Un nuovo articolo per andare alla scoperta di un piccolo grande tesoro nascosto di Roma: la Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti!

 

Da Domus Ecclesiae a Basilica

Nei primi decenni del IV secolo d.C., in seguito al  riconoscimento del Cristianesimo come religione da parte dell’imperatore Costantino, nella città di Roma si assiste all’evoluzione delle domus ecclesiae (ambienti all’interno di abitazioni private dedicati allo svolgimento delle assemblee liturgiche cristiane) in strutture architettonicamente più adatte agli usi del nuovo credo. Questi nuovi edifici cultuali spesso ricordano nel nome il donatore degli spazi o colui che, dopo aver acquistato l’immobile, ne aveva curato la riconversione in aula di culto.

 

Storia e sotterranei della Basilica

E’ questo quello che succede per esempio alla Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti che in origine si chiamava titulus Equitii, dal nome della famiglia dei proprietari, sistemato poi da papa Silvestro I nel IV secolo d.C. I resti di questo antico edificio di culto, suddiviso in più locali in cui sono esposti importanti reperti archeologici, come per esempio i frammenti dell’antico presbiterio e alcune colonnine dell’altare, sono oggi visibili nell’area sotterranea dell’attuale chiesa.

 

Sotterranei-della-Basilica-di-San-Martino-ai-Monti_lasinodoro

 

Dei numerosi affreschi che decoravano le pareti e la volta purtroppo oggi ne restano solo alcune labili tracce. In uno degli ambienti sotterranei è inoltre visibile una porzione del pavimento di epoca romana del III secolo, oltre ad un altare con un mosaico raffigurante San Silvestro datato al VI secolo.

 

La “nuova” Basilica di papa Simmaco

Nel 509 papa Simmaco decise di abbandonare questo primo edificio di culto, facendo costruire una nuova basilica esattamente al di sopra della precedente, dedicandola ai santi Martino di Tours e a papa Silvestro I. Ricostruita e sistemata più volte, giunge al suo aspetto attuale nel IX secolo grazie agli interventi dei papi Sergio II e Leone IV, a cui poi seguono quelli forse ancor più significativi eseguiti da Filippo Gagliardi nel XVII secolo.

 

 

Le opere d’arte della Basilica: interni sontuosi

L’interno è a tre navate divise da 24 colonne provenienti dall’antica basilica, mentre il soffitto della navata centrale sostituisce quello più antico donato da San Carlo Borromeo e distrutto da un incendio.

 

Basilica_di_San_Martino_ai_Monti_interno_lasinodoro

 

Numerose le opere d’arte custodite in basilica tra cui meritano particolare menzione gli affreschi di Sant’Elia realizzati da Gaspare Dughet, l’immagine cinquecentesca della Madonna del Carmine opera di Girolamo Massei, l’Estasi di San Carlo Borromeo di Filippo Gherardi e ancora i tre affreschi del Gagliardi raffiguranti l’interno della Basilica di San Pietro, della Basilica di San Giovanni in Laterano e un Concilio di San Silvestro. 

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