Roma è sempre stata una meta ambita da parte di numerose persone che da tutte le parti del mondo giungevano in città per i più svariati motivi, e dal Medioevo in poi, in primis per il pellegrinaggio sulla tomba dei santi martiri cristiani. Inoltre Roma era il fulcro dello Stato dei Papi, che nel corso dei secoli la abbellirono ed ingrandirono, riempiendola di straordinari monumenti.
Roma: città capitale della fede… ma non solo!
Ma l’Urbe era anche una città di uomini: soldati, commercianti, pellegrini e prelati affollavano le strade e le piazze della città, spesso in cerca di “dolce compagnia”. Ecco quindi che Roma divenne ben presto, oltre che capitale della fede, anche la capitale del sesso a pagamento! Si stima che tra il XV e il XVI secolo le prostitute fossero circa 5.000, su una popolazione di oltre 50.000 persone. Dette donne della “curia”, erano regolarmente registrate nei libri curiali – era infatti lo stesso apposto Tribunale a rilasciare le licenze ai bordelli cittadini – e venivano tassate come tutti gli altri lavoratori cittadini: con i proventi ricavati dalla prostituzione, i pontefici operarono numerosi restauri come quelli per esempio di Ponte Sisto, via di Ripetta e via dei Coronari.
“Donne della Candela” e “Camisare”
Ma le prostitute non erano tutte uguali, ve ne erano infatti di due tipi. Le meretrici di basso rango, spesso ebree o straniere, vivevano in condizioni disumane e una volta divenute troppo anziane per proseguire il mestiere, la loro fine era davvero misera. Erano chiamate in vario modo: “donne della candela o del lume“, perché spesso il tempo della prestazione si misurava proprio dal consumo della cera delle candele, ma anche perché il luogo dove praticavano il mestiere era spesso buio e malsano; oppure erano conosciute come le “camisare” o le “cortigiane gialle” perché alcune di loro indossavano una grossa camicia di questo colore.
Vi erano poi le “cortigiane oneste” e cioè quelle di alto bordo, che oggi chiameremmo escort. Spesso si tramandavano il mestiere da madre in figlia, erano colte, eleganti e raffinate, signore dei salotti più in voga del tempo e molte di loro riuscivano a divenire ricche e potenti (come per esempio Fiammetta Michaelis, amante di Cesare Borgia), affiancando al lavoro di prostitute quello di affittacamere e di usuraie.
Alcune divennero muse di famosi artisti e letterati e amanti di alcuni degli uomini più importanti del tempo, compresi cardinali e papi! A differenza delle prime, che dopo la morte venivano gettate nel “campo scellerato” fuori Porta del Popolo, le cortigiane oneste potevano essere seppellite nelle chiese, come per esempio nella Basilica di Sant’Agostino, a pochi passi da piazza Navona, vero “quartier generale” della prostituzione romana!
Roma a luci rosse!
E tra gli altri luoghi “a luci rosse” della città merita una particolare menzione Campo de’ Fiori, dove vi erano numerosissime locande e bordelli, come per esempio La Locanda della Vacca gestita da Vannozza Cattanei, amante del cardinale Rodrigo Borgia (divenuto poi papa Alessandro VI).
Impossibile dimenticare poi la via detta all’epoca “vicolo calabraghe”, oggi vicolo Cellini (proprio di fronte alla Chiesa Nuova)! Sebbene tollerate, le prostitute non godevano di alcun diritto e non era raro che fossero arrestate, umiliate e torturate in pubblica piazza. Questo fece sì che nel corso del Rinascimento sorsero numerosi istituti religiosi con il compito da un lato di dare rifugio alle giovani prostitute convertite e dall’altro di prevenire il problema, dando ospitalità alle bambine orfane e povere, evitando così di farle finire sulla cattiva strada!
Per conoscere alcune delle cortigiane più famose di Roma partecipa alla nostra passeggiata tematica (consulta il programma per scoprire quando) o leggi la seconda parte dell’articolo qui!