Tra le meraviglie esposte alle Terme di Diocleziano, una delle suggestive sedi del Museo Nazionale Romano, merita una particolare menzione il grande rilievo di Mitra scoperto a Roma nel 1964 nella zona di Tor Cervara (sulla Via Tiburtina), durante una bonifica da residuati bellici inesplosi.
Il ritrovamento
Il rilievo, rinvenuto in ben cinquantasette frammenti (è probabile che proprio l’esplosione di un ordigno abbia ridotto il rilievo in così tante parti), fu subito ricomposto, risultando però mancante della sua parte centrale in cui vi doveva essere raffigurato il volto del dio e la testa del toro.
Già negli anni ottanta del secolo scorso, lo studioso elvetico Rolf Andreas Stucky aveva ipotizzato la pertinenza al rilievo di Roma del frammento con il volto di Mitra custodito nel Badisches Landesmuseum di Karlsruhe (Germania), a cui fu riunito nel 2014.
Ma oggi, noi, possiamo ammirare il rilievo nella sua interezza grazie al ritrovamento del pezzo con la testa del toro trattenuta dalla mano del dio Mitra, recuperato nel 2017 dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Cagliari durante un controllo amministrativo ad un antiquario.
Il rilievo di Mitra
Ed è così che si è finalmente giunti alla definitiva ricomposizione dell’importante rilievo marmoreo, databile tra II e III secolo d.C., in cui è rappresentato l’episodio centrale del culto del dio: la Tauroctonia e cioè l’uccisione del toro.
All’interno di una grotta, il dio Mitra, abbigliato all’orientale con tanto di berretto frigio, afferra il toro alle narici e lo colpisce mortalmente con un coltello, alla presenza di un corvo, un cane ed un serpente, mentre uno scorpione lo morde ai genitali. Sono presenti nella scena anche Cautes e Cautopates, i due dadofori (portatori di fiaccole), l’uno con una torcia accesa rivolta verso l’alto e l’altro rivolta verso il basso. Rappresentano i cicli della vita, inizio e fine, alba e tramonto, come il Sole e la Luna posti negli angoli superiori del rilievo.
Chi era Mitra?
Il culto misterico del dio, divinità di origine iranica, ebbe grande diffusione nel mondo romano soprattutto tra II e IV d.C. Secondo il mito, il giovane dio, nato invincibile da una roccia (Sol Invictus era uno dei suoi appellativi), il 25 dicembre (solstizio d’inverno), armato di coltello e munito di torcia, sarebbe stato assunto in cielo dopo aver ripristinato l’ordine nel mondo, grazie al sacrificio del Toro Cosmico, dal cui sangue e dal cui sperma fioriva una nuova vita.
La religione mitraica (che presenta ancora oggi grandi lacune per quanto riguarda la sua completa conoscenza) si basava su una specifica ritualità misterica, nota e praticata dai soli adepti di sesso maschile, ma prevedeva un rapporto più diretto tra divinità e fedele, promettendo salute in vita e salvezza dopo la morte.
Il culto si diffuse rapidamente in tutto l’impero anche grazie ai soldati e ai mercanti, che ne furono i più grandi sostenitori, trovando però simpatie anche tra le aristocrazie. Ed è questo il motivo per il quale nella sola città di Roma è possibile oggi contare molti santuari dedicati al dio Mitra, detti appunto Mitrei, tra cui per esempio quelli del Circo Massimo, di Palazzo Barberini e di Santa Prisca all’Aventino.
- Circo Massimo
- Palazzo Barberini
- Santa Prisca
Scopri nel programma mensile quando poter ammirare questo straordinario rilievo dal vivo alle Terme di Diocleziano o visitare uno dei mitrei in città!