Escher a Palazzo Bonaparte (Roma) – fino al 1 Aprile 2024
Chi è Maurits Cornelis Escher
Maurits Cornelis Escher nasce a Leeuwarden (Paesi Bassi) nel 1898 e deludendo ben presto le aspettative paterne, agli studi di ingegneria preferì l’illustrazione dimostrando una spiccata capacità disegnativa, per poi focalizzare le sue ricerche sulla struttura dello spazio, sulla tassellazione del piano, sulle illusioni ottiche e geometriche.
Ma la sua formazione artistica, alla maniera del Grand Tour, non può compiersi senza un soggiorno in Italia, paese che gli offre anche le prime opportunità di lavoro. Sono proprio il paesaggio italiano, la natura e la storia del Belpaese, ad esercitare un importante stimolo visivo sul maestro olandese, autore di numerose vedute tra cui la serie completa dei 12 Notturni romani esposta in mostra e dedicata alla città eletta a personale residenza.
Escher: Roma, Spagna e Svizzera
Escher infatti visse a Roma, dal 1923 al 1935, al civico 122 di via Poerio, nel quartiere di Monteverde vecchio: le notti passate a disegnare, seduto su una sedia pieghevole e con una piccola torcia appesa alla giacca, sono annoverate dall’artista tra i ricordi più belli di quel periodo, come sembra dimostrare la serie completa dei 12 Notturni romani prodotta nel 1934.
Un ulteriore momento di maturazione della dimensione immaginativa di Escher è rappresentato dall’incontro con l’Alhambra, il monumento di Granada da cui trae ispirazione per le sue tassellazioni, il metodo della divisione regolare del piano con intenti decorativi, che coincide con il riemergere della cultura Art Nouveau della sua formazione artistica. Le illustrazioni di Escher realizzate con la tecnica dei “disegni periodici”, scoperta in Spagna, saranno molto apprezzate, simbolo di un’arte contaminata dal pensiero scientifico.
Un punto di svolta per la formazione dell’artista olandese si determina con il trasferimento in Svizzera, nel 1936. Lontano dalle forti impressioni paesaggistiche dell’Italia, l’artista abbandona le immagini naturali per dedicarsi alla rappresentazione di fantasie interiori. In questo mondo interiore, svincolato dalle costrizioni concettuali imposte dai sensi, Escher si rivolgeva a quello che andava oltre la doxa, l’apparenza, cercando il para-doxa, il paradossale, quello che va oltre l’esperienza sensoriale.
La mutazione delle forme
Ed il percorso creativo si approfondisce sempre più attraverso la riflessione sul fenomeno della mutazione delle forme. Combinando fantasia e rigore, Escher diviene popolare per le cosiddette “strutture impossibili”, paradossi geometrici che, pur senza mai eludere le leggi della prospettiva tradizionale, intrappolano l’osservatore in un campo visivo dall’ambiguità apparentemente irrisolvibile. E’ amato da chi conosce l’arte, ma anche da chi è appassionato di matematica, geometria, scienza, design, grafica. Nelle sue opere confluiscono una grande vastità di temi, e per questo nel panorama della storia dell’arte rappresenta un unicum.
La mostra di Roma a Palazzo Bonaparte
La mostra di Roma si configura come un evento eccezionale che presenta al pubblico, oltre ai suoi capolavori più celebri, anche numerose opere inedite mai esposte prima. Un’antologica di circa 300 opere che comprende l’ormai iconica Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), la celebre serie degli Emblemata, e tantissime altre ancora.
La mostra, col patrocinio del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits ed è curata da Federico Giudiceandrea – uno dei più importanti esperti di Escher al mondo – e Mark Veldhuysen.
Insomma…impossibile mancare: controlla nel programma mensile per vedere quando è prevista la prossima visita guidata alla mostra di Escher!