Roma e i suoi vicoli raccontano da sempre le storie più affascinanti, testimonianze del passato e dei costumi di una città leggendaria e millenaria. E tra queste, una ha fin da principio incuriosito e appassionato autori e illustri personaggi, quella della papessa Giovanna. Ma andiamo con ordine.
Gli antefatti e il trasferimento a Roma
Verso la metà del Duecento si svilupparono a Metz, in Francia, delle accese dispute tra i sostenitori del potere imperiale e i fautori della supremazia del papa e tra questi, peraltro, non mancavano i religiosi. E fu proprio il domenicano Giovanni de Mailly a redigere la prima versione scritta di una storiella che tra la gente circolava già da alcuni decenni.
Si raccontava infatti che, verso la metà del IX secolo, una giovane fanciulla ancora adolescente, di origini umili, cresciuta a Magonza, ma di natali inglesi, si innamorò di un coetaneo dedito agli studi decidendo per questo di travestirsi da uomo per seguire ad Atene il suo amore. Entrata in un mondo esclusivamente maschile, Giovanna si trovò a suo agio, divenne una studiosa di successo in dialettica, grammatica e retorica e si distinse fra tutti per erudizione, saggezza e oratoria.
Elezione e morte
Fu così che si trasferì a Roma dove, grazie al suo sapere, riuscì a scalare la gerarchia ecclesiastica, acquistando grandi simpatie anche come specchio di virtù al punto che, alla morte di Leone IV, nell’855, fu eletta papa con il nome di Giovanni l’inglese!
Il suo pontificato però sarebbe durato solo 2 anni: anche da papa, infatti, la donna non riuscì a rinunciare al suo amore e fu così che rimase incinta. Un giorno, durante una processione da San Pietro a San Giovanni, il corteo superato il Colosseo e all’altezza della Basilica di San Clemente, tra la sorpresa generale, vide colui che avevano creduto e osannato come papa partorire in mezzo alla strada, dando alla luce un bambino!
Una volta scoperto il segreto la papessa Giovanna fu fatta trascinare per i piedi da un cavallo, attraverso le strade di Roma, e lapidata fino alla morte dalla folla inferocita nei pressi di Ripa Grande.
L’edicola votiva al Celio
Nel punto in cui avvenne il “fattaccio”, tra Via Ss. Quattro e Via dei Querceti, fu eretta un’edicola votiva – ancora oggi esistente – dedicata alla Madonna con il bambino. In altre versioni della leggenda (ad esempio in quella riportata nella cronaca del frate domenicano Martino Polono) la papessa Giovanna sarebbe morta subito al momento del parto, oppure, una volta scoperta, rinchiusa in un convento.
I successori
Sempre secondo la leggenda, a Giovanna succedette Benedetto III, che regnò per breve tempo, ma si assicurò che il suo predecessore venisse omesso dalle registrazioni storiche! Benedetto III si considera abbia regnato dall’855 al 7 aprile 858, mentre il nome papale che Giovanna assunse venne in seguito utilizzato da un altro Giovanni VIII che fu pontefice dal 14 dicembre 872 al 16 dicembre 882. La vicenda, tuttavia, sembrò talmente incredibile che a lungo Roma nessuno si preoccupò di confutarla.
Nei secoli successivi, però, la storia di Giovanna venne ripresa prima da Boccaccio che la inserì nel suo De mulieribus claris (“Le donne celebri”) e poi dai luterani che la utilizzarono come la prova più evidente della corruzione del papato, una Roma prostituta al pari dell’antica Babilonia!
Giovanna e le sedie porthyreticae
E da qui anche la convinzione che le sedie porthyreticae su cui venivano incoronati i nuovi papi (come quella nel chiostro del Laterano), mentre si recitava il salmo 112 “Suscitans a terra inopem, de stercore erigens pauperem” DE STERCORE ERIGENS PAUPEREM”, (il Signore) “Alza il bisognoso da terra e spinge i poveri lontano dalla sporcizia“, dopo la vicenda della papessa Giovanna, servissero in realtà ad accertare che il nuovo papa fosse un uomo!
A tal proposito memorabile è il sonetto che il Belli scrisse il 26 novembre 1831:
La papessa Ggiuvanna
Fu ppropio donna. Bbuttò vvia ’r zinale
prima de tutto e ss’ingaggiò ssordato;
doppo se fesce prete, poi prelato,
e ppoi vescovo, e arfine Cardinale.
E cquanno er Papa maschio stiede male,
e mmorze,c’è cchi ddisce, avvelenato,
fu ffatto Papa lei, e straportato
a Ssan Giuvanni su in zedia papale.
Ma cquà sse ssciorze er nodo a la Commedia;
ché ssanbruto je preseno le dojje,
e sficò un pupo llí ssopra la ssedia.
D’allora st’antra ssedia sce fu mmessa
pe ttastà ssotto ar zito de le vojje
si er pontescife sii Papa o Ppapessa.
Realtà o leggenda?
E dopo aver affascinato così tanti e diversi personaggi durante il corso dei secoli, cosa pensano oggi gli studiosi di tutto questo? Gli storici concordano in generale sul fatto che la storia della papessa Giovanna sia una satira anti-papale, ideata per collegarsi allo scontro del papato col Sacro Romano Impero, facendo leva su alcune delle più ricorrenti e forti paure cattoliche medioevali: avere un papa sessualmente attivo, una donna in posizione di autorità dominante e l’inganno portato nel cuore stesso della Chiesa.