Scoperto casualmente nel 1931, durante i lavori eseguiti per realizzare un deposito di scene e costumi del Teatro dell’Opera – presso l’ex Pastificio Pantanella – il mitreo si trovava a pochi metri di distanza dal lato corto del Circo Massimo, nel punto in cui vi erano i carceres, gli stalli di partenza dei carri trainati dai cavalli da lanciare nella gara di corsa.
Il dio Mitra
Gli scavi misero in luce un vasto edificio del II secolo d.C., più volte modificato ed poi adattato nel corso del III secolo d.C. a mitreo, un luogo cioè destinato al culto del dio Mitra, divinità di origine iranica, il cui culto trovò la massima diffusione nell’Impero Romano soprattutto tra II e IV secolo d.C.
Il Mitreo del Circo Massimo
L’edificio era composto da una serie di ambienti comunicanti coperti da volte a botte. La prima aula che si incontra corrisponde all’apparitorium, un ambiente destinato alla preparazione dei fedeli; al secondo vano si accede attraverso una porta e sui muri laterali furono ricavate due nicchie, ornate da edicole conservate purtroppo solo in parte, in cui dovevano essere collocate delle statue, forse proprio quelle di Cautes e Cautopates, i due dadofori o portatori di fiaccole.
Si passa successivamente in due ambienti divisi da un grande arcone in laterizio e dotati di grandi podi laterali in muratura; l’ultima aula corrisponde all’ambiente più sacro del mitreo, lo spelaeum, la grotta in cui avveniva l’incontro con il dio attraverso vari gradi di purificazione.
I rilievi del dio Mitra
In questo vano troviamo due rilievi, entrambi collocati oggi non più in posizione originale. Il primo rilievo, di pregevole fattura e lavorato a scalpello e trapano, è posto sul podio di sinistra e reca l’iscrizione votiva di Tiberius Claudius Hermes, colui che probabilmente commissionò l’opera. Il rilievo rappresenta tutti i personaggi del mito mitraico. Il Sole e Cautes, il dadoforo con la fiaccola alzata (ad indicare il giorno); la grotta mistica e Mitra che trasporta il toro nella grotta, sopra la quale si vede il corvo. Al centro la tauroctonia e cioè l’uccisione del toro – episodio centrale del mito – la cui coda si trasforma in spighe di grano; il cane ed il serpente leccano il sangue del toro, mentre lo scorpione ne morde i genitali. Sulla destra la Luna, le stelle e Cautopates, il dadoforo con la fiaccola abbassata (ad indicare il tramonto e la notte). Delle due colonne con capitello corinzio incise ai lati, quella di sinistra è affiancata da simboli diurni del Sole e di Cautes; quella di destra, capovolta, presenta i simboli notturni della Luna e di Cautopates.
Il secondo rilievo, anche se più piccolo, ripete la medesima iconografia della tauroctonia. Il Mitreo del Circo Massimo è assolutamente un luogo da visitare: consulta il nostro programma mensile per visitarlo insieme a noi!