Iniziarono le relazioni extraconiugali, le passionali serate sfrenate e gli intrighi di palazzo, divenendo così il simbolo femminile dei tre vizi tirannici: lussuria, crudeltà e avidità! I suoi avversari politici e i numerosi ex amanti la accusarono di tutto, perfino di essere ispiratrice di avvelenamenti e crimini. Nel 45 d.C. diventò Augusta a soli 20 anni di età. Celebre infine la relazione che iniziò con Caio Silio che sfociò però in un grande scandalo poiché i due amanti decisero di sposarsi e furono entrambi uccisi per volere di Claudio (che si consolò presto sposando Agrippina Minore)! Fino alla fine di lei questo si disse: “Se la tua morte sarà pianta da tutti i tuoi amanti, allora piangerà mezza Roma!” Nonostante la sua vita sia finita a soli 23 anni e la damnatio memoriae che la colpì, il suo nome divenne leggendario, continuando ad ispirare artisti, romanzieri, musicisti e registi fino ai nostri giorni!

 

 

 

Agrippina Minore (15 d.C. – 59 d.C.): l’ambiziosa

Ambiziosa e avida di potere, fu indiscussa padrona della scena politica di I secolo d.C., in un arco di tempo che comprese ben quattro imperatori: Tiberio, adottato da Augusto e zio del padre Germanico; Caligola, suo fratello; Claudio, lo zio che sedusse e sposò ed infine Nerone, il feroce figlio. Ma la sua vita non fu tutta rose e fiori. L’infanzia non fu felice: nata in un accampamento militare, per colpa di Tiberio perse i genitori; Caligola le impose il matrimonio con Enobarbo (da cui ebbe Nerone), uomo che in realtà detestava, quando aveva appena 14 anni. Quando però Caligola fu assassinato e lo zio Claudio venne acclamato nuovo imperatore, fu estremamente facile per lei, bella, sensuale e scaltra, sedurlo e conquistare le voglie di un uomo anziano e vizioso, divenendo così la donna più potente dell’Impero! Conquistò il popolo e il Senato con il suo carisma e le sue straordinarie capacità governative, essendo accorta e lungimirante, tutte caratteristiche al tempo ritenute propriamente maschili, che le valsero il riconoscimento del titolo di Augusta. Riuscì a far adottare da Claudio il figlio Nerone e secondo gli storici dell’epoca, ci fu lei dietro la dipartita dell’imperatore, morto avvelenato. Nerone divenne così imperatore: tra i due vi fu per tutta la vita un rapporto di amore e odio. Agrippina era certamente una madre pressante e forse fin troppo presente nelle scelte di vita del figlio.

 

 

Si arrivò così alla goccia che fece traboccare il vaso: il matrimonio del figlio con Poppea Sabina, donna non tollerata dalla madre. Nerone allontanò la madre dal palazzo, le tolse onori e privilegi, tentò più volte di farla uccidere, ma Agrippina era un osso duro. Venne però sconfitta quando fu accusata dal figlio di tramare contro di lui e finì nella rete della congiura perfetta. Tacito (Annales XIV, 8) racconta che in punto di morte, al suo sicario, Agrippina abbia indicato il proprio ventre dicendo: “Ventrem feri “ e cioè colpisci il ventre, poiché era da lì che era uscito il mostro, il vero mandante dell’assassinio!

 

Quali sono le altre donne del potere nell’Antica Roma? Scoprilo nel nostro prossimo articolo!

 

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