Si avvicina la festa più romantica dell’anno, San Valentino: ma quando e perché è nata questa romantica festa? Come spesso accade, non sempre ci sono motivi precisi e ben definiti, a volte anzi è proprio il carattere commerciale odierno ad aver trasformato – anche se solo in parte magari – l’originale significato della ricorrenza festeggiata. E come era l’amore ai tempi degli antichi romani e nella cultura romana?

 

La storia di San Valentino di Terni 

Sembra infatti che San Valentino di Terni, martire cristiano, poco abbia a che fare con gli innamorati e che la sua festa sia stata istituita nel V secolo, al tempo di papa Gelasio I, per sostituire i pagani Lupercali romani, che cadevano proprio nel mese di Febbraio. Questi erano molto importanti nell’Antica Roma, perché garantivano, tramite precisi passaggi rituali, una rinnovata fertilità alla natura e agli animali, così come all’uomo, in attesa dell’arrivo imminente della Primavera.

Come poi San Valentino sia diventato da martire cristiano a santo degli innamorati non è né chiaro né lineare, anche perché la diffusione della festa sia in Europa che in America – così come la conosciamo oggi almeno – è molto più tarda.

 

I romani festeggiavano San Valentino? 

Ma nonostante i Romani non festeggiassero San Valentino, possiamo senz’altro affermare che davano grande importanza all’amore, come testimoniano gli affreschi e le sculture di Pompei e Villa Armerina o ancora gli scritti latini come ad esempio il celebre Ars Amatoria di Ovidio.

 

Pompei Eros affresco

Eros, affresco a Pompei

 

 

L’Ars Amatoria di Ovidio

Questo, era un vero e proprio manuale d’amore che dispensava consigli sul corteggiamento, il fidanzamento, il matrimonio e sugli amori clandestini, delineando inoltre quali fossero i comportamenti a cui attenersi e quali invece da non seguire. Sappiamo ad esempio che vi era una grande differenza tra i costumi delle liberte – schiave affrancate – molto più libere e indipendenti in campo amoroso e quelli delle ricche matrone, che dovevano invece sottostare a più rigide etichette. Sappiamo inoltre che il corteggiamento per i romani era una vera arte, da praticare però in modo sottile e mai esplicito – pena multe salate – e che vi erano alcuni luoghi e ricorrenze maggiormente appetibili per praticarlo.

 

ovidio ars amatoria ercolano

Ars Amatoria di Ovidio, affresco a Ercolano

 

I luoghi degli incontri amorosi

Le corse al Circo ad esempio o le processioni religiose offrivano per esempio numerose possibilità agli innamorati di scambiarsi fugaci sguardi, ma anche di andare un po’ oltre… Così come spesso case di amici o retrobottega di ruffiani commercianti pronti a tutto, divenivano perfetti luoghi di incontro per amori clandestini! Anche le Terme erano un ottimo luogo di promiscuità e di certo sappiamo poi che non mancavano donne che offrivano il proprio corpo a pagamento!

 

Il corteggiamento in epoca romana

Ovviamente però un corteggiamento che si rispetti, oggi come allora, non poteva non contemplare uno scambio di regali e tra i preferiti vi erano gioielli, profumi, vestiti lussuosi e romantiche poesie d’amore. Mancavano i fiori, perché nonostante i romani li amassero moltissimo, erano riservati soprattutto al culto dei morti e alla decorazione dei giardini.

 

Il matrimonio e la vita coniugale

Nonostante si possa ritenere che i costumi dei romani fossero molto liberi, sia in campo affettivo sia erotico, non dobbiamo dimenticare che la donna aveva comunque un ruolo purtroppo inferiore all’uomo e che i matrimoni erano quasi sempre combinati dalle famiglie per motivi prettamente politici ed economici. Erano quindi dei veri contratti e servivano in primo luogo a dare una giusta discendenza alla casata d’appartenenza.

 

Nozze Aldobrandini Musei Vaticani

Nozze Aldobrandini ai Musei Vaticani

 

La vita coniugale poi non prevedeva un grande scambio di effusioni o gesti d’amore, e gli sposi, spesso proprio per questo motivo, si consolavano con altre persone, dando vita a numerose e turbolente relazioni extraconiugali! Sebbene l’amore ai tempi dei Romani non fosse semplice, sappiamo però che anche loro ne subivano ovviamente il grande fascino: basti pensare che veneravano l’amore sotto forma della dea più bella e sensuale di tutte, Venere, e di suo figlio Cupido a cui proprio nessuno poteva resistere!