Roma ha da sempre avuto uno straordinario rapporto con l’acqua. Già gli antichi romani infatti avevano perfettamente compreso l’importanza di questo bene così prezioso e grazie ai loro potenti e possenti acquedotti, l’Urbe può essere soprannominata la “città dell’acqua”! E quando si parla del binomio Roma-acqua, ecco che tutti noi – giustamente – subito pensiamo alle straordinarie fontane costruite in città durante il corso dei secoli. Ma quali sono le più scenografiche? Vediamolo insieme!
1) Fontana di Trevi
Impossibile non iniziare dalla regina delle fontane, simbolo stesso della città: la Fontana di Trevi. La straordinaria quinta scenografica di Palazzo Poli fu realizzata nel 1731, durante il pontificato di Clemente XII Corsini, quando l’artista Nicola Salvi – insieme ad un folto gruppo di aiutanti – scegliendo come tema principale il mare, si aggiudicò la commissione dell’intera opera. Nella fontana si notano infatti, al centro, il dio Oceano ritratto su un cocchio trainato da cavalli alati, guidati da Tritoni: un cavallo è rappresentato agitato, mentre l’altro placido, a simboleggiare i due aspetti del mare, a volte calmo, altre tempestoso. Accanto al dio, in due apposite nicchie, le statue della Salubrità e dell’Abbondanza. Subito sopra, si possono ben distinguere i due pannelli che raccontano la storia della costruzione dell’acquedotto Vergine: da un lato Agrippa insieme ai soldati e dall’altro la Vergine che indica la sorgente d’acqua pura, in riferimento proprio all’antica leggenda.
Una curiosità. Su parapetto esterno della fontana, impossibile è non notare un curioso vaso in travertino: di cosa si tratta? I Romani lo hanno soprannominato, per la sua forma, “asso di coppe” (in riferimento al simbolo delle carte da gioco) e sembra sia stato qui posto dallo stesso Nicola Salvi per impedire la vista di un barbiere che aveva una bottega nei pressi e che amava criticare continuamente il lavoro dell’architetto!
2) Fontana dei Quattro Fiumi
Impossibile è non menzionare il capolavoro di Gian Lorenzo Bernini: la Fontana dei Quattro Fiumi posta proprio nel cuore della straordinaria piazza Navona. Progettata e realizzata dal Bernini tra 1648 e 1651, costituisce una insuperabile creazione barocca volta a celebrare il pontefice in carica, suo committente: papa Innocenzo X Pamphilj.
La fontana è immaginata come una grande scogliera di travertino, scavata da una grotta con quattro aperture, che sorregge l’alto obelisco di granito (rinvenuto dallo stesso pontefice lungo l’Appia Antica). Negli angoli della scogliera sono collocate le monumentali statue marmoree dei quattro fiumi che rappresentano i continenti allora conosciuti, identificati anche dalla vegetazione e dagli animali scolpiti accanto: il Danubio per l’Europa, con il cavallo; il Gange per l’Asia, con il remo e il dragone; il Nilo per l’Africa, con il capo velato (poiché all’epoca le sue sorgenti erano ancora sconosciute!) associato al leone ed alla palma; il Rio della Plata per le Americhe con un braccio sollevato ed accanto un armadillo. Quale era il significato di questa strutturata fontana? La sapienza del pontefice (rappresentata dell’obelisco) si diffonde tramite la venerazione e la fede della romana chiesa in tutto il mondo (con le quattro statue dei continenti): niente male, vero?
3) Fontana dell’Acqua Paola o Fontanone del Gianicolo
Lasciamo il centro cittadino e ci spostiamo sul Gianicolo. Qui possiamo ammirare tutta l’imponenza della Fontana dell’Acqua Paola, a tutti nota semplicemente come Fontanone del Gianicolo. Fu edificata per volere di papa Paolo V Borghese all’inizio del 1600 come mostra terminale dell’acquedotto omonimo (Acqua Paola), ripristinato proprio tra il 1608 e il 1610 dallo stesso pontefice! Il papa affidò i lavori a Giovanni Fontana, che la realizzò tra il 1611 e il 1612 collaborando con Flaminio Ponzio.
Il progetto originale prevedeva che l’acqua venisse raccolta in cinque vasche posizionate in corrispondenza di ciascun arco, ma nel 1690 papa Alessandro VIII commissionò a Carlo Fontana (nipote di Giovanni), un ampliamento dell’opera. La versione definitiva, tuttora esistente, oltre all’ampliamento del finestrone centrale prevedeva una grande conca a semicerchio sporgente da una vasca rettangolare piuttosto stretta e lunga tutta la larghezza della fontana. A memoria dell’intervento, nella volta dell’arco centrale venne posizionato lo stemma del pontefice e una lunga iscrizione commemorativa.
Curiosità. Com’era consuetudine dell’epoca, gran parte dell’opera è realizzata con marmi antichi “prelevati” dal Foro di Nerva, mentre le sei colonne che la ornano – quattro di granito rosso e le due laterali di granito bigio – provengono dall’antica Basilica di San Pietro!
4) Fontana dell’Acqua Felice o Fontana del Mosè
La Fontana dell’Acqua Felice, in Piazza di San Bernardo, è così chiamata in onore di papa Sisto V, al secolo Felice Peretti, colui che, nella metà del 1500, volle rifornire d’acqua i rioni sorti sul Viminale e sul Quirinale, dove si trovava inoltre (o guarda caso!) la sua sontuosa e vastissima Villa Montalto, che si estendeva proprio sui due colli! A tale scopo fu ripristinato l’acquedotto Alessandrino, realizzato dall’imperatore romano Alessandro Severo nel III secolo d.C., utilizzando l’acqua proveniente da sorgenti presenti nella zona di Palestrina.
Il papa affidò il progetto all’architetto Giovanni Fontana e la realizzazione fu portentosa: nel nicchione centrale è raffigurato Mosè che indica le acque miracolosamente scaturite dalla roccia, mentre nelle nicchie laterali sono due altorilievi, raffiguranti episodi biblici connessi con l’acqua: Aronne guida il popolo ebreo all’acqua scaturita dal deserto e Gedeone sceglie i soldati osservando il loro modo di bere.
Non mancarono però le critiche rivolte alla statua del Mosè, che effettivamente si presenta un po’ tozza ed enfatica, tanto da essere stata battezzata dai romani il “Mosè ridicolo”, divenendo anche oggetto di feroci pasquinate:
Guardo con occhio torvo
l’acqua che sgorga ai pié
pensando inorridito
al danno che a lui fe’
uno scultor stordito.
…o ancora…
È buona l’acqua fresca e la fontana è bella
Con quel mostro di sopra però non è più quella
O tu, Sisto, che tanto tieni alla tua parola
Il nuovo Michelangelo impicca per la gola.
5) Le Quattro Fontane
L’interessante incrocio tra le moderne via delle Quattro Fontane e via XX Settembre, era di fondamentale importanza nel passato, quando grazie a queste strade era possibile raggiungere la Basilica di Santa Maria Maggiore direttamente dalla Trinità dei Monti. L’incrocio è caratterizzato dalla presenza ai quattro angoli di quattro fontane (così poste anche per non intralciare il traffico urbano), volute nuovamente da papa Sisto V Peretti ma questa volta non vi è certezza sul nome dell’artista o architetto esecutore.
I soggetti, tutti diversi, sono raggruppati a coppie analoghe: due figure maschili barbute, allegorie del Tevere e dell’Arno, che fronteggiano rispettivamente due femminili, che rappresentano Diana e Giunone. Le prime due simboleggiano Roma e Firenze, mentre quelle di Diana e Giunone sono simbolo rispettivamente di Fedeltà e Fortezza. Tutte le figure sono sdraiate su un fianco, con l’acqua che si riversa davanti a loro in piccole vasche semicircolari.
- Arno
- Tevere
- Giunone
- Arno
Piaciuta la nostra selezione o ci sono altre fontane più spettacolari in città? Controlla il programma mensile per vedere quando è prevista una visita guidata a queste straordinarie fontane!