Tra le meraviglie del Lazio, impossibile è non menzionare il Sacro Bosco di Bomarzo, noto anche come Parco dei Mostri! Ma iniziamo dal principio.
Gli Orsini a Bomarzo
Siamo in provincia di Viterbo, nell’alto Lazio e precisamente nella Valle del Tevere tra Lazio e Umbria. E’ qui che, a partire dal 1550 circa, Pier Francesco Orsini, detto Vicino, signore di Bomarzo, dopo aver apportato modifiche al borgo di e in seguito alla costruzione del suo palazzo nella parte più alta dell’abitato, iniziò a lavorare al cosiddetto Parco dei Mostri, impiegando ben più di 20 anni per realizzarlo!
Un’immensa area verde di circa 3 ettari, una foresta di conifere e latifoglie che, pur inserendosi nella tipica cultura architettonico-naturalistica dei giardini rinascimentali all’italiana, divenne un complesso monumentale di sculture e fontane dalle caratteristiche così peculiari da differire profondamente dai giardini coevi e realizzare nei dintorni da altri signori, come per esempio Villa d’Este a Tivoli, Villa Lante a Bagnaia o Palazzo Farnese a Caprarola. E’ infatti un giardino che costituisce un unicum, un qualcosa di mai visto prima, tanta è l’originalità e la straordinarietà di tutto quello che l’Orsini fece qui realizzare. Ma non da solo. Il parco, infatti, molto probabilmente fu ideato dalla geniale mente dell’architetto Pirro Ligorio e venne dedicato alla moglie del principe, Giulia Farnese (da non confondere con la bella e giovane amante di Alessandro VI Borgia!).
Il Parco dei Mostri
Semplicemente chiamato dall’Orsini “boschetto”, è qui che il genere del grotesque fu elevato a sistema, disponendo al suo interno un gran numero di sculture di varia grandezza che ritraggono personaggi e animali mitologici, ma anche edifici che riprendono il mondo classico, ignorando però – volutamente – le regole prospettiche o estetiche, allo scopo di confondere continuamente il visitatore. Le sculture furono realizzate in basalto, materiale disponibile in quantità massicce nella zona, e molte di esse sono contrassegnate da iscrizioni enigmatiche e misteriose, sopravvissute solo in piccola parte.
“Voi che pel mondo gite errando, vaghi di veder meraviglie alte e stupende, venite qua, dove son faccie horrende, elefanti, leoni, orsi, orchi e draghi“
Si legge per esempio inciso sulla panca etrusca, una delle opere collocata lungo l’itinerario!
Il significato del Parco dei Mostri
Ma perché tutto questo? Per anni gli studiosi si sono interrogati sul significato di questa così particolare realizzazione e solo recentemente è stato finalmente svelato il progetto di Vicino Orsini, grazie al quale oggi siamo in grado di capirne il profondo significato. Il principe volle infatti creare un luogo in cui rappresentare la concezione della vita, della filosofia, della religione e del momento storico in cui egli viveva.
Attraverso un percorso preciso, ascensionale, che dal basso sale verso l’alto – di dantesca memoria – il visitatore compie una sorta di purificazione dell’anima all’interno di quello che quindi, non a caso, è il Sacro Bosco, una sorta di riassunto visivo di tutto l’Universo.
La storia del Parco nei secoli
Alla morte di Vicino – avvenuta nel 1585 – il giardino entrò in un lungo periodo di oblio e conobbe diversi passaggi di proprietà fino al 1954, quando venne acquistato dalla famiglia Bettini.
Sin dal primo Novecento numerosi intellettuali riscoprirono il Sacro Bosco e tra questi vi furono Michelangelo Antonioni, Paolo Portoghesi, Marcel Duchamp e perfino Salvador Dalì, che qui trovò ispirazione per i suoi quadri surrealisti, proprio come ci testimonia questo video.
E che questo sia stato un luogo in grado di suscitare un interesse straordinario fin dalla sua realizzazione, lo dimostra il fatto che numerosi giardini d’arte siano stati costruiti, anche in seguito, in maniera dichiaratamente ispirata a Bomarzo e, tra questi, possiamo ricordare la Scarzuola di Tomaso Buzzi in Umbria, il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle a Capalbio o ancora il Giardino di Daniel Spoerri in provincia di Grosseto.
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