Il Museo di Roma, nella sede di Palazzo Braschi, ospita in questo autunno romano la mostra “Klimt. La Secessione  e l’Italia”, un evento espositivo che segna il ritorno in Italia dell’iconico artista austriaco, a distanza di 110 anni dalla sua partecipazione all’Esposizione Internazionale dʼArte del 1911.

 

La Secessione Viennese

Intento della mostra è ripercorrere la vita e la produzione artistica di Klimt, sottolineandone il ruolo di cofondatore della Secessione viennese e indagando sul suo rapporto con l’Italia,  meta dei suoi viaggi e luogo di alcuni suoi successi espositivi. Tutto ebbe inizio nel 1897, quando Klimt insieme ad altri diciannove studenti dell’Accademia decisero di staccarsi dall’istituzione imperiale per fondare questa nuova associazione di artisti figurativi austriaci.

Quello della Secessione viennese era un programma estremamente rivoluzionario: l’arte doveva essere figlia del proprio tempo ed espressione della ricerca del bello, quindi libera da ogni costrizione, così come da ogni programma ideologico. E Klimt fu l’anima passionale e incontrastata di questo movimento che guardava al futuro schiacciando un pensiero e una realtà ormai arrivati al capolinea.

 

Klimt_Moriz Nahr_Foto di gruppo_800_lasinodoro

 

Questi furono gli anni della nascita della psicoanalisi di Freud e delle teorie di Einstein, anni avventurosi e folli dove il futuro veniva visto come una grande e affascinante sfida, una grande promessa, che purtroppo però terminarono con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

 

Le opere in mostra: i capolavori

Sono circa 200 le opere esposte, tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture di Klimt e degli artisti della sua cerchia. Un percorso espositivo che darà la possibilità di ammirare dal vivo immensi capolavori tra i quali meritano una particolare menzione Signora in biancoAmiche I (Le Sorelle) e Amalie Zuckerkandl.

 

 

Vi sono poi in mostra alcune opere che sono prestiti del tutto eccezionali: La sposa della Klimt Foundation e Ritratto di Signora, trafugato dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato fortunosamente nel 2019 durante i lavori di pulitura di una pianta d’edera su una parete esterna del museo. Su questa parete era presente una botola che, una volta aperta, ha riportato alla luce la Signora di Klimt.

 

 

Ma il sommo capolavoro presente in mostra è certamente l’iconica Giuditta I, una delle prime esperienze del pittore, un’opera considerata come significativa anticipatrice del periodo aureo. Il dipinto è contraddistinto da un linguaggio di forte astrazione simbolica e dall’uso massiccio dell’oro. Questa tendenza si confermerà invece nell’artista, in maniera forte, dopo il suo viaggio in Italia, a Ravenna, e la visione dei mosaici bizantini dell’ultima capitale dell’Impero romano d’Occidente.

 

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Klimt a Piacenza

E per gli appassionati, impossibile sarà non recarsi a Piacenza dal 5 Aprile 2022, per l’altra grande mostra in programma, “Klimt intimo”, un’esposizione che offrirà al pubblico uno sguardo inedito e particolare sulla vicenda del grande artista. Partendo dall’opera ritrovata della Galleria Ricci Oddi, la mostra piacentina si propone come scoperta di un “Klimt ritrovato” anche nella sua dimensione più intima e personale, fino ad ora sfuggente, restituendo attraverso opere e documenti tutto lo spessore di una vicenda umana e artistica del suo tempo. Il Klimt pubblico di Roma e quello privato di Piacenza sono dunque due mostre che si completano e si integrano, da visitare entrambe per conoscere a fondo il grande artista!

Controlla il programma mensile per vedere quando è prevista la prossima visita guidata alla mostra di Klimt!