Palatino. Il mitico colle dove Roma venne fondata, mostra ancora oggi tutta la sua bellezza, grazie in particolare alle imponenti vestigia del palazzo imperiale, della casa di Augusto e Livia e degli Horti Farnesiani, realizzati nel XVI secolo.
Le capanne del villaggio di Romolo
Ma essendo ovviamente il luogo più vetusto della città, vi sono anche i resti delle epoche precedenti, fino ad arrivare addirittura alle capanne cosiddette romulee, dove cioè si insediarono i primi abitanti romani. Proprio in cima al colle, sul versante che guarda al Velabro, ecco che sono emersi nel terreno vergine del Palatino, degli interessanti buchi per i pali della capanne databili all’VIII secolo a.C. che indicano come il colle fosse realmente abitato. Ma da chi? Stando alla leggenda…proprio da Romolo!
Il “mitico” Lupercale
Altro luogo a metà tra storia e leggenda è il celebre Lupercale. Di cosa si tratta? Della grotta in cui, secondo la leggenda, la lupa avrebbe allattato i due gemelli, Romolo e Remo, trasformata poi in luogo di culto dedicata al dio Luperco, il lupo sacro del dio Marte. Oggi appare come un suntuosa grotta-ninfeo, straordinariamente restaurata da Augusto. Era qui che si celebravano tra il 12 e il 15 febbraio i Lupercali, particolari festeggiamenti con riti di purificazione che prevedevano lo svolgimento di sacrifici di caproni. Un curioso rituale per i nuovi iniziati prevedeva il doversi bagnare la fronte con il sangue degli animali immolati, vestirsi con le loro pelli per poi colpire con strisce di pellame le donne per purificarle e favorirne così la fertilità!
Le abitazioni sontuose: la Domus Isiaca e la Casa dei Grifi
Ovviamente da quei lontani tempi il colle è molto cambiato, anche perché dopo la fase monarchica (terminata nel 509 a.C.), molti furono i personaggi che qui decisero di abitare, quasi sempre le persone più in vista del tempo. Nonostante le strutture successive di epoca augustea e imperiale abbiano in gran parte obliterato quelle precedenti, è ancora possibile scorgere alcune residenze repubblicane, spesso però non aperte al pubblico. Tra queste ricordiamo in particolare la domus tardo repubblicana detta Isiaca, dagli affreschi contenuti in uno degli ambienti. La casa, tagliata dalle fondazioni della basilica di Domiziano, era ampia e lussuosa, mirabilmente decorata nel cosiddetto II stile pompeiano: per motivi di conservazione, gran parte delle decorazioni furono staccate e poste nella Loggia Mattei. In una delle aule furono appunto rinvenuti affreschi con motivi vicino al culto della dea egizia Iside, come situle, ghirlande di rose, fiori di loto, disco solare, serpenti, ecc. E’ dunque probabile che il proprietario di casa fosse un ricco personaggio vissuto al tempo della conquista dell’Egitto di Cleopatra, quando a Roma ci fu una vera e propria egittomania. Alcuni studiosi ipotizzano si possa trattare addirittura della residenza di Marco Antonio o di Agrippa!
Non lontano da questa dimora vi è poi la più famosa Casa dei Grifi, appartenuta sicuramente ad un personaggio dell’aristocrazia. Costruita nel II sec. a.C., si articola su due piani e presenta numerosi vani disposti intorno ad un atrio centrale: la caratteristica principale è data dai raffinati affreschi rinvenuti sulle pareti, tra cui si riconoscono due grandi grifi in stucco bianco e in posa araldica di fronte a un rigoglioso cespuglio di acanto. Siamo di fronte alle più antiche pitture di II stile pompeiano a noi giunte! Molti muri presentano ancora lacerti di intonaco dipinto, dove possiamo vedere la rappresentazione illusionistica delle colonne, che su basi ornate di rombi, si staccano dalle pareti, dove specchiature policrome, ricordano le venature dei marmi più pregiati. La pittura ricrea così l’illusione di un ambiente dall’arredo elegante cui contribuiscono i pavimenti musivi bicromi, rendendo questo luogo uno dei più magici di tutta la città.
I templi più antichi del colle
Non potevano di certo mancare le aree di culto e tra queste, le più antiche, sono il Tempio della Magna Mater, divinità orientale identificabile con Cibele, il cui culto fu introdotto a Roma nel 204 a.C. durante la Seconda Guerra Punica; il Tempio della Vittoria, realizzato nel 294 a.C. dal console Lucio Postumio Megello; e tra di essi il piccolo Sacello della Victoria Virgo, edificato nel 193 a.C. da Catone, a lungo considerato l’Auguratorium, e cioè il tempio augurale in cui i sacerdoti incaricati di prendere aurispici prima di un importante evento (gli auguri appunto) osservavano il volo degli uccelli stando rivolti verso sud/est.
Il colle continuò poi ad essere considerato di straordinaria importanza, motivo per il quale Ottaviano Augusto decise di venire a vivere proprio qui, accanto ai luoghi della mitica fondazione della città, andando a costruire l’imponente Tempio di Apollo annesso alla sua elegante residenza, la Casa di Augusto appunto, separata da una strada basolata da quella della moglie Livia. Ma questa è tutta un’altra storia: e puoi scoprirla qui!