Tra le sedi istituzionali dell’Antica Roma, una delle più importanti fu indubbiamente la Curia. Questo particolare edificio deve il suo nome alle assemblee dei “curiati”, cittadini selezionati in base al censo, che si svolgevano nel Comizio, il centro politico cittadino, situato nel cuore del Foro Romano.
La Curia Hostilia e la “nuova” Curia di Cesare
Era qui infatti che si apriva la Curia Hostilia, la prima curia di Roma, edificata secondo la leggenda nel VI sec. a.C. da Tullio Ostilio, terzo re di Roma.
Danneggiata da un incendio nel 52 a.C. durante il funerale di Publio Clodio Pulcro, venne interamente ricostruita da Giulio Cesare che ne modificò l’orientamento, inserendola in una posizione più scenografica, annessa al suo Foro personale.
L’edificio, che prese quindi il nome di Curia Iulia, è quello ancora oggi visibile, sebbene con numerose e progressive modifiche durante il corso dei secoli. Terminata nel 29 a.C. da Augusto, già nel 94 d.C. all’epoca di Domiziano subì un primo restauro (con la realizzazione di una cappella dedicata a Minerva), seguito da un intervento ben più radicale dovuto a Diocleziano, conseguente al disastroso incendio del 238 d.C.
L’interno della Curia
E di questo restauro sono ancora oggi visibili, al suo interno, lo splendido pavimento ad opus sectile e la decorazione parietale a nicchie marmoree policrome, mentre il portale d’ingresso in bronzo – oggi visibile – è una copia dell’originale che fu portato a San Giovanni in Laterano nel XVII secolo.
Per la sua costruzione, furono tenute in considerazione le proporzioni consigliate da Vitruvio: l’altezza doveva essere circa la metà della somma tra lunghezza e larghezza; le misure attuali sono 21 metri di altezza con una base di 18 x 27 metri. La notevole altezza è da riconoscere come un probabile accorgimento per l’acustica, mentre la copertura lignea attuale è ovviamente moderna, in antico era verosimilmente a travi piane.
L’aula interna era divisa in tre settori, con a destra e sinistra tre gradini larghi e bassi, dove erano collocati i circa trecento seggi per i senatori. Sulla parete di fondo, tra due porte, vi è ancora oggi il basamento per la presidenza, dove è collocata anche la base della statua della Vittoria sulla quale i senatori giuravano fedeltà alla Repubblica. Era stata portata da Taranto a Roma da Ottaviano ed divenne un oggetto di particolare devozione simbolica per le istituzioni romane.
All’esterno la Curia Iulia si presenta oggi come un grande edificio in mattoni dalle forme severe, caratterizzato sulle facciate, anteriore e posteriore, con terminazioni a timpano. La facciata anteriore presentava una parte bassa ricoperta da lastre marmoree e una parte alta decorata a bugnato in stucco imitante il marmo.
La trasformazione della Curia nella Chiesa di Sant’Adriano
Al tempo di Teodorico, nella Curia si tenevano ancora le adunanze del Senato, sopravvissuto alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, ma venne chiamata Atrium Libertatis, nome preso da un vicino edificio, l’archivio dei censori – dove anticamente si svolgeva la cerimonia della liberazione degli schiavi – andato distrutto per la costruzione del Foro di Traiano.
La sua funzione cambiò poi radicalmente nel VII secolo quando papa Onorio I edificò al suo posto la Chiesa di Sant’Adriano, decorata con affreschi bizantini, ancora oggi in parte visibili, e dotata di campanile. Restaurata in stile barocco da Martino Longhi il Giovane nel 1653, la chiesa accolse nel 1690 la Compagnia degli Acquavitari e a partire dal 1711 l’Università dei Tabaccai.
Negli anni trenta del Novecento la chiesa – che già nel 1922 era passata dal Collegio Spagnolo al demanio italiano, fu sconsacrata e, attraverso criteri archeologici forse discutibili, fu spogliata di tutte le strutture aggiunte nei secoli, per riportare alla luce l’antica Curia Iulia.
Scomparvero così le tre navate, la cripta, l’abside e buona parte degli arredi interni furono trasferiti nella Chiesa di Santa Maria della Mercede e Sant’Adriano, costruita negli anni 1950 nel quartiere Salario.
Grazie a tutte queste vicissitudini però, la Curia Iulia poiché di fatto non fu mai abbattuta, è divenuta oggi uno degli edifici tardo-antichi meglio conservati di tutta Roma. Controlla nel programma mensile quando è prevista la prossima visita guidata al Foro Romano e alla Curia per “entrare” nella storia insieme a noi!