Vero e proprio scrigno d’arte di Trastevere, la Basilica di Santa Cecilia vanta una storia lunghissima tanto che si ritiene sia sorta direttamente sulla casa della nobile fanciulla vissuta nel III secolo d.C. e uccisa all’epoca delle persecuzioni contro i cristiani perpetuate dall’imperatore Diocleziano. Per scoprire tutta la storia di questo straordinario luogo di culto, ti consigliamo di leggere il nostro articolo dedicato alla Basilica di Santa Cecilia

 

 

La Cappella di Santa Cecilia

Qui invece vogliamo soffermarci su due cappelle particolarmente significative presenti al suo interno lungo la navata destra. La prima è la cappella dedicata alla stessa Cecilia, detta anche “del bagno”, uno degli ambienti più importanti di tutta la basilica, la cui realizzazione si deve al cardinale Paolo Emilio Sfondrati nel 1599. Anno questo non casuale. Il 20 ottobre 1599 infatti, il cardinale, fece riaprire la tomba di Santa Cecilia ritrovando il corpo intatto e celebrando l’avvenimento, miracoloso, con la realizzazione della celebre e struggente statua sapientemente scolpita da Stefano Maderno, oggi posta davanti all’altare maggiore. 

 

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Santa Cecilia, Carlo Maderno

 

La cappella è costituita da due ambienti: un corridoio di accesso con le pareti interamente affrescate dal pittore fiammingo Paul Brill con santi penitenti inseriti in paesaggi ed ulteriormente impreziosito dalla presenza di due sculture, un bassorilievo con la Madonna e il Bambin Gesù attribuito alla bottega di Mino da Fiesole e una statua cinquecentesca di San Sebastiano di Lorenzo Lotti detto il Lorenzetto, sul fondo la cappella vera e propria.

Sul pavimento, una grata mette in comunicazione l’ambiente con l’area sotterranea della basilica e una scritta ricorda i vapori che avrebbero dovuto soffocare Cecilia, motivo per il quale la cappella è detta del “bagno”. La Passio racconta infatti che il Prefetto di Roma ordinò che Cecilia fosse venisse uccisa proprio qui, ma il calore anziché soffocarla le provocò refrigerio; anche l’ordine di decapitazione non sortì l’effetto sperato, perché dopo tre colpi sopravvisse ancora tre giorni non smettendo di esortare alla fede e alla conversione molte persone.

Sull’altare è posta la straordinaria pala con la Decollazione di Santa Cecilia, opera giovanile di Guido Reni eseguita nel 1601 come l’altra, di forma circolare, posta nel corridoio e rappresentante le nozze mistiche della santa e Valeriano. Le pareti e la volta della cappella sono interamente affrescate con episodi della vita di Santa Cecilia di autori ignoti, ma certamente legati alle botteghe manieriste presenti in città, mentre gli intarsi marmorei dell’altare sono di stile cosmatesco.

 

 

 

La Cappella Ponziani

Uscendo dalla Cappella del bagno e proseguendo lungo la navata, si apre davanti a noi la bellissima Cappella Ponziani, la nobile famiglia che dette i natali a Santa Francesca Romana che aveva una casa nelle vicinanze della basilica e che iniziò il suo operato non lontano da qui, e cioè nella Chiesa di Santa Maria in Cappella entrata poi tra i possedimenti della potente Donna Olimpia. Tornando a noi.

 

Facciata Santa Maria in Cappella

Santa Maria in Cappella oggi

 

L’edificazione della cappella risale al XV secolo e la sua particolarità è lo straordinario ciclo di affreschi con il Padre Eterno e i quattro evangelisti nella volta; i santi Girolamo, Sebastiano, Giorgio e Caterina d’Alessandria sulle pareti e sull’altare un affresco raffigurante la Madonna della Misericordia fra i santi Stefano e Francesca Romana, tutti opera di Antonio del Massaro da Viterbo, detto il Pastura, collaboratore del Pinturicchio con cui lavorò negli appartamenti di papa Alessandro VI Borgia in Vaticano.

 

 

Non resta quindi che controllare il programma mensile per vedere quando è prevista la prossima visita guidata alla Basilica di Santa Cecilia!