Se già nella mentalità classica Roma era la città per eccellenza, perché capitale dell’impero, in quella cristiana, divenendo cuore della Chiesa, continuò a rimanere un centro molto importante. E’ per questo che fin dall’antichità fu meta di pellegrinaggi. Dal 1300 inoltre, quando papa Bonifacio VIII indisse il primo Anno Santo, si istituzionalizzò anche la prassi dei pellegrinaggi giubilari con un gran concorso di popolo!

 

chiese-nazionali-roma_lasinodoro

 

 

La nascita delle Chiese Nazionali e Regionali

Non stupisce quindi che Roma divenne una città multiculturale con genti che qui giungevano da ogni parte del mondo, parlando lingue differenti certo ma unite in un unico credo. Da tempo immemorabile è quindi sorta la consuetudine di edificare nell’Urbe chiese nazionali e regionali per rappresentare i vari popoli e per accogliere chi veniva a Roma in pellegrinaggio. Quasi tutte le chiese che si riferiscono a una comunità nazionale o regionale rappresentano il rifacimento rinascimentale (e barocco) di chiese preesistenti, realizzato in un momento particolarmente felice per la Chiesa di Roma, soprattutto all’epoca di Giulio II, Leone X, di Clemente VII e di Paolo III e il periodo subito successivo.

 

Le Chiese Nazionali di Roma

È questo infatti un momento glorioso per la Chiesa che, dopo la Controriforma, chiese anche agli artisti di contribuire alla celebrazione della propria “rinascita” e che dal 1575 vide accorrere a Roma fedeli da ogni parte del mondo, dove si susseguono manifestazioni religiose straordinarie, offerte dalle diverse Nazioni. Delle 29 chiese nazionali presenti in città, il gruppo più numeroso era quello legato alle nazioni europee ma non mancavano anche le chiese di comunità regionali. Qualche esempio? Ovviamente le note San Luigi dei Francesi, Santo Spirito in Sassia (Sassonia, quindi Germania), Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli o ancora Santa Maria in Cosmedin per la Grecia. Altre comunità cattoliche rappresentate erano gli ArmeniSan Biagio, i FiamminghiSan Giuliano, i CroatiSan Girolamo, Santa Brigida per la Svezia e ancora Santi Sergio e Bacco per gli Ucraini.

 

 

 

Le Chiese Regionali di Roma

Sono forse però le chiese regionali le più interessanti come San Giovanni Battista dei Fiorentini per Firenze, Santi Ambrogio e Carlo al Corso per la Lombardia, San Salvatore in Lauro per i Piceni e ancora San Giovanni Battista dei Genovesi. Ovviamente queste istituzioni risalgono al periodo precedente l’Unità d’Italia, quando appunto per “nazioni” si intendevano anche le comunità dei residenti a Roma, ma originari di altre regioni o città italiane.

 

 

 

Le Chiese Nazionali e le Istituzioni Caritative

Le chiese nazionali di Roma erano inoltre sempre legate a istituzioni caritative che comprendevano ospedali, ostelli e servizi di varia assistenza da offrire ai pellegrini che qui giungevano da ogni luogo. Alla base di ogni chiesa nazionale e delle opere di assistenza ai pellegrini vi erano in genere delle confraternite che si sostenevano con le elemosine e le rendite provenienti dai lasciti di benefattori appartenenti alla comunità nazionale di riferimento. Spesso erano ad esse collegate anche alcune scholae (antenate dei seminari), dove si formavano i chierici. Le chiese erano inoltre sontuosamente decorate come segno dell’importanza della nazione e dei prelati che le patrocinavano.