Alla morte di Ottaviano Augusto, nel 14 d.C., salì al potere il figlio adottivo, il non più giovane Tiberio, che all’epoca aveva ormai 56 anni e non sembrava essere particolarmente portato a governare! Ma andiamo con ordine e scopriamo la nuova storia del ciclo “La Follia degli Imperatori“.
Tiberio: chi era
Figlio di Tiberio Claudio Nerone e Livia Drusilla – che dopo il divorzio sposò Ottaviano – fu educato aristocraticamente, conosceva perfettamente il greco e dimostrò gusto per l’erudizione. Dopo una rapida carriera militare e politica, divenne console nel 13 a.C. ed in seguito alla morte di Agrippa e di tutti i nipoti di Ottaviano (scelti uno dopo l’altro come successori), il nostro Tiberio appariva ormai l’unica scelta e fu perciò adottato da Augusto.
Tiberio accettò con titubanza la successione, mostrando una grande deferenza nei confronti del Senato e rinunciando a quei titoli onorifici, concessi ad Augusto, che potevano suonare comunque offensivi per i senatori. Nonostante tutte queste precauzioni, fallì ogni sforzo di trovare un accomodamento con il Senato, che si illudeva di poter recuperare un potere ormai definitivamente perduto, tanto che proprio la storiografia di origine senatoria, rappresentata in primis da Svetonio e Tacito, è unanime nel fornirci un’immagine negativa di Tiberio:
“secondo alcuni, […] (Augusto) acconsentì ad adottarlo solo per le preghiere di sua moglie, e anche spinto dal desiderio di farsi maggiormente rimpiangere, dandosi un simile successore.” (Svetonio, Vite dei Cesari)
o ancora
“Si racconta che Tiberio, ogni volta che uscisse dalla Curia, esclamasse in greco: Uomini fatti per essere servi!” (Tacito, Annales).
L’omicidio di Germanico
Tiberio non amò mai la vita militare e fu quindi ben lieto di potersi appoggiare alle grandi capacità del figlio adottivo Germanico: dopo i successi in Germania, morì però in circostanze misteriose durante una spedizione di Oriente. Dell’omicidio venne accusato il governatore di Siria, Gneo Calpurnio Pisone, che si suicidò: voci insistenti insinuavano che fosse stato Tiberio in persona ad armare la mano degli assassini per impedire che il figlioccio gli facesse ombra!
Tiberio a Capri
Nel 26 d.C. Tiberio si ritirò nella sua straordinaria Villa Jovis a Capri, lasciando di fatto il potere nelle mani di Lucio Elio Seiano, prefetto del pretorio che, rimasto solo a Roma, acquistò un potere sempre più grande, fino a quando però nel 31 d.C. Tiberio lo condannò a morte, dopo aver scoperto una congiura da lui ordita.
Sugli anni trascorsi a Capri è stato scritto di tutto e di più. Si racconta infatti che qui l’imperatore vivesse in maniera particolarmente dissoluta, che fosse dedito a capricci, piaceri, crudeltà e perversioni di ogni genere come per esempio organizzando orge in cui ragazzi, fanciulle e spintriae – e cioè “pervertiti” – si esibivano a catena in accoppiamenti mostruosi!
Si dice inoltre che fosse diventato particolarmente crudele con i condannati, facendoli prima torturare in mille modi diversi e poi gettandoli in mare dove alcuni pescatori, con i loro arpioni, erano pronti a finirli! Gli ultimi anni di Tiberio furono difficili per il mondo romano.
Mentre l’imperatore rimaneva a Capri, a Roma scoppiò una crisi finanziaria che acuì la difficoltà di rapporti con il Senato. Nel 35 d.C. fece testamento nominando due possibili eredi: il nipote Tiberio Gemello, figlio di Druso minore, e il nipote Gaio Caligola, figlio di Germanico, subito considerato il favorito. Restò invece escluso il fratello di Germanico, Claudio, di salute fisica e mentale malferme.
La morte
Nel 37 d.C. Tiberio abbandonò Capri per il Circeo, sembra per una partita di caccia, ma lo colse un malore e fu subito creduto morto. Si avviarono così i festeggiamenti per la salita al potere del nuovo imperatore Caligola, ma ecco che Tiberio si riprese ed il Prefetto del Pretorio ordinò così di soffocarlo con le coperte.
“Caio (Caligola), muto e congelato, caduta la speranza è colto da brividi, mentre Macron, imperturbabile, ordina di soffocare il vecchio, sotto un mucchio di coperte e di lasciarlo lì. Tale fu la fine di Tiberio, nel settantottesimo anno della sua età.” (Tacito, Annales).
Per quanto inviso al popolo e al Senato, Tiberio aveva in realtà tenuto una buona amministrazione, tanto da lasciare alla sua morte un forte avanzo nelle casse dello Stato. Regnò per 23 anni e con la sua morte la guida dell’Impero passò dalla famiglia Giulia a quella Claudia: come governò Caligola? Scoprilo qui.
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