Divenuta Capitale d’Italia nel 1871, Roma in breve tempo trasformò la propria sonnacchiosa atmosfera cittadina, in un vortice di novità. Iniziò così la sua progressiva trasformazione urbanistica necessaria per divenire una vera città “moderna”, una capitale degna di rivaleggiare con gli altri grandi centri europei, come per esempio Parigi e Londra.
La Belle Époque
Il vento era quindi cambiato sulla scia di ciò che stava accadendo ormai in tutto il mondo, portando anche qui le nuove ed importanti novità culturali e sociali della Belle Époque. Nuovi quartieri, nuovi spazi di aggregazione, nuove mode e nuovi personaggi iniziarono così a movimentare la vita cittadina. Un angolo cittadino, forse più di tutti, riesce ancora oggi perfettamente a rendere l’idea di questo immenso cambiamento, non solo a livello urbanistico ma anche a livello culturale: Via del Corso.
E’ qui che furono costruiti infatti nuovi edifici residenziali, uffici e attività commerciali, passando attraverso alcune delle gallerie più belle ed edifici moderni con il loro stile decorativo, floreale ed arabesco, fatti di ferro e vetro, dove l’aria gioca con le strutture creando un bel mix di colori e suggestioni! Qualche esempio?
Palazzo della Rinascente
Partiamo con Palazzo Bocconi, noto ai più come Palazzo della Rinascente (nome datogli da Gabriele D’Annunzio) a Largo Chigi. Nel 1885 Lodigiani Luigi e Ferdinando Bocconi decisero di costruire un nuovo edificio che ospitasse la sede romana dei “Grandi Magazzini. Alle Città d’Italia“.
Il palazzo doveva avere ampie vetrate e una grande corte interna, illuminata da un lucernario, sui modelli dei magazzini parigini. Un palazzo eclettico che divenne ben presto il più rilevante punto di vendita di Roma per i vestiti confezionati, seguendo proprio un modello che si stava diffondendo in tutta Europa!
Galleria Colonna
Non si può dimenticare la storica Galleria Alberto Sordi (già Galleria Colonna) con la sua raffinata e inconfondibile architettura Liberty. Nata su progetto dell’architetto livornese Dario Carbone, venne però inaugurata molto più tardi, nell’ottobre del 1922. L’imponente struttura, in stile tardo-eclettico, fu pensata come un corpo multifunzionale destinato contemporaneamente a uffici e commerci. Si inserì perfettamente nel tessuto urbano della Capitale, anche se progettata con caratteristiche assai diverse dai palazzi vicini, rispondendo quindi perfettamente all’esigenza della borghesia nascente: vivere una mondanità scandita da passeggiate familiari, incontri al caffè e acquisti in negozi eleganti.
Galleria Sciarra
Impossibile è poi non ricordare la celebre Galleria Sciarra nata come passaggio pedonale coperto per collegare tutti gli spazi in cui si svolgevano le diverse attività del proprietario dell’area, il Principe Maffeo Barberini-Colonna di Sciarra, deputato del Regno d’Italia ed editorialista de La Tribuna e della celebre rivista letteraria La Cronaca Bizantina, diretta da Gabriele D’Annunzio.
L’esecuzione del progetto fu affidata a Giulio De Angelis, il più singolare, innovativo e inquieto fra gli architetti romani del suo tempo, già noto per la costruzione del Palazzo della Rinascente. Affascinato dallo Stile Liberty inglese, De Angelis progettò una struttura a pianta quadrata racchiusa da una volta in ferro e vetro, colonne di ghisa che scandivano l’accesso ai passaggi tra via Minghetti e la piazzetta dell’Oratorio e richiami al classicismo nelle architetture e nelle decorazioni parietali. Ma sono le sue decorazioni forse a raccontare al meglio lo spirito dell’epoca!
Tra il 1885 e il 1888, Giuseppe Cellini dipinse tutto il corpo centrale eseguendo un progetto iconografico del critico letterario Giulio Salvadori utilizzando ampiamente motivi Liberty, tra reminiscenze etrusche e romane. Il tema dominante era la celebrazione della donna nelle funzioni di angelo del focolare, come sposa e madre, nella visione borghese della società di fine Ottocento. Nnon mancavano ovviamente alcune citazioni alla famiglia del proprietario: le decorazioni, che esaltano in modo particolare la madre del Principe, Donna Carolina Barberini Colonna di Sciarra, ripropongono infatti più volte le iniziali della Principessa CCS alternate a quelle del figlio, MS. Nuove tecnologie, nuove mode, nuovo benessere e nuove speranze chiudono così il XIX secolo e aprono la strada all’inizio del secolo del progresso.
Controlla il programma mensile per vedere quando è prevista la prossima passeggiata per andare insieme alla scoperta della Belle Époque Romana!