Ben ancorata alle due sponde del Tevere fin dall’epoca romana, si trova l’unica isola di Roma, l’incantevole Isola Tiberina.
Le leggende: perché l’Isola Tiberina è a forma di nave?
Abitata fin dalle prime origini della città, leggenda vuole che sia sorta dal cumulo di covoni di grano gettati nel fiume dai Romani per protesta contro l’ultimo re, Tarquinio il Superbo. Anche il suo curioso profilo, a forma di nave, si deve alla tradizione più antica. Si racconta che nel 291 a.C. una nave abbia salpato dall’Urbe dirigendosi ad Epidauro, verso il tempio di Esculapio per chiedere soccorso, dato che a Roma era scoppiata una grave epidemia. Dopo aver svolto tutti i rituali necessari, la nave tornò in città con un serpente, animale sacro al dio della medicina che, sceso nel fiume, nuotò fino all’isola Tiberina, indicando ai romani il punto esatto in cui costruire un tempio dedicato ad Esculapio. Ecco quindi che il tempio venne eretto, l’epidemia cessò e in ricordo del miracolo venne data all’isola proprio la forma di una nave, anche se alcuni studiosi oggi dubitano che l’intera isola possa essere mai stata totalmente sagomata a forma di imbarcazione.
San Bartolomeo all’Isola e la “colonna infame”
Oggi il tempio non è più visibile perché in epoca medievale vi fu costruita esattamente al di sopra la Chiesa dedicata a San Bartolomeo con annesso monastero, trasformato poi in ospizio per i più bisognosi. In epoca moderna venne invece utilizzato dagli ebrei del Ghetto come sinagoga durante il periodo di occupazione tedesca. Al centro della piazzetta, vi è un curioso monumento voluto da papa Pio IX verso la metà dell’800 e realizzato da Ignazio Jacometti, con le statue dei Santi Bartolomeo, Francesco di Assisi, Paolino da Nola e Giovanni di Dio. Questo andò a sostituire la celebre “colonna infame” alla quale venivano legati i “banditi che nel giorno di Pasqua non partecipavano alla messa eucaristica”. A sua volta questa andò a sostituire l’obelisco qui collocato in epoca romana, che doveva fungere da albero maestro della nave-isola e di cui però si sono perse le tracce!
Gli altri edifici sull’Isola Tiberina
Ma la lunga tradizione dell’isola Tiberina legata alle cure mediche continua, perché proprio di fronte alla chiesa, vi è l’Ospedale Fatebenefratelli, sorto nel 1500 per volontà della Congregazione di San Giovanni di Dio, detta anche dei Fatebenefratelli proprio per la curiosa frase che Giovanni di Dio, frate portoghese fondatore dell’ordine, amava ripete ai passanti durante la questua. Poco più avanti, superata la Chiesa di S. Giovanni Calibita, edificata sembra al di sopra del tempio romano dedicato a Giove dei Giuramenti, è possibile ammirare una delle numerose torri medioevali presenti a Roma. La torre fu eretta dalla potente famiglia dei Pierleoni nel X secolo ed è chiamata anche Torre della Pulzella per la piccola testa marmorea raffigurante una giovinetta, incastonata nel paramento di mattoni e databile al I secolo d.C.
L’Isola Tiberina e i suoi ponti
E come dicevamo all’inzio, l’Isola Tiberina “era ancorata” alla terraferma fin dall’epoca romana, tramite i due ponti ancora oggi in uso. Il primo, Ponte Cestio, conduce a Trastevere e fu costruito nel 46 a.C. da Lucio Cestio, importante uomo politico dell’epoca di Giulio Cesare, lo stesso sembra che fece costruire la famosa Piramide come proprio monumento funerario. Il secondo, Ponte Fabricio, conduce al Ghetto e deve il proprio nome al costruttore, Fabricio, curatore delle strade, che lo fece edificare nel 62 a.C. Questo ponte è però anche detto “Quattro Capi” per la presenza delle erme quadrifronti che probabilmente sostenevano le balaustre originarie di bronzo che ornavano il ponte, finché papa Innocenzo XI, nel 1679, le fece sostituire con l’attuale parapetto, decidendo però di salvare almeno due erme che oggi si trovano proprio all’imbocco del ponte!
Se poi non riuscite a trattenere la curiosità di scoprire gli altri segreti legati a questo mitico luogo, controllate il nostro programma mensile per vedere se è in programma una visita guidata all’Isola Tiberina! Box curiosità: Lo sapevate che proprio sull’Isola Tiberina si trova il ristorante della celebre Sora Lella, l’attrice Elena Fabrizi, grande orgoglio romano, oggi gestito da figli e nipoti ma ancora in grado di preparare piatti della vera e tradizionale cucina romana?