Quando si pensa agli Impressionisti, si crede che tutto sia stato già detto. Poi si allestisce una mostra nel nuovo spazio espositivo del suggestivo Palazzo Bonaparte (e precisamente nelle sale del piano nobile del palazzo che fu la dimora di Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone Bonaparte) e ci si deve ricredere.
Il merito delle curatrici (Claire Durand-Ruel – discendente di Paul Durand-Ruel – e Marianne Mathieu, direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi) è quello di essere riuscite ad ottenere numerosi prestiti, principalmente da collezionisti privati.
Gli artisti in mostra
Molti di questi collezionisti infatti, da sempre negano il prestito di queste opere, le quali sono rimaste a lungo nascoste al grande pubblico: da qui, quindi, il nome della mostra “Impressionisti segreti”. Sarà così possibile, per la prima volta, ammirare capolavori insoliti dei più grandi nomi di quel gruppo di artisti che rivoluzionò la pittura nella Parigi della seconda metà dell’Ottocento: Monet, Renoir, Cézanne, Pissarro, Sisley, Caillebotte, Morisot, Gonzalès, Gauguin, Signac, Van Rysselberghe e Cross. Una mostra che punta l’attenzione sull’importanza della committenza privata: sono gli attenti intenditori d’arte, infatti, che anche in passato consentirono a questi rivoluzionari artisti di sperimentare la propria vena artistica, finanziando i loro lavori con i propri acquisti.
I collezionisti privati
Monet e tutto il gruppo che coraggiosamente abbandonò la pittura accademica degli atelier per spingersi con la tela sul cavalletto verso mete mai raggiunte prima di libertà stilistica e personale, non avrebbero fatto infatti molta strada senza la cosiddetta – qualche volta vituperata – “categoria” dei collezionisti privati. Si trattava infatti di una “nuova” classe di collezionisti – imprenditori, commercianti e artigiani – che apprezzavano le iniziative lontane dall’ufficialità un po’ ingessata del Salon. Non si trattava però di nuovi mecenati che commissionavano ritratti o paesaggi, o meglio, non nella maggior parte dei casi. Agli artisti si lasciava la massima libertà, perché era proprio in nome di quella libertà che erano usciti dagli atelier per dedicarsi alla pittura en plein air. Non solo provvedevano al sostentamento degli artisti, ma si impegnavano anche a favorirne il riconoscimento ufficiale.
Ma quali saranno quindi le opere in mostra? Ti aspettiamo alla nostra visita guidata alla mostra “Impressionisti Segreti” per scoprirlo!