Dopo aver parlato di Caligola, Nerone, Domiziano e Commodo e Caracalla, è arrivato il turno di Claudio!
INFANZIA e GIOVINEZZA
Nato col nome di Tiberio Claudio Druso, era considerato dai suoi contemporanei come un candidato improbabile al ruolo di imperatore e perfino sua madre, Antonia minore, nipote di Augusto, lo definì “una caricatura d’uomo e un aborto della natura”, apostrofando le persone che disprezzava con la frase “È più scemo di mio figlio”!
Descritto come un uomo stupido, influenzabile, incapace e addirittura con una disabilità mentale ‒ probabilmente per via di una malattia nervosa – fu dai suo avversari spesso preso in giro per la zoppia e la balbuzie.
Fin da piccolo fu affidato alle cure delle donne della famiglia – il padre Nerone Claudio Druso morì l’anno dopo la nascita del figlio – che non lo consideravano adatto alla vita pubblica. Ciò nonostante, era pur sempre un parente dell’imperatore e, arrivato all’età virile, gli furono assegnati diversi precettori tra cui merita particolare menzione anche lo storico Tito Livio.
LA SALITA AL POTERE
Il suo destino cambiò radicalmente quando già aveva compiuto 50 anni: il 24 gennaio del 41 d.C. suo nipote, l’imperatore Caligola, fu assassinato dalla guardia del pretorio.
Claudio, temendo che volessero eliminare anche lui per sterminare l’intera dinastia, si nascose nel palazzo, ma, secondo quanto raccontano gli storici Flavio Giuseppe e Cassio Dione, un pretoriano lo trovò tremante dietro una tenda e invece di ucciderlo, lo proclamò nuovo imperatore!
Il Senato lo riteneva manipolabile e per nulla pericoloso, ma il nuovo princeps si rivelò molto più audace di quanto avessero immaginato! Era incline ad attacchi d’ira – i cronisti riportano che in quelle occasioni aveva perfino la schiuma alla bocca ‒ e più d’una volta recriminò la resistenza dei senatori a discutere le sue proposte, facendo per questo eliminare alcuni dei suoi principali oppositori!
CLAUDIO IMPERATORE
Fu però un imperatore poliedrico ed intraprese un ampio programma di riforme urbanistiche nella città di Roma destinato a migliorare la qualità di vita dei suoi abitanti, tra cui per esempio la realizzazione di due nuovi acquedotti.
Essendo nato in Gallia, però, era cosciente che Roma non era soltanto l’Urbe e che anche le province erano indispensabili per il buon funzionamento dell’impero: concesse la cittadinanza romana alle élite invitandola a trasferirsi in città per partecipare alla gestione pubblica o dedicarsi ad altri affari.
Ciò scatenò diverse critiche da parte dell’aristocrazia romana più conservatrice, a cui era già costato accettare che il resto dei popoli italici diventasse romano di diritto e che considerava che un barbaro, pur con indosso la toga, rimanesse sempre un barbaro.
LA MORTE
Pur essendosi guadagnato la popolarità tra la plebe e in parte il rispetto ‒ o il timore ‒ del Senato, la fine di Claudio avvenne all’interno della sua famiglia: nel 49 d.C. sposò infatti la nipote Agrippina minore, sorella del defunto imperatore Caligola, che aveva avuto un figlio dal precedente matrimonio, un dodicenne di nome Lucio Domizio Enobarbo che sarebbe passato alla storia con il nome di Nerone.
La notte del 12 ottobre del 54 d.C., dopo cena, l’imperatore si sentì male e poche ore dopo, all’alba del 13 ottobre, morì. Malgrado l’età avanzata per l’epoca (64 anni) e le diverse malattie, la maggior parte degli storici ritiene che fu avvelenato e l’assassina sarebbe stata la moglie Agrippina.
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